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120 anni di Renault: le tre vite del marchio francese. Cap. I – 1898: Type A voiturette

Nel corso dei suoi 120 anni di esistenza, Renault ha avuto tre vite. Quella del fondatore (1898-1944), quella dell’industria pubblica in cui era nota come Régie Nationale des Usines Renault (1945-1995) e quella di Renault SA (1995-oggi). Tre vite che in realtà ne fanno una sola, quella di un costruttore automobilistico che ha sempre saputo adattarsi ai cambiamenti della storia, che è sempre riuscito a trasformarsi seguendo le evoluzioni della società e dell’economia.

Fonte: Comunicato Stampa Renault

In questi 120 anni Renault non ha mai smesso di essere al centro delle aspettative dei suoi clienti sempre più numerosi e lontani, di essere nel cuore pulsante della vita del settore automobilistico e delle sue aspirazioni, valutando e analizzando i cambiamenti sociali di un mondo letteralmente innamorato della mobilità dove la libertà di muoversi, viaggiare, intraprendere percorsi è diventata giorno per giorno sempre più necessaria. La longevità di Renault si è costruita sulla comprensione degli stili di vita e delle abitudini, sulla volontà di porre la componente umana al centro del mondo delle automobili e della tecnica.

L’automobile è figlia della seconda rivoluzione industriale, quella che ha sconvolto il XX secolo ai suoi esordi. In questa avventura tecnica e umana dove le passioni trovano libertà di espressione, l’automobile si presenta come un catalizzatore di progresso e sviluppo. Ma in prima fila non ci sono solo gli ingegneri e i meccanici. C’è anche il pubblico, quello che nel corso del secolo si sarebbe trasformato in utenti. Il pubblico vive subito l’auto come una passione. Innanzitutto, quella di veder passare questi veicoli in grado di spostarsi da una città all’altra più velocemente della ferrovia che fino a poco tempo prima era il simbolo del progresso tecnico. Poi l’idea di proiettarsi nel futuro, di vedersi un domani dietro al volante per vivere la nuova passione della guida, forse per alcuni provare l’ebbrezza di sentirsi piloti. Infine c’è anche questa nuova libertà, quella che consente di andare dove si vuole, senza vincoli, e naturalmente sempre più veloci.

1898: Type A voiturette

È da questa passione che vengono alla luce nel 1898 le auto Renault. Tutto nasce da un giovane appassionato di meccanica, Louis Renault, un uomo molto attratto da queste nuove macchine che stanno rivoluzionando i mezzi di trasporto individuali. Nella rimessa della proprietà di famiglia a Boulogne-sur-Seine, vicino a Parigi, costruisce la sua prima automobile. Con tutto l’ottimismo dei suoi ventuno anni, Louis Renault progetta un veicolo diverso. L’intuito lo porta a realizzare un telaio tubolare, leggero e rigido destinato a sostenere un piccolo motore De Dion da 1,75 CV. Il senso tecnico lo spinge ad innovare la trasmissione, prendendo spunto un po’ da tutti i nuovi ritrovati. Lascia perdere i sistemi classici di catene e cinghie per andare verso un albero a giunti cardanici con differenziale. Ma la passione per la tecnica lo guida verso l’utilizzo di un cambio a tre rapporti, dove l’ultimo pignone era montato in presa diretta con le ruote posteriori. Il suo lavoro rivoluziona le conoscenze in materia di trasmissione portando alla luce una piccola auto perfettamente adatta a un motore di scarsa potenza e peso molto contenuto. Era così nata la Renault Type A.

Ora non gli rimaneva altro da fare se non convincere gli altri e condividere questa passione. La sera di Natale del 1898, Louis Renault decide di recarsi con la sua vetturetta a Montmartre, percorrendo rue Lepic, la più ripida di Parigi. Un vero successo. Gli spettatori, peraltro numerosi, salutano questo exploit come una vittoria dove si mescolano sfida sportiva e spirito di innovazione. L’evento sancisce la nascita di una marca automobilistica, Renault, perché proprio da questa salita scaturiscono i primi ordini: dodici veicoli richiesti, con tanto di caparra. Renault non ha ancora uno stabilimento né una società. Questa sarà creata poco dopo, punto di partenza di una straordinaria avventura industriale.