Home » La Grande Bellezza del “Sarrismo”

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Il “Sarrismo” è una corrente di pensiero, un modo diverso di apprezzare e approcciare al calcio, anche se poco comune nella mentalità collettiva del tifoso italiano medio perché il suo credo non è mettere in cima alle priorità il “vincere” trofei. Piuttosto è quello di creare un gioco che ti permetta di trionfare.

Un triennio, quello di Sarri sulla panchina del Napoli, senza un titolo conquistato. Una bacheca rimasta all’asciutto dopo la gestione Benítez. Un po’ per scelta, un po’ per inesperienza, un po’ perchè costretto da situazioni contingenti, chiamamole così. Tutti ingredienti utili per voltare pagina serenamente, e sperare in un futuro migliore. Tecnico e popolo azzurri uniti sotto un pensiero comune: la conquista del Campionato.

Quest’anno è andato come tutti sappiamo, senza andare troppo nello specifico. Forse i tempi per questa stagione non erano ancora abbastanza maturi. Ma la stra-grande maggioranza dei tifosi del Napoli vuole vincere con Sarri, a testimonianza che il matrimonio tra la piazza e il tecnico ha il profumo dell’amore eterno. L’affetto della gente lo ha emozionato, cosa che più volte ha detto e dimostrato. Un qualcosa che fa bene al calcio, sicuramente. Un rapporto così intenso e viscerale tra una tifoseria e il proprio allenatore si fa difficoltà a trovarlo altrove. Sarri veste i panni del capo-popolo, e non solo a parole, un po’ il Masaniello dei giorni nostri. In tanti, a Napoli, hanno provato a esserlo ma senza dimostrarlo fino in fondo, in due però ci sono riusciti: uno è Sarri, l’altro è stato Maradona.

La piazza azzurra convive da sempre con i propri sbalzi d’umore, la Napoli del tifo pretende e lo fa a giusta ragione, anche solo per veder ricambiato l’affetto smisurato che da sempre dà ai propri colori, in qualsiasi periodo e in qualsiasi categoria. Gli occhi di Sarri brillavano dalla commozione quando la settimana dopo la disfatta di Firenze che, aritmetica a parte, condannava il Napoli ad un’altra annata da secondo posto, il San Paolo si apprestava ad omaggiarlo. E lo hanno fatto dal primo all’ultimo minuto, nonostante il 2-2 casalingo contro il Torino.

Dopo una stagione così poche tifoserie avrebbero mostrato alcuna forma di disappunto, ma quella del dopo Firenze sarebbe stata una domenica qualsiasi, meno vibrante e con quel pizzico di delusione per il sogno sfumato. Ma Napoli ha risposto in grande stile, dedicando a Sarri un tributo lungo novanta minuti. “L’amore tra me e questo popolo è arrivato ad un punto che un domani può solo peggiorare“, queste le dichiarazioni del tecnico toscano nel post partita contro la Samp. Parole che hanno un pò il sapore dei titoli di coda. D’altra parte anche i matrimoni più belli sono destinati a finire.

Quello tra Sarri e Napoli è stato un matrimonio perfetto per compatibilità di carattere e comunione di intenti. Fatti l’uno per l’altro. Nonostante una bacheca povera, si è sempre alla ricerca della vittoria, e sempre (come in ogni tifoseria che si rispetti) questa vale più della prestazione. Ma il Sarrismo è diverso. Il Sarrismo è diventato un modo nuovo di intendere il calcio. Il Sarrismo è gioia e rivoluzione.