Home » Lugano, la squadra part-time

Copyright MondoSportivo.it/Silvano Pulga

Alla fine, la definizione più immediata, per definire il Lugano visto ieri sera a Lucerna, è quella del titolo: una squadra part-time. Non è la prima volta, infatti, che i ticinesi regalano un tempo agli avversari.

Molto dipenderà oggi dal risultato del Losanna, impegnato oggi, in trasferta, contro lo Zurigo: se i vodesi dovessero uscire dal Letzigrund con l’intera posta, giovedì sera, a Cornaredo, sarà tutto maledettamente complicato.

Abascal, a fine partita, è apparso piuttosto arrabbiato: “Non eravamo venuti qua per cercare lo zero a zero: nel calcio è il miglior modo per perdere le partite. Sono dispiaciuto per come abbiamo buttato via il primo tempo: non puoi regalare 45′ minuti a una squadra terza in classifica. Visto ciò che abbiamo fatto vedere nella ripresa, meritavamo almeno il pareggio. Mariani? I giocatori in scadenza di contratto devono tenere la testa qua, sino a che non abbiamo raggiunto l’obbiettivo. In settimana, parlerò con lui. Certo, un giocatore del suo livello, che rende al minimo, crea problemi a tutta la squadra.”

“Abbiamo sofferto sulla fascia sinistra, sulle seconde palle. L’espulsione di Janko dispiace, perché un giocatore di esperienza non dovrebbe farsi espellere per proteste. Ledesma è un giocatore d’esperienza, con l’atteggiamento e la testa giusta: stasera ha sofferto la mancanza di un interno che lo aiutasse. Piccinocchi, comunque, quando è entrato, ha fatto bene.”

Un Lugano part-time, quindi. I sottocenerini, nella ripresa, sono partiti con un altro spirito e, soprattutto, con altri ritmi. Tuttavia, sono stati subito infilati in contropiede, e questo ha complicato parecchio le cose. Però (e questo è l’aspetto positivo), anche sotto di due reti, i bianconeri hanno continuato a macinare gioco, andando vicino al gol.

Tra l’altro, nella ripresa, un paio di situazioni in area, con Janko protagonista, andrebbero analizzate meglio, sotto il profilo arbitrale: e questo, probabilmente, ha innervosito non poco l’austriaco, contribuendo al gesto che lo ha portato a farsi espellere. Il tweet del giocatore, piuttosto sarcastico, a fine partita (“Se l’arbitro si è sentito offeso quando gli ho detto ‘Mi tiene ancora (per la maglietta in area – ndr)’, o l’ho detto a voce troppo alta, chiedo scusa”), andrebbe in quella direzione.

Le colpe di Abascal sono quelle che può avere un tecnico che ha in mano la squadra da poche settimane. Certo, però, che se, come ci ha detto, aveva preparato la partita in modo diverso, e poi, in campo, i giocatori hanno dato altre risposte, sarebbe un problema. Ieri è mancato Sabbatini: Vécsei ci ha messo impegno, ma è più bravo a interdire che a costruire, a differenza dell’uruguagio.

Črnigoj è stato tra i pochi a salvarsi; se migliorerà in fase di finalizzazione, e sui traversoni, può avere davvero un futuro. Manicone, subentrato nella ripresa, ha dimostrato di avere un buon senso della posizione. Si è trovato di fronte un ottimo Omlin; se, però, acquisterà la giusta cattiveria sottoporta, avrà ampi margini di crescita.

Parlando di portieri, la prestazione di Kiassumbua, ieri sera, è stata ancora deludente: il Lucerna ha tirato 3 volte nello specchio della porta (contro le 4 degli avversari), segnando 2 reti. Sulla prima, l’estremo difensore bianconero è rimasto inchiodato tra i pali. Sulla seconda, ha accennato all’uscita, rimanendo a metà strada, e facendosi superare da un pallonetto.

Ora, il Losanna a Cornaredo, giovedì pomeriggio (in Svizzera è giorno festivo). Sarà una sfida forse decisiva. I bianconeri saranno spettatori interessati, oggi, della partita che si giocherà al Letzigrund. Per loro fortuna, lo Young Boys, sempre ieri sera, ha sconfitto, al Tourbillon, il Sion, lasciando così invariate le distanze in classifica. In ogni caso, per ottenere la salvezza, servirà una squadra a tempo pieno: il part-time, nel calcio, non porta a nulla di buono.