A Wrestlemania andrà in scena Brock Lesnar vs Roman Reigns. È stato il Mastino ad uscire vincitore dall’Elimination Chamber che stavolta ha visto protagonisti ben 7 lottatori. Considerando le ridotte chance di The Miz (già campione intercontinentale) ed Elias, restavano in 5 a giocarsi il posto nel main event dello show più prestigioso dell’annata.
Chi poteva temere che venisse offerta a John Cena la chance di puntare al record dei 17 titoli mondiali ha tirato un sospiro di sollievo, su Finn Balor probabilmente ha pesato il ruolo non ancora over raggiunto nel roster oltre ad un gap fisico incolmabile rispetto alla Bestia. Sulla carta Strowman rappresentava il candidato principale, ma abbiamo già compreso come la federazione ci punti fino ad un certo punto, sul più bello accade sempre qualcosa, o ci pensa qualcuno a rovinargli i piani e lo slogan “ora o mai più” è già andato a farsi benedire. Anche in questa occasione l’ex componente della Wyatt Family ha fatto il bello e cattivo tempo, collezionando un’incredibile serie di eliminazioni, alla fine ha però dovuto arrendersi alle spear del Mastino.
Nelle ultime settimane abbiamo rivisto un Seth Rollins in grandissimo spolvero, in primis in occasione del gautlet match, nel quale è rimasto per 65′ sul ring, riuscendo ad eliminare prima l’amico Roman, poi John Cena. Per il quarto anno consecutivo Reigns sarà presente al main event di Wrestlemania, da tempo divide il pubblico tra applausi e attestati di stima da una parte, fischi e disapprovazioni dall’altra. A mio modesto parere bisogna essere onesti e ragionare con il buon senso. Se qualcuno pensa di poter ricevere un lottato dal punto di vista tecnico al livello dei top di ogni decade, oppure le acrobazie insite nel dna dei pensi più leggeri… beh si pretende fin troppo. Qualcuno si ricorda il Batista dei primi anni sui ring WWE, fin dai tempi dell’Evolution? Impresentabile al microfono, impacciato sul ring, un paio di mosse di grande potenza e stop. Se poi Roman paga il fatto di vantare grandi parentele, non mi pare sia un caso isolato, è lunga la lista di wrestlers attualmente sotto paga di seconda, o terza generazione. Nulla di sorprendente. Le parentele di prestigio possono certamente aprire alcune porte, ma bisogna anche avere la personalità, gli attributi e lo spessore caratteriale per gestirle, conviverci e interpretarle come un ulteriore stimolo per continuare a migliorarsi.
Reigns non rientra tra i miei wrestlers preferiti, ma non nascondo il mio gradimento nei suoi confronti, sul ring è anche in grado di offrire match di grande spessore (vedi contro Sheamus nel penultimo Raw andato in onda), mi piace come tiene testa agli ambienti ostili e si sta impegnando nel migliorare al microfono. L’ultimo segmento contro Brock Lesnar (clamoroso e inaspettato assente) direi sia andato liscio in maniera ottimale, trasmettendo sensazioni possibili, quella rabbia, quell’orgoglio delle proprie radici, quella difesa verso lo spogliatoio hanno fatto centro. A parte Strowman la WWE ha scelto di mandare a Wrestlemania l’unico wrestler fisicamente in grado di reggere l’impatto contro la Bestia, come hanno testimoniato le precedenti sfide, nelle quali il Mastino ne ha prese tante, dimostrandosi però un ottimo incassatore e non perdendo mai la speranza di risollevare il match contro il cliente di Paul Heyman.
Con Ambrose ai box passiamo all’altro membro dello Shield. Seth Rollins pare essersi messo definitivamente alle spalle il periodo complicato, ha recentemente offerto match a cinque stelle e si candida a diventare il nuovo campione intercontinentale. Sicuramente non si tratta di un obiettivo semplice, The Miz (in questo momento uno degli indiscussi main eventer per carisma, personalità, appeal e lottato) farà di tutto per entrare nella storia e va considerata la variabile Balor, il primo campione universale che peraltro non ha mai ricevuto una chiara rivincita ed è quindi desideroso di alzare al cielo una nuova cintura.
Nell’ultimo ppv la divisione femminile ha compiuto un ulteriore passo in avanti, scrivendo un’altra pagina di storia nel partecipare al primo Elimination Chamber. Contro i miei pronostici Alexa Bliss è riuscita a prolungare il proprio regno, confermandosi una campionessa di grande resistenza e abilità, nonostante il gap tecnico rispetto a qualche avversaria. Asuka pare aver deciso di puntare al suo titolo in quel di Wrestlemania, anche se dal punto di vista qualitativo una sfida contro Charlotte Flair avrebbe rappresentato il top in circolazione. In molti hanno espresso gradimento, altrettanti delusione nei confronti dell’arrivo di Ronda Rousey e di come la WWE stia gestendo la sua storyline. Considerando il peso del nuovo acquisto e l’avvicinarsi verso Wrestlemania, i bookers hanno dovuto puntare su decisioni forti, in grado di creare interesse e portare la rivalità a livelli elevati. Il sottoscritto non nasconde curiosità nel vedere come proseguirà il duello tra HHH e Kurt Angle, vederli eventualmente in una sfida nello show degli immortali potrebbe costituire un valore aggiunto tra due autentiche leggende, anche se casi precedenti insegnano come sia spesso saggio andarci con i piedi di piombo e offrire un prodotto qualitativamente accettabile. Staremo a vedere, di sicuro il cazzotto rifilato da The Game nell’ultimo Raw all’ex campione olimpico riapre antiche ferite e dimostra come le scuse non siano state sufficienti per chiudere la polemica generata al momento della firma sul contratto di Ronda.
Nel frattempo John Cena va a caccia di un ruolo di primo piano nello show degli immortali, non essendo riuscito a raggiungere l’obiettivo né alla Royal Rumble, né all’Elimination Chamber. È facile da immaginare quale possa essere l’esito finale dei suoi tentativi. Spesso viene fischiato Roman Reigns per aver formalmente posto fine alla carriera di The Undertaker quando però il Phenom non ha mai dichiarato la fine dell’attività agonistica, senza poi scordare chi sia stato in precedenza ad interrompere la sua striscia vincente. In un eventuale match nel più importante appuntamento dell’annata non risulta semplice capire cosa entrambi potrebbero guadagnarci sotto il profilo della carriera, della reputazione, degli obiettivi. Probabilmente si tratta di una sfida che avrebbe dovuto andare in scena diversi anni fa, ad età diverse, in differenti step delle rispettive carriere, con stimoli ben più elevati. È però vero che a Wrestlemania la storia insegna, tutto può accadere e tutti, seguendo la strada del professionismo esemplare e delle bacheche ricche di cinture e riconoscimenti, meritano un altro, l’ennesimo Wrestlemania moment.