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Top Class – “Il colore dei soldi” tra Dybala e Higuaín. André Silva interpreta “La recluta”, Immobile “Die Hard”

Il film della ventottesima giornata di Serie A è una pellicola in bianco-nero, che tocca corde tra noir e azione e sposta il tema tecnico di giornata sul rapporto di coppia. Rapporti ambigui ma intensi, differenze caratteriali e l’eccezione del tipo solitario. Se Dybala fa “il Tom Cruise” e gioca a stecca, André Silva è “La recluta” in cerca di vendetta. Tra i due migliori protagonisti in divenire, Ciro Immobile si insinua al 95esimo di Cagliari… “Duro a morire”.

Il “Colore dei soldi” è più che un buon motivo per dare libero sfogo al suo esibizionismo di marzo. Il doppio colpo che stende l’Udinese è una partita a stecca che pone Dybala nelle vesti di Tom Cruise nella pellicola anni ’80. Il calcio piazzato è un colpo ad effetto che non scompone il suo mentore Higuaín, novello Paul Newman, il quale lo assiste e lo imbecca per i raddoppio: il servizio dell’argentino più esperto cela tasso tecnico ancora inarrivabile per il giovanotto, oltre che ambiguità di rapporto nel cuore del gioco.

L’approccio all’intesa è una strada insicura per Andrè Silva, che nel rapporto con Gattuso si dà arie da Charlie Sheen dinanzi a Clint Eastwood. “La Recluta” portoghese mette in gioco la strafottenza “palla al piede” dei suoi vent’anni di talento. L’esperto tutore della legge rossonera mette in riga i suoi eccessi con le cattive. La differenza di età rimarca caratteri agli estremi ma produce l’intesa perfetta che sbanca Marassi rossoblù: la torsione di testa – su assist di Suso – getta la maschera sulle reali predisposizioni della recluta … “strafottente di talento, ma prima punta del momento”.

Rifiuta l’intesa e chiude i rapporti per un giorno a Cagliari. Ciro Immobile è il “Duro a morire” che salva la situazione allo scadere. Modi sgraziati, la dea bendata che lo accarezza all’improvviso e l’avversario stordito sull’asfalto. La punta laziale è John McClane che abbatte un elicottero guidando una macchina che sbanda: il colpo di tacco sul cross di Felipe Anderson è un atto di follia da ultima cartuccia, un gesto disperato dell’esempio malconcio, l’ultimo sforzo dell’eroe ferito. Un tipo solitario, il “duro a morire” di giornata.