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Giro d’Italia 2018 – Il falso equilibrio e il padrone nascosto

Una settimana di Giro d’Italia è oramai passata. Una settimana che ha detto diverse cose significative. La più significativa di tutte? Il predominio dell’equilibrio. I primi 15 della generale sono racchiusi nello spazio di 2’36”, la “top 5” in un fazzoletto di 57 secondi. Con la sorpresa che Chris Froome e Fabio Aru appartengono sì al gruppo dei migliori, ma sono nelle posizioni di rincalzo. 11/a l’inglese della Sky a 2’27”, 15/a il Campione d’Italia della UAE – Fly Emirates a 2’36”. Distacchi figli dei ritardi accumulati tra crono di Gerusalemme, strappi siciliani e, soprattutto, sul Gran Sasso. Ritardi dovuti a una condizione che tarda ad arrivare, ma ritardi tutt’altro che incolmabili e che non sono certo da “de profundis” sportivo per i due fuoriclasse.

Distacchi dalla Maglia Rosa, Simon Yates. L’inglese ha sfruttato pienamente la brillantezza mostrata alla Parigi-Nizza e alla Volta a Catalunya in questa prima settimana. Il fatto di vederlo davanti a tutti, sinceramente, non è una sorpresa. Non è stato sorprendente vederlo zampettare sull’Etna, non è stato sorprendente vederlo bruciare tutti allo sprint sul Gran Sasso. Sarebbe sorprendente vederlo mantenere questo stato di forma per altre due settimane.

Ma allora perché si parla di Giro equilibrato nonostante un corridore decisamente più forte di tutti in salita? Infatti, non si capisce perché la Corsa Rosa equilibrata non è e un vero padrone, attualmente, c’è. Solo che non si chiama Simon Yates. Si chiama Tom Dumoulin. L’olandese ha preso la Rosa a Gerusalemme, ha volutamente perso la maglia in favore di Dennis “distraendosi” in un traguardo volante e ha perso niente sull’Etna e sul Gran Sasso. Ora è terzo, a 38″ da Yates, con l'”arma” della cronometro di Rovereto del 22 maggio a disposizione. Una disciplina dove da Campione del Mondo in carica, Dumoulin può costruire il tesoretto per il bis al Giro d’Italia. A meno che sullo Zoncolan e a Sappada, qualcuno riuscirà a metterlo seriamente in difficoltà. Ma ora come ora è molto difficile che accada.