Home » ESCLUSIVA – I nuovi talenti: Luca Magnino

Foto per gentile concessione della Feralpisalò - Agenzia Fotolive

Nuovo appuntamento con i nuovi talenti di girone B di Serie C 2017/2018. Dopo Stefano Antezza del Renate , Davide Mondonico dell’AlbinoLeffe e Filippo Sgarbi del Südtirol, tocca oggi a Luca Magnino della Feralpisalò.

Ciao Luca. Innanzitutto presentati. Quali sono le tue caratteristiche tecnico-tattiche?
Ciao. Beh, sono un centrocampista che privilegia la fase difensiva a quella offensiva, puntando sulla corsa e sulla fisicità. Tatticamente, ho sempre giocato in una mediana a tre da mezzala. Prevalentemente, mi sono disimpegnato da mezzala destra ma non ho problemi nell’interpretare il ruolo anche a sinistra o giocare davanti alla difesa.

Hai affermato dunque di aver giocato praticamente sempre a tre. Ti piacerebbe cimentarti in una mediana a quattro?
A dire la verità, sì. Mi piacerebbe mettermi alla prova in un 4-4-2 e dimostrare le mie qualità in quel determinato spartito tattico.

Qual è il tuo curriculum della tua carriera calcistica fino a questo punto e quali allenatori sono stati importanti per la tua formazione e la tua crescita?
Io ho fatto tutta la trafila del settore giovanile all’Udinese. Sono stato in bianconero per 10 anni, fino alla Primavera della quale sono stato anche capitano e nella quale ho militato anche per 6 mesi da fuori quota. Poi nella scorsa stagione vi è stata la mia prima esperienza in una Prima Squadra con la Casertana, nella quale ho militato per 6 mesi. Da quest’anno sono alla Feralpisalò. Tra i vari allenatori, mi piace ricordare Mattiussi, il tecnico della Primavera dell’Udinese che mi ha dato la fascia di capitano. Poi entrambi i tecnici che ho avuto alla Casertana e con i quali mi sono trovato bene, ossia Tedesco ed Esposito e quelli che ho avuto qui a Salò: Serena e da 10 giornate Toscano.

A proposito di Toscano, che tipo di allenatore è?
Un bravissimo tecnico capace di mantenere sempre alta l’asticella dell’attenzione. Ci fa allenare e lavorare con molta intensità, come è giusto che sia.

A proposito dei playoff. Manca ancora la certezza matematica ma, scaramanzie a parte, al 99% siete già dentro questa fase. Vi state già preparando specificatamente?
Innanzitutto, come hai detto tu, arriviamoci prima ai playoff e conquistiamoli matematicamente. Poi da un paio di settimane stiamo lavorando forte e intensamente, concedendoci poco riposo. Tutto lavoro che servirà poi nei playoff, durante i quai a far la differenza potrebbe anche essere la gestione del lavoro nei primi caldi.

Quale obiettivo vi ponete per i playoff?
I playoff saranno lunghi e faticosi, una vera e propria lotteria. Noi dovremo dare sempre qualcosa in più, senza porci limiti. Ma soprattutto ci dovremo far trovare pronti.

Nei playoff la Feralpisalò potrà contare su un Simone Guerra che sta segnando a raffica in questa stagione. Si tratta della vostra “arma in più”?
Si tratta di un giocatore sicuramente fondamentale per noi. Per lui parlano i numeri. Ma oltre alla finalizzazione, fa anche un lavoro incredibile che permette pure agli altri di inserirsi e di segnare.

La Feralpisalò in rosa ha anche giocatori che hanno già saggiato la Serie A e la Serie B. Ad esempio, Caglioni ed Emerson. Quanto è importante per la tua formazione avere compagni di squadra esperti?
Beh, da questo punto di vista posso ritenermi fortunato. Sono calciatori che benché abbiano un curriculum importante non hanno perso l’umiltà. Sono persone squisite e professionisti che fungono da esempio e mi stanno aiutando a crescere.

Nel tuo periodo all’Udinese hai avuto l’opportunità di allenarti con la Prima Squadra?
Sì, quando l’allenatore dei friulani era Colantuono mi sono allenato spesso con i “grandi” e con Delneri sono stato anche in panchina in un’occasione. In quei frangenti, è stato davvero incredibile. Ti rendi conto della qualità che hanno i calciatori professionisti.

Giunge all’uopo questa domanda: a quale calciatore ti ispiri?
Ti stupirò perché non ti farò un nome dei soliti fenomeni da Champions League, ma ti dico che mi ispiro moltissimo a Giampiero Pinzi. Un calciatore che mi ha sempre attirato per la sua grinta e per la sua voglia di combattere. Non a caso è soprannominato il “Gladiatore” ed è stato per me un onore aver avuto la possibilità di giocare contro di lui (contro il Padova, ndr). Sarebbe per me già fantastico fare un decimo di quanto ha fatto lui in carriera.

Qual è il tuo sogno calcistico e quale l’obiettivo realizzabile a più breve termine?
Il mio sogno penso che sia comune a tutti i calciatori della mia età ed è quello di giocare in Serie A. A breve termine punto solamente a migliorarmi.

Sei stato a Caserta e ora sei a Salò. Che differenze stai notando tra i due ambienti?
Beh, sono due bacini di utenza diversi. Caserta è più grande, è una piazza calda e prestigiosa che vive di calcio. Salò però, pur essendo più “piccola”, ha un gruppo comunque appassionato di tifosi che ci segue sia in casa e anche in trasferta. Non si corre il rischio di giocare in un ambiente “piatto”, assolutamente. Poi, indirettamente, un ambiente più piccolo ti dà anche il vantaggio di non essere troppo schiacciati dalla pressione.

Hai scelto il numero 8 come numero di maglia. Hai qualche motivazione particolare?
No. L’ho scelto semplicemente perché è il numero che identifica il mio ruolo.

In conclusione, un pensiero alla situazione del tuo girone. Il Padova è gia in B?
Io penso che Reggiana e Sambenedettese facciano bene a sperare ancora, ma se il Padova non si fa prendere dalle stesse tensioni che ogni tanto colpiscono le squadre di vertice, come per esempio è capitato all’Alessandria lo scorso anno, si può già considerare in cadetteria.