Cagliari, dalla salvezza per demeriti altrui al rischio Serie B: una lenta e pericolosa agonia
Non se la passa bene il Cagliari, trafitto ieri sera a San Siro con punteggio di 4-0. Non è contro l’Inter che bisogna fare i punti salvezza, si dirà, eppure proporzioni della disfatta e linguaggio del corpo dei calciatori dipingono un quadro a tinte fosche della condizione dei rossoblu.
Per mesi, nonostante un andamento a dir poco discontinuo, tutto l’entourage che ruota attorno alla squadra – addetti ai lavori, siti tematici, tifosi, etc. – ha dibattuto su un gruppo che più che onorare la Serie A stava vivacchiando. E che si sarebbe salvato per demeriti altrui perché, in fin dei conti, in Italia 3 squadre peggiori gira e rigira le trovi.
Il problema è che quest’anno, nonostante un girone d’andata che prometteva il contrario, di Crotone/i ce ne sono parecchi. In tanti si sono svegliati dal torpore della prima metà di campionato, pronti a rifarsi sotto per evitare la debacle della cadetteria, devastante sul piano economico e dello status societario. Salutato Massimo Rastelli, colpevole di non aver dato al club campione d’Italia 1969-70 il definitivo salto di qualità dopo la promozione ottenuta nel 2015-2016, la società presieduta da Tommaso Giulini si è affidata a un ritorno di fiamma, quel Diego López idolo dei tifosi da calciatore – 314 presenze in prima squadra – già tecnico di Giovanissimi e Primavera ad Asseminello prima dell’esperienza da vice e capo allenatore nel periodo 2013-2014. Dopo, le non proprio positive parentesi Bologna e Palermo e poi il ritorno, stavolta nella nuova cornice della Sardegna Arena: conosce la categoria (ma da tecnico…?), qualcuno avrà pensato, ricompatterà l’ambiente. Amen.
Sommando le gestioni Rastelli-López, il Cagliari ha subito sinora 56 reti (1.70 a partita), segnandone 30. L’attacco rossoblu – in estate da molti considerato un lusso per la medio-bassa classifica, date qualità e abbondanza: Diego Farias, Marco Sau, Leonardo Pavoletti… – ha continuato a stentare nonostante gli innesti del sorprendente coreano del nord Han Kwang-Song e del nazionale under 20 colombiano Damir Ceter.
Né sta pagando, negli altri reparti, la scelta di affidarsi a giocatori di provata esperienza, al cosiddetto usato garantito. Rosa alla mano, il Cagliari ha fra i tesserati Marco Andreolli, Luca Cigarini, Leandro Castán e Simone Padoin, gente che la A la conosce come le proprie tasche.
#Carli (nuovo ds del #Cagliari): “Mercato? È l’ultimo dei problemi. Ora l’unico obiettivo è quello di restare in #SerieA, perché se pensiamo che questa vittoria valga la salvezza siamo rovinati” pic.twitter.com/RNwlTvSDvd
— Mauro Cossu (@maurocossu90) April 14, 2018
Quando mancano 5 partite, il calendario è poco amico: la chiave è Cagliari-Bologna di domenica 22 aprile. Anche perché il resto – SAMPDORIA, Roma, FIORENTINA, Atalanta (in maiuscolo le trasferte) – mette paura: punti rischia di raccoglierne veramente pochi e non si può dire lo stesso delle dirette concorrenti.
Ciò che impressione, in ogni caso, è la rassegnazione con cui l’XI rossoblu scende in campo partita dopo partita. Nonostante la mini-riscossa di sabato con l’Udinese (2-1), l’involuzione è netta.
Non resta, ai tifosi sardi, che sperare nel risultato delle altre e che i 5 punti e le 3 posizioni di vantaggio sul terzultimo posto reggano sino alla fine.
Una retrocessione proprio ora che sta decollando il nuovo stadio sarebbe amara. La beffa delle beffe.