Motori

Dovizioso, l’errore che in Ducati non vedono

La stagione 2018 della classe MotoGP è ormai entrata nel vivo da qualche gara, ma come d’abitudine i primi mesi dell’anno motoristico servono per definire quella che sarà la griglia di partenza dell’anno successivo. Tra i top team sono subito corse ai ripari la Honda rinnovando sino al 2020 il pezzo pregiato Márquez (allontanata per il momento la tentazione KTM) e la Yamaha confermando anch’essa sino al 2020 il duo RossiViñales. Situazione invece ancora tutta de definire in casa Ducati con ancora entrambe le selle libere: Dovizioso e Lorenzo sono in scadenza a fine stagione e quindi a rischio permanenza. Se per Lorenzo i discorsi sono chiusi da inizio 2018 vista la voglia del maiorchino di cambiare aria e allo stesso tempo l’impossibilità di Ducati ad offrire nuovamente lo stipendio attuale, per Dovizioso il rinnovo sembrava praticamente una formalità, ma in realtà nel corso delle ultime settimane sono emerse diversi punti di disaccordo tra squadra e pilota.

Il forlivese nel rinnovo proposto dalla casa di Borgo Panigale non sente quella gratitudine economica che si sarebbe aspettato dalla squadra dopo aver portato la Ducati ai livelli delle annate 2007 e 2008 con Stoner, nonostante fosse partito come seconda guida di Lorenzo. Inoltre tra i piloti di vertice della MotoGP Dovizioso è quello che guadagna meno con 3 milioni l’anno, quasi 10 in meno rispetto al compagno di squadra Lorenzo surclassato per l’intera stagione passata. Di fronte alla richiesta di Dovizioso, circa 6-7 milioni annui, Ducati dovrebbe fare un piccolo sforzo economico per riconoscere il grande lavoro fatto in questi quasi 6 anni (in particolare nell’ultimo) e soprattutto evitare di perdere un pilota che ha raggiunto la piena maturazione portando la lotta per il titolo 2017 sino all’ultima gara.

Tuttavia, non dovesse arrivare il rinnovo con Ducati, per Dovizioso non mancherebbero di certo le opportunità: tornare nel team Honda con un compagno scomodo come Márquez oppure tentare l’avventura in Suzuki. Approdare nuovamente in Honda potrebbe dare la certezza al 32enne di Forlimpopoli di lottare ogni GP per la vittoria, ma allo stesso tempo si ritroverebbe ancora una volta relegato al ruolo di seconda guida. Questa ipotesi, però, andrebbe a scontrarsi con la volontà di Márquez: il campione spagnolo, che ha molta voce in capitolo, preferirebbe un compagno alla Pedrosa (del quale vorrebbe il rinnovo) disponibile a fargli da secondo e che non lo “disturbi” nella lotta al Mondiale. La seconda valida opzione, ovvero andare in Suzuki, significherebbe diventare probabilmente il pilota di riferimento, mentre dal punto di vista della competitività della moto i rischi sarebbero enormi malgrado le disponibilità economiche della casa nipponica.

La soluzione più logica per entrambe le parti sarebbe quella di continuare il matrimonio siglato nel 2013: da un eventuale divorzio a perderci sarebbe sicuramente Ducati che, oltre a rimanere senza un leader all’interno del team capace di portare la moto alla massima espressione, troverebbe enormi difficoltà nel sostituirlo vista l’assenza di piloti top sul mercato. Dovizioso, con il probabile addio di Lorenzo, scalerebbe a prima guida a prescindere dal prossimo compagno di box (si parla di un ritorno di Iannone, o di una promozione di Petrucci dalla Pramac) e continuerebbe a battagliare per il Mondiale come sta facendo anche in questa stagione.

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