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Renzetti e il Lugano passato, presente e futuro

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Il giorno dopo la conferenza stampa di presentazione, da parte del Lugano e del presidente Renzetti, di Guillermo “Guille” Abascal come guida tecnica del Lugano, vale la pena di provare ad analizzare il momento bianconero, e di fare qualche ipotesi.

Alla fine, la squadra sottocenerina si è aggrappata all’unica sua vera certezza, il Pres. Ieri, Renzetti è stato, suo malgrado, la vera stella: ha raccontato come si è arrivati alla scelta del tecnico iberico, e tutti i retroscena legati all’addio di Pier Tami. Si è commosso, il massimo dirigente bianconero, parlando del tecnico nativo di Clusone, in Val Seriana, e ha avuto parole di elogio nei suoi confronti, e per il suo staff. Poco prima, Tami aveva salutato, via Twitter, società e tifosi.

Ha spiegato di aver contattato anche Zeman, di avere pensato addirittura un clamoroso rientro di Tramezzani (“Qualcuno in società mi ha detto che la squadra avrebbe fatto 6 punti solo a vederlo entrare in spogliatoio”). L’altro nome, Ciriaco Sforza, non ha convinto del tutto il Pres nonostante, a suo dire, l’ex giocatore di Inter e Bayern Monaco avesse dato piena disponibilità. Alla fine la scelta è caduta su Abascal che, a dispetto della giovane età (compirà 29 anni tra pochi giorni), può garantire un progetto futuro.

Abbiamo conosciuto di persona il tecnico spagnolo in occasione del Galà del calcio svizzero, a Lucerna, quest’inverno: persona brillante e spiritosa, al di là di una preparazione tecnica (L.C.A.F.D. / Master Course in Physical Conditioning in Soccer/ UEFA PRO) che lo rende un professionista non certo banale, nonostante non possa vantare una carriera da calciatore degna di nota.

Si è fatto apprezzare a Chiasso per i metodi di lavoro e, soprattutto, per il bel gioco mostrato nel girone d’andata. Al ritorno, con il suicidio del Wholen, che ha optato per la retrocessione volontaria, è inevitabilmente calato il livello di andrenalina del gruppo, con tutto ciò che ne è conseguito, al netto di una vicenda (la denuncia, da parte della società, di un tentativo di corruzione di alcuni giocatori, subito fatto presente ai dirigenti perché prendessero provvedimenti) che può darsi abbia avuto qualche strascico mentale sul gruppo. Dopo l’esonero, però, a mezzo stampa il tecnico aveva fatto sapere che avrebbe voluto continuare il proprio lavoro in Svizzera: ed è stato accontentato.

A Lugano, lo spagnolo ritroverà Eris Abedini, classe 1998, nazionale rossocrociato U20, uno di cui si parla un gran bene. Di certo, sarà importante ritrovare la voglia e lo spirito giusti già da sabato sera, quando a Cornaredo arriverà il Thun dell’ex Tosetti, una squadra che, negli ultimi tempi, ha ritrovato gioco e convinzione. Il Sion, con il quale i bianconeri s’incroceranno mercoledì sera in Vallese, andrà invece a Lucerna, campo ostico per tutti: e, ovviamente, in Ticino si augurano che rientri a mani vuote.

Le prime parole di Abascal, in conferenza stampa (trasmessa in diretta streaming ieri da RSI e FC Lugano) sono state fiduciose e grintose. A chi gli faceva presente i dubbi di molti legati all’età e inesperienza, lo spagnolo ha così risposto: “Parlerà ‘el verde’, il campo. L’importante è la determinazione e credere in ciò che si fa. Sono tranquillo, convinto, e mi sento pronto per questo compito. Parlerò individualmente con ogni giocatore per capire cosa mi può dare ognuno di loro, e se qualcuno non se la sentirà, farò le mie scelte. Devo capire come giocare per fare male all’avversario, e non per subirlo. Ho avuto delle opportunità di andare ad allenare in Italia, ma ho accettato Lugano perché sono convinto che potrò fare bene.”

In conclusione, Renzetti, ancora una volta, ha tentato la scommessa a rischio, come lo scorso anno con Tramezzani. Certo, c’è la consapevolezza del momento difficile tanto che, per la prima volta, si è parlato seriamente di un piano B. Non era scontato: negli ambienti giornalistici, ai tempi di Zeman, si diceva che, in caso di retrocessione, il Pres sarebbe andato in Piazza Riforma (sede del Comune di Lugano), e avrebbe messo le chiavi di Cornaredo sulla scrivania del sindaco. Il fatto, invece, che il massimo dirigente bianconero, implicitamente, abbia confermato il proprio impegno con qualunque scenario possibile, regala all’ambiente un po’ di serenità.

Certo, pesano alcuni nodi irrisolti (i contratti di un paio di giocatori chiave, per esempio): ma è anche vero che i giocatori sono professionisti che hanno ben presente quali siano i loro interessi. In ogni caso, sabato, a Cornaredo, ci saranno in palio non solo tre punti, ma una fetta importante della stagione. E noi di MondoSportivo saremo là, per raccontarvela dal vivo, in tempo reale.