Il 28 aprile scorso, la Roma passeggiò su quanto era rimasto del Chievo, vincendo in agilità per 4-1. Fu quello l‘ultimo Chievo di Rolando Maran, dopo quattro stagioni sulla panchina scaligera. Il divorzio, necessario, si rivelò anche molto doloroso, sia per i tifosi che per la società. Il tecnico trentino, già capitano dei gialloblù in gioventù, sposava appieno la filosofia dell’ambiente di Campedelli.
Dopo quella sera, il Chievo si ritrovò terzultimo in classifica e, probabilmente, non era abituato a starci, viste le precedenti salvezze anticipate. Alla società non restò che avvisare un altro ex capitano gialloblù, il tecnico della Primavera Lorenzo D’Anna: sarebbe stato lui a guidare la squadra per le ultime tre delicatissime partite.
Il Chievo di D’Anna torna a essere la compagine affiatata delle ultime annate: gioca a memoria, corre tanto, copre bene e quando riparte è micidiale. Tre vittorie su tre, salvezza, 40 punti in campionato e tredicesima posizione. Un successo. Tirando le somme del campionato dei clivensi, ci sono stati quattro momenti che hanno determinato l’andamento complessivo della stagione.
CHIEVO-HELLAS 3-2 – Stiamo parlando di uno dei derby più belli della città di Giulietta e Romeo. Il Chievo si è dimostrato per tutta la partita nettamente superiore al Verona, che però a sua volta ha messo in campo una grinta strepitosa. Due volte Inglese e, soprattutto, il gol finale di Pellissier hanno portato i tre punti nella zona della Diga. I tifosi clivensi, dopo quella vittoria, hanno inteso che la stagione in corso poteva diventare memorabile: la squadra aveva qualità, solidità, esperienza e affiatamento. E infatti, il Chievo si trovava a pochi punti dalla zona Europa League.
TRITTICO DI SCONFITTE – Il campionato del Chievo inizia a incrinarsi quando, il 17 dicembre, allo Scida esce sconfitto per 1-0 contro il Crotone. La settimana dopo, al termine di una partita a tratti comica (si veda l’assist di Cacciatore per Destro), il Bologna espugna il Bentegodi per 3–2. Per completare la caduta, i clivensi volano a Benevento e regalano i primi 3 storici punti in Serie A ai giallorossi. Quanto di più allarmante, a questo punto, non era la classifica, bensì il gioco (in)espresso dagli uomini di Maran. Nessuno, tuttavia, pensava ancora che il Chievo potesse finire impelagato nei bassifondi della classifica e lottare fino all’ultima giornata per non retrocedere.
HELLAS-CHIEVO 1-0 – Ci risiamo: sulla stagione del Chievo c’è ancora lo zampino dei concittadini. Il derby di ritorno, vinto meritatamente dal Verona, catapulta Radovanović e compagni a ridosso della zona rossa. La partita degli uomini di Maran è probabilmente la peggiore della stagione e dopo aver vissuto di rendita fino a quel momento (siamo a marzo), per gli scaligeri comincia un nuovo campionato, in cui la salvezza non è scontata. Iniziano anche i malumori dei tifosi, partecipi di una sola vittoria nel girone di ritorno, contro il Cagliari, e spettatori di numerose pessime figure da parte dei propri beniamini.
TRITTICO DI VITTORIE – Come si diceva, il 28 aprile è stata l’ultima volta in cui Rolando Maran si è seduto sulla panchina gialloblù, dopo mesi di problemi e di punti mancati. Ecco D’Anna ed ecco un nuovo Chievo, estremamente capace di gestire la pressione e di giocare con la mente apparentemente libera. Nonostante un nuovo modulo, con Birsa e Giaccherini larghi in attacco a supportare Inglese, questa squadra sembra quella di inizio anno, che dava del filo da torcere a tutti e che non sbagliava mai l’atteggiamento alla partita. La prima vittoria, che inizia a togliere dai guai Campedelli, arriva in casa contro il Crotone: 2-1, Birsa e Stępiński. La seconda, 2-1 in rimonta, a Bologna con i meravigliosi gol di Giaccherini e di Inglese. La terza e definitiva nella cornice di festa del Bentegodi: 1-0 al Benevento, ancora con Inglese.
In questi giorni, i tifosi gialloblù stanno tirando un grosso sospiro di sollievo, dopo le sofferenze e le arrabbiature che la squadra ha procurato loro nell’ultimo anno. Nonostante non si sappia cosa ne sarà del Chievo, a partire dall’allenatore, fino al futuro di capitan Pellissier, passando per il necessario rinnovamento dell’anziana rosa e dalla partenza di Inglese, quello che conta ora è che i gialloblù anche quest’anno non sono retrocessi.
Questa è stata la decima salvezza consecutiva e la società della Diga continua a essere un modello vincente di gestione e di calcio. Campedelli, infatti, pare voler continuare la favola del Chievo, che si sta radicando sempre più nel calcio italiano, all’interno di una città in cui, non va neanche detto, tutto scorre per l’Hellas. Cosa dire? Anche l’anno prossimo, per la diciassettesima volta in diciotto anni, fra i milioni del calcio italiano, ci sarà quel piccolo quartiere di Verona, pronto a ripetersi.