Allarme rosso, in Svezia, per il Malmö
2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte: sono il bilancio del Malmö in queste prime 6 giornate di campionato. I tifosi sono in subbuglio: gli Himmelsblått hanno metà dei punti dell’Hammarby, sorprendentemente capolista.
Ovviamente, c’è anche una parte del popolo biancoceleste che ricorda che siamo solo a inizio stagione, e che c’è una finale di Svenska Cupen da giocare, la prossima settimana, a Stoccolma. Però, le 2 sconfitte a Stoccolma (sponda Djurgården) e Kalmar (6 reti subite, e neppure una segnata) non sono state indolori.
Sul banco degli imputati, naturalmente, c’è il tecnico Magnus Pehrsson e, tutto sommato a sorpresa, il direttore sportivo Daniel Andersson. I tifosi, infatti, hanno puntato il dito anche contro la società, rea di aver fatto una campagna acquisti non all’altezza.
Vedere Jiloan Hamad (5 reti e 4 assist per lui finora), in maglia biancoceleste nel periodo 2008/2013, oggi felicemente accasato coi rivali dell’Hammarby, dopo l’esperienza all’estero, non va giù a buona parte dei sostenitori dei campioni di Svezia. Stesso discorso per Magnus Eriksson (oggi in Inghilterra) che lo scorso anno scelse il Djurgården, anziché il ritorno in Scania.
Il caso Hamad, in particolare, ha fatto discutere. Fotbollskanalen ha riportato le parole del giocatore, riguardo ai contatti avuti lo scorso anno con il Malmö: “Ho parlato con Andersson a gennaio lo scorso anno, e mi ha detto che, in quel momento, aveva ordine di alleggerire la rosa. Non volevo spingere per tornere a casa, ma entrare in un posto dove mi sentivo il benvenuto. E così è stato coi Bajen. Il Malmö mi ha tradito, (…). Il mio amore per loro ci sarà sempre, non voglio parlare male del club, ma un giocatore che è stato il capitano della squadra e ha fatto quello che ho fatto nel Malmö, e poi decide di tornare in Svezia, avrebbe dovuto essere almeno ricevuto dal proprio ex club.”
Fotbollskanalen ha così chiesto lumi al dirigente biancoceleste. “Con il giocatore abbiamo avuto dei contatti lo scorso anno, ma eravamo coperti in quel ruolo. Lui ora sta facendo bene con l’Hammarby, e siamo contenti per lui. Diciamo che i tempi non erano maturi, in quel periodo”. Tutti discorsi logici; ma i tifosi non sono troppo inclini a dare retta alla logica.
Sul campo, la squadra ha mostrato paure e incertezze, sopratutto in difesa, che non fanno parte, normalmente, del suo bagaglio tecnico. Gli Himmelsblått prendono diversi gol su palla ferma e vengono superati, sovente, nei duelli 1 contro 1, anche nelle azioni di rimessa. Gli avversari (come il Kalmar, nell’ultimo fine settimana), ora, provano a gioocarsela, anziché difendersi.
Secondo l’ex Basilea Safari il problema è l’atteggiamento (Fotbollskanalen): “Manca il cuore. Non siamo decisi nei duelli. La responsabilità non è di qualcuno, ma di tutti. Quanti possono andare a casa, guardarsi allo specchio e dire: ‘Oggi ho fatto tutto il possibile per la mia squadra? Penso, nessuno di noi.”
Non ci si può certo appellare agli errori arbitrali (in occasione del primo gol del Kalmar, c’era stato un sospetto controllo col braccio). La squadra appare lenta, soffre la maggiore corsa di compagini più rapide. Il centrocampo non riesce a essere propositivo e, sulle palle ferme, non dà il necessario supporto alla difesa. La situazione resta, ovviamente, rimediabile: però, servirà una svolta.
Il calendario fornisce un’occasione: l’anticipo della 16/a giornata, il 3 maggio, che vedrà i biancocelesti opposti, allo Swedbank Stadion, al Djurgården, in una sorta di prova generale della finale di Svenska Cupen, che verrà disputata il 10 maggio alla Tele2Arena, nella Capitale.
La squadra di Stoccolma attraversa anch’essa un periodo interlocutorio, dopo la sconfitta nel derby contro i Bajen: saranno, insomma, due partite della paura. Soprattutto per Pehrsson, che si gioca, con tutta probabilità, la panchina. E, forse, anche per il futuro di Andersson.