La rondine Astori nel week-end più triste
Si è concluso a San Siro, con Inter-Napoli, il week-end più triste del nostro calcio. È stato il turno in cui tutte le categorie, dalla Serie A ai giovanissimi provinciali, hanno celebrato Davide Astori, il capitano della Fiorentina ormai scomparso più di una settimana fa, regalando momenti di silenzi assordanti, lacrime e commozione. Fino a far passare in secondo piano, quasi a relativizzare, l’importanza del calcio giocato. Ieri sera, a San Siro il minuto di silenzio è stato accompagnato da un filmato dedicato al difensore 31enne, con la meravigliosa “Le Rondini” di Lucio Dalla in sottofondo. E così, ho pensato che per tre giorni, Astori sia stata davvero una rondine che ha fatto visita ai campi di tutta Italia, guardando dall’alto e in libertà quello sport a cui ha deciso di dedicare la propria vita.
Spiccando il volo dalla Chiesa di Santa Croce di Firenze, dove si è svolto il triste funerale nella giornata di giovedì, ha cominciato il proprio viaggio venerdì sera all’Olimpico, tra gli applausi e i cori dei tifosi della Roma: i suoi tifosi per una stagione, tra il 2014 e il 2015. Sabato è stato il momento della visita ai campi di una parte della Serie C (il Girone A) e quasi tutta la Serie B: la rondine Astori è passata anche da Cremona, dove con una cerimonia commemorativa pre-gara i tifosi grigio rossi hanno voluto dedicare un sentito ricordo al loro caro ex giocatore, passato dal “Zini” agli inizi della sua carriera. Ma anche la Primavera della sua ultima squadra, la Fiorentina, ha pianto per lui, prima di dedicargli sul campo la vittoria contro la Juventus: proprio quei ragazzi che oggi sognano di poter fare del calcio il proprio mestiere, come accaduto ad Astori, si sono abbracciati tutti insieme in entrambi i gol segnati, prima di sollevare al cielo la maglia con il numero 13. Dal “Gino Bozzi”, Astori è infine volato al “Bentegodi”, dove si è giocato il sentito Derby della Scala tra Chievo ed Hellas, raccogliendo gli applausi uniti di due tifoserie profondamente divise.
Il viaggio è ripartito domenica, quando Astori ha potuto fare tappa in quella che è stata la sua ultima casa: Firenze. Chissà cosa avrà pensato vedendo le lacrime dei tifosi e dei suoi ex compagni, i cori e le toccanti coreografie del “Franchi”, due squadre che al 13′ decidono di mettere il pallone in rimessa laterale per dedicargli un intero minuto di applausi e di pensieri. Ma anche vedendo il tributo ricevuto da Vitor Hugo sul gol che ha permesso alla Fiorentina di vincere contro il Benevento nella gara più surreale della storia viola, portando la mano in segno di saluto militare di fronte alla maglia del suo ex compagno; o il nuovo capitano Badelj che al termine della gara viene consolato da compagni, avversari e arbitri. Tutti uniti sotto un cielo che non ha mai smesso di piangere per tutta la partita.
Con qualche, inevitabile lacrima di commozione per tutto l’affetto ricevuto, la rondine Astori ha spiccato nuovamente il volo, andando a far visita ai campi che ieri pomeriggio hanno ospitato delle partite, dalla Serie A alla Terza Categoria, in tutta Italia: perché dovunque gli è stato dedicato almeno un minuto di silenzio. E anche qui è stato difficile trattenere le lacrime: basterebbe guardare le immagini di Buffon, seduto in panchina con gli occhi lucidi rivolti verso lo schermo che trasmette il video commemorativo per capire il clima in cui si è scesi in campo. Ma gli applausi e le lacrime sono arrivate anche da Cagliari, la città dove ha giocato più a lungo in carriera: sei lunghi anni che lo hanno fatto entrare nel cuore dei tifosi rossoblù, che più di tanti altri hanno potuto apprezzarne la correttezza, l’attaccamento alla maglia, l’atteggiamento da calciatore “d’altri tempi”, come si è ripetuto tante volte in questi giorni. La maglia numero 13, ritirata ufficialmente dalla società sarda assieme ai viola settimana scorsa, è ora in una bacheca del corridoio del museo del club, con la scritta “onoratela!” sullo sfondo: un appello di cuore a giocatori e tifosi a rispettare quei colori e lo stesso ricordo del difensore che ha tanto amato Cagliari e la sua squadra.
Astori è passato anche a Reggio Emilia, dove al “Mapei Stadium” Antenucci e Babacar gli hanno dedicato i rispettivi gol, facendo passare quasi in secondo piano il peso di una gara assai importante in ottica salvezza. Infine, il suo viaggio è continuato a Genova per poi concludersi, appunto, a San Siro, dove tra le note della canzone di Dalla ha salutato tutti, per un’ultima volta:
“Vorrei girare il cielo come le rondini. E ogni tanto fermarmi qua e là. Aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici. E come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità. Vorrei seguire ogni battito del mio cuore per capire cosa succede dentro e cos’è che lo muove. Da dove viene ogni tanto questo strano dolore. Vorrei capire insomma che cos’è l’amore. Dov’è che si prende, dov’è che si dà. Sogni, tu sogni nel cielo dei sogni”