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Mai morti: un Basilea che sorprende ancora

Non abbiamo paura a dirlo: questo Basilea ci ha colto davvero di sorpresa. Le ultime esibizioni (anche se, in campionato, i renani si sono visti rimandare due incontri su due nei fine settimana precedenti alla partita di ieri) avevano infatti visto una squadra svuotata e senza una precisa identità.

La semifinale di Coppa svizzera contro lo Young Boys, di fatto l’ultima partita ufficiale dell’undici di Wicky prima di quella di ieri sera in Champions League, è apparsa, infatti, a noi e a tutti i principali commentatori elvetici, come un vero e proprio passaggio di testimone tra le due compagini. Forti, organizzati, concreti e volitivi i gialloneri, contrapposti a un undici rossoblù apparso timoroso, coi nuovi giocatori spaesati, e senza una disposizione tattica in grado di creare problemi agli avversari.

Gli elvetici, ieri sera a Manchester, sono scesi in campo consapevoli del loro destino segnato (statisticamente, nessuna squadra, nella storia delle competizione europee, ha mai rovesciato uno 0-4 casalingo, al di là delle oggettive differenze di valori in questa occasione): si voleva, però, provare a fare una bella figura, e ritrovare morale. E la missione è stata compiuta in pieno, per la gioia dei ragazzi della Muttenzkurve, arrivati in gran numero in Inghilterra, dove hanno sostenuto, senza sosta, per tutti i 90′, i propri beniamini.

Al di là degli indubbi demeriti dei ragazzi di Guardiola, che hanno preso l’impegno sottogamba, illusi anche dalla facilità con la quale sono andati in gol nei primi minuti, il Basilea ha infatti offerto una buona prestazione. I Citizens hanno ovviamente dominato sul piano del possesso palla (oltre 72% a fine partita) ma, dopo aver subito il gol del pareggio, non hanno quasi mai creato situazioni pericolose per la porta difesa da Vaclík. Con ben 5 seconde linee in campo, sono saltati i collegamenti principali, nonostante si trattasse, ovviamente, di individualità notevoli.

Oltre a questo, i ritmi troppo bassi imposti dal City hanno favorito l’undici di Wicky, quasi sempre puntuale nelle chiusure. I renani, ieri sera, sono apparsi aggressivi a centrocampo, veloci a ripartire quand’era necessario, e con un Elyonoussi in grande spolvero. Wicky ha anche avuto una bella intuizione, mettendo Frei al centro della difesa a tre: l’ex Mainz si è disimpegnato bene, senza far troppo rimpiangere Balanta.

Lang (nella foto, la sera della premiazione agli Swiss Awards di Lucerna) ha giocato finalmente ai suoi livelli, trovando ancora una volta la rete decisiva (dopo quella contro l’altro Manchester al St Jacob-Park, nei gironi di qualificazione), e anche Riveros, sull’altra fascia, ha limitato l’azione degli avversari e spinto quando necessario: sua la percussione e l’assist perfetto per il gol del pareggio. Un po’ in ombra, al contrario (ma non è una novità), il giovane Oberlin.

Insomma, la squadra ha mostrato, dopo una partenza di stagione primaverile a dir poco disastrosa, importanti segnali di ripresa. Si sono rivisti schemi, tenuta atletica, grinta e uno spirito di squadra che sembrava smarrito. Non era facile rimanere in partita dopo l’inizio disastroso (una rete subita, e una chiara occasione per raddoppiare da parte dei Citizens nei primi minuti): l’imbarcata era, insomma, dietro l’angolo.

Invece, i rossoblù hanno tenuto, si sono ritrovati, hanno colpito nella prima occasione loro concessa dagli avversari, e non si sono fatti ipnotizzare, nel prosieguo dell’incontro, dall’ossessivo possesso palla della squadra inglese, cercando sempre le ripartenze e trovando, appunto, la rete decisiva, grazie soprattutto alla caparbietà di Elyonoussi il quale, da ieri sera, avrà senz’altro parecchi nuovi estimatori: insomma, le casse del club renano potrebbero ricevere, quest’estate, qualche milione di franchi.

Probabilmente, è tardi per raddrizzare la stagione: le statistiche sono tutte contro il Basilea, il quale ha sì due partite da recuperare (mercoledì prossimo sarà atteso a Losanna), ma 14 punti di ritardo in classifica da uno Young Boys che, tra l’altro, non perde un colpo. Però, considerato che Lang ha più volte detto che intende rimanere, ci sono senz’altro i prodromi per ripartire nella prossima stagione.

Con Wicky? Certo, il giovane tecnico (è nato nel 1977), originario di Leuggern, in Argovia, ha lasciato a volte perplessi, per le proprie scelte tattiche, senza contare che, in alcune occasioni, ha dato la sensazione di non riuscire a dare le giuste motivazioni al gruppo, e di faticare oltre il dovuto a inserire i nuovi arrivi, peraltro nazionali rossocrociati e già passati dalle parti del St Jacob-Park.

Tuttavia, ha saputo battere i due Manchester in Champions League: due imprese che resteranno negli annali del calcio elvetico. La sensazione è che la dirigenza, nuova anch’essa, possa considerare questa come una stagione di transizione, e valutare tutto come un prezzo da pagare per la crescita di gruppo e ambiente: il Basilea visto ieri sera è una squadra che può tranquillamente tornare a vincere in Svizzera. Staremo a vedere.

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Silvano Pulga