Primo Piano

È tornato il campionato più bello del mondo

Non sarà di certo l’epoca delle ‘Sette Sorelle‘, quelle sette squadre che sul finire degli anni ’90 si davano battaglia per lo scudetto, più o meno ad armi pari, ma ci stiamo sicuramente avvicinando. Il calcio italiano si è preso una bella rivincita, dopo l’umiliante non qualificazione al Mondiale, e ha sfornato uno dei campionati più equilibrati e avvincenti degli ultimi anni, nonché il più equilibrato tra i principali campionati europei. ‘Nessuno come noi‘, titolo di un celebre libro, sarebbe anche perfetto per riassumere la stagione che sta per terminare, con la Serie A che, a differenza di altre competizioni, ha ancora tanti verdetti da scrivere.

Quello più importante è stato assegnato con una sola giornata d’anticipo, e mai come quest’anno il titolo è stato così in discussione. La Juventus è campione d’Italia per la settima volta consecutiva, semplicemente perché, aldilà delle tante polemiche, è ancora la più forte e anno dopo anno non finisce di rinforzare la propria rosa. Gli uomini di Allegri sanno però di aver rischiato davvero grosso, grazie soprattutto ad un Napoli versione parco dei divertimenti, che ha entusiasmato milioni di spettatori e ha regalato un sogno alla città Partenopea e non solo durato trentasette giornate. Alla lunga l’esperienza e l’attitudine a vincere pagano e gli uomini di Sarri si sono dovuti arrendere quasi sul gong, consapevoli però di aver comunque sfiorato un’impresa da provare a raggiungere anche l’anno prossimo. Non è stata dunque un’egemonia assoluta come accaduto in altri campionati di prestigio: basti pensare che Premier League, Bundesliga, Ligue 1 e Liga hanno chiuso o chiuderanno la stagione con un distacco tra la capolista e la seconda classificata di circa 15 punti in media, dato quasi paradossale se accostato ai pensieri dei tanti esperti o presunti tali, che vedono un’abissale e negativa differenza tra la Serie A e alcuni dei tornei sopracitati. Che il nostro calcio sia nettamente in crescita lo dimostra anche il cammino delle italiane in Champions League: nonostante l’eliminazione ai quarti contro il Real, i Bianconeri hanno dimostrato di aver ridotto il gap con le principali armate europee, sia con le prestazioni all’interno del rettangolo di gioco come dimostra il ritorno del ‘Bernabeu‘, sia con gli acquisti di spessore da dirette concorrenti (vedi Douglas Costa) che possono far fare il salto di qualità; poi c’è anche una Roma quasi inedita, che dopo aver rifilato un pesante 3-0 al Chelsea, eliminando i Blues dal girone insieme all’Atletico Madrid, hanno calato il tris anche contro il Barcellona, emblema nell’ultimo decennio dello spumeggiante calcio spagnolo che sembrava essere lontano anni luce dal nostro.

Una stagione quasi inedita dunque, caratterizzata da tante novità anche al livello tecnologico: l’introduzione del VAR è una vera e propria evoluzione del calcio, un’idea geniale seppur anche troppo attesa che oltre a rivoluzionare la gestione delle partite ne rende più credibile lo svolgimento. La Serie A, seguita dalla Bundesliga, ha avuto il merito e il coraggio di sperimentare per prima il cambiamento e lo ha fatto con stupefacenti risultati, nonostante la perfezione sia ancora lontana (e ci mancherebbe) e le polemiche non si siano del tutto placate come si può evincere dalle tensioni delle ultime settimane. Si tratta comunque di un grosso passo avanti, effettuato in anticipo rispetto agli altri e preso in considerazione anche dai vertici mondiali che lo adotteranno in Russia poiché convinti dall’esperimento di casa nostra. Adesso non resta che goderci l’ultimo atto di questo emozionante campionato, che vedrà fino all’ultimo secondo ben cinque squadre in lotta per non retrocedere, e che ci dirà con gli ultimi 90 minuti di fuoco all’Olimpico chi tra Lazio ed Inter andrà in Champions League, in una partita che assomiglia tanto al remake della finale di Coppa Uefa del 1998. In quell’occasione in campo c’erano fenomeni del calibro di Ronaldo, Nesta, Nedved e Mancini, solo alcuni dei tanti grandi campioni che vedevano nella Serie A il palcoscenico più prestigioso. I tempi sono parecchio diversi, i fasti di un tempo sono ancora lontani, ma nell’attesa che questo percorso di crescita riporti ciò  ad essere la normalità, come inizio non c’è male.