Basta scrivere il suo nome che subito gli occhi degli appassionati di motociclismo si illuminano. Assen, il “motodromo” per eccellenza, dove si contano sulle dita di due mani le volte in cui le auto hanno osato violare il tempio. 4542 metri e 18 curve che sorgono nella provincia del Drenthe olandese, dove solo chi riesce a centrare il miglior assetto possibile può vincere. Guadagnandosi sul campo una preziosa “laurea”, dato che Assen è giustamente definita l'”Università delle moto”.
Un'”Università” dove lo scorso fine settimana si è svolta la 4/a tappa del Mondiale Superbike 2018. Un’Università che ha promosso la Kawasaki e ha bocciato la Ducati. Le verdone si sono portate a casa sia gara-1 che gara-2 rispettivamente con Johnny Rea e Tom Sykes. Nella prima prova, il nordirlandese ha vinto alla sua maniera: lasciando sfogare gli avversari e poi andando in fuga. Una fuga dove l’ultimo ad arrendersi è stato un redivivo Van den Mark sulla Yamaha, secondo nel circuito di casa. Terzo posto per Chaz Davies. L’inglese è riuscito a regalare alla Ducati l’unico sorriso del fine settimana, con questo podio. La Panigale, infatti, è stata attanagliata da problemi d’assetto che ne hanno pregiudicato la competitività. Melandri è stato sempre fuori dai giochi, col 6/o posto in gara 1 e col 7/o in gara 2. Una gara 2 dove si è rivisto Tom Sykes. L’inglese è tornato al successo che mancava da gara 1 di Misano 2017, partendo dalla pole e facendo gara in solitaria. Rea si porta a casa un secondo posto importantissimo precedendo Van den Mark e la Ducati del team Barni dello spagnolo Fores e rafforzando la testa del Mondiale, con 556 punti davanti a Davies (quinto in gara 2) con 403.
Arrivare dietro una moto non ufficiale, è stato l’ennesimo smacco di un fine settimana da dimenticare. Ora gli uomini di Borgo Panigale hanno un mesetto scarso (prossimo appuntamento il 20 maggio a Imola) per far tornare la Ducati guidabile. E soprattutto vincente.