Primo Piano

Questione di DNA

Dopo l’andata dei quarti di finale di Champions League, salvo clamorosi colpi di scena, possiamo già stilare la lista delle 4 semifinaliste: tutte le doppie sfide sembrano ormai decise, con Liverpool, Real Madrid e Barcellona che hanno messo 3 gol tra sé e l’avversario di turno, e il Bayern Monaco che ha vinto in trasferta mettendo a referto 2 reti, un’ottima garanzia in vista del ritorno all’Allianz Arena.

Le semifinali che si prospettano saranno dense di storia, tradizione, DNA europeo. A partire dal Real Madrid, regina incontrastata di questa competizione. Una squadra, quella di Zidane, attualmente terza in classifica nella Liga, capace di perdere punti in campionato contro squadre mediocri, ma inarrestabile in Champions League, soprattutto dagli ottavi di finale in poi. Le lezioni impartite a PSG e Juventus sono indicative, in questo senso: lo spessore del Real in queste sfide ha ridimensionato due autentiche corazzate, due squadre con le carte in regola per arrivare fino in fondo; è come se il Real portasse in campo le sue 12 coppe, rendendo l’avversario piccolo piccolo al proprio cospetto.

Le altre tre, poi, sono a braccetto nella classifica di Champions League vinte: tutte e tre a quota 5, e tutte e tre si sentono strette nel gradino più basso del podio; ognuna brama l’idea di fare un passo avanti e diventare la sola, vera terza forza d’Europa, avvicinando il secondo gradino del podio occupato dal Milan, nobile decaduta ma pur sempre habitué di questa competizione. La coppa dalle grandi orecchie ha un richiamo particolare per queste società: Barcellona e soprattutto Bayern non possono accontentarsi di vincere il campionato, l’obiettivo numero uno è sempre la Champions League, e non vincerla è quasi un fallimento.

Discorso diverso per il Liverpool, da anni mai in corsa per il primato in Premier, ma sempre pronto a fare la voce grossa in Europa. I reds non sono quasi mai nel novero dei favoriti in Champions League, eppure riescono sempre a sorprendere. Come nel 2005, dove l’orgoglio e la magia della squadra trascinata dalla Kop hanno fatto la differenza in un cammino culminato con la grande rimonta di Istanbul. Come nel 2007, quando i sogni di gloria si sono frantumati solo in finale. Il Liverpool di quegli anni non era la squadra più forte d’Europa, eppure ha saputo imporsi. Il Liverpool di quest’anno non è la squadra più forte del continente, tanto meno d’Inghilterra, ma nella vera notte di gala della propria stagione ha saputo annichilire lo squadrone di Guardiola.

In queste notti alcune maglie sono più pesanti di altre, il numero cucito sulla manica della maglietta aumenta la consapevolezza di chi la indossa e, allo stesso tempo, fa tremare le gambe a chi deve fare i conti con un ambiente intriso di storia e di ricordi di grandi successi. A meno che il ritorno dei quarti di finale non ci sconvolga con qualche inaspettato ribaltone, possiamo già gustarci l’idea di due semifinali in cui ci sarà la crème de la crème del calcio europeo.