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Basta il rigore di Pjanić, la Juve s’impone ancora di misura sull’Atalanta: bianconeri in finale di Coppa Italia

cristiano barni / Shutterstock.com

La Juventus conquista la quarta finale di fila di Coppa Italia superando di misura anche al ritorno una coraggiosa Atalanta: decide un rigore di Pjanić al 75′, dopo il clamoroso palo di Gómez e la traversa di Douglas Costa. Esce comunque a testa alta la squadra di Gasperini, che ha dato vita a una gara molto combattuta sul piano fisico e del gioco, senza però riuscire a superare l’ottima difesa bianconera. 

All’Allianz Stadium, Juventus e Atalanta si giocano il primo posto nella finale di Coppa Italia: si riparte dal pesante 1-0 ottenuto dai bianconeri all’andata a Bergamo grazie alla rete di Higuaín (oggi assente per infortunio). Allegri si affida al 4-3-3 che ha fatto bene nelle ultime uscite, con Alex Sandro e Douglas Costa sugli esterni e Mandžukić, lasciando così in panchina Dybala. Giocano Marchisio e Chiellini, solo panchina per Khedira e Rugani. Dopo l’amara eliminazione dall’Europa League, l’Atalanta sogna il grande colpo per provare a regalarsi una finale da sogno: mancano Tolói (squalificato) e Petagna (infortunato), Mancini viene scelto per la difesa mentre Iličić e Gómez guidano l’attacco con Cristante alle loro spalle.

Sotto il nevischio di Torino, è l’Atalanta a cominciare con maggiore intensità la gara, mantenendo un buon possesso e aggredendo i portatori palla avversari, per poi ripartire con una serie di veloci fiammate e tentare di trovare la rete che riequilibri i conti. Una maggiore forza di volontà che, nei primi 20′, mette in difficoltà una Juventus piatta e molto imprecisa, ma che riesce comunque a limitare con la sua classica solidità difensiva i pericoli dalle parti di Buffon (ci prova solo Gómez in allungo sul taglio di Iličić, ma il tiro è debole e centrale). Con il passare dei minuti, però, anche i padroni di casa cominciano a crescere in intensità, riuscendo a dare battaglia in mezzo al campo e creando i primi pericoli quando le squadre si allungano: prima Mandžukić è bravo a farsi valere con il fisico in area contro Masiello, ma Berisha fa muro con il corpo sul suo tiro a botta sicura; poi, il portiere albanese respinge con un intervento poco pulito l’insidioso tiro-cross di Douglas Costa. I ritmi del finale di gara restano complessivamente molto alti, con le due squadre che lottano con buona aggressività e creano pericoli da entrambe le parti (finisce sull’esterno della rete per poco il violento sinistro di Asamoah al 44′), ma il risultato non si sblocca: al duplice fischio di Fabbri si rimane sullo 0-0

Nella ripresa, le due squadre tornano in campo giocando in maniera compatta più compatta ma con numerosi errori, con la gara che resta così imprevedibile: i bergamaschi provano ad alzare sempre di più il baricentro per trovare il gol, mentre la Juventus si copre senza rinunciare a creare pericoli offensivi. E infatti le occasioni migliori dell’inizio della ripresa capitano a Marchisio prima su una bella sponda di Mandzukic, con Berisha che respinge sul primo palo, poi con un tiro a giro che finisce troppo alto. Gli uomini di Gasperini faticando decisamente di più a creare gioco rispetto ai primi 45′, ma a circa mezz’ora dalla fine sfiorano il vantaggio: Gomez viene imbeccato in campo aperto con la difesa bianconera superata e fa partire il tiro dalla grande distanza a scavalcare Buffon in uscita disperata, ma il pallone prende un giro strano e colpisce la parte bassa del palo. Un brivido per Allegri e i suoi che, però, dopo circa un minuto vanno vicinissimi al gol: un Douglas Costa molto ispirato nella ripresa si porta spasso la difesa ospite e fa partire un gran destro a giro da fuori area, ma il pallone si stampa sulla traversa. Ma al 73′ arriva la svolta della gara: Lichtesteiner crossa in mezzo all’area per Matuidi, che viene spinto da dietro da Mancini e Fabbri decide di punire l’intervento con il rigore. Dagli undici metri, resta freddissimo Pjanić, che spiazza Berisha e porta avanti i suoi avvicinandoli alla finale. Un colpo psicologico durissimo per gli uomini di Gasperini, che provano a spingere nel finale per provare a riaprire il discorso qualificazione, ma faticano a trovare la freschezza e precisione avuta nel resto della gara. Una situazione tutta a favore dei ragazzi di Allegri, che con maturità gestiscono le sortite offensive degli avversari senza correre alcun pericolo, fino al triplice fischio dell’arbitro: la Juventus vince di misura anche il ritorno e vola in finale di Coppa Italia per il quarto anno di fila, esce a testa alta una buona Atalanta, a cui ora non rimane che dedicare tutte le proprie forze solo al campionato.

JUVENTUS-ATALANTA  1-0  (0-0) 

Juventus (4-3-3): Buffon 6; Lichtsteiner 6, Benatia 6, Chiellini 6.5, Asamoah 6.5; Marchisio (69′ Khedira 6), Pjanić 6, Matuidi 6.5; Douglas Costa (83′ Dybala sv), Mandžukić 5.5, Alex Sandro 5.5 (84′ Barzagli sv). A disp.: Szczęsny, Pinsoglio; Rugani, Höwedes, Sturaro. All.: Allegri 7
Atalanta (3-4-1-2): Berisha 6; Mancini 5.5 (76′ Rizzo sv), Caldara 6.5, Masiello 6; Hateboer 5.5, de Roon 6, Freuler 6.5 (87′ Barrow sv), Spinazzola 6.5; Cristante 5.5; Iličić (64′ Cornelius), Gómez 6A disp.: Rossi, Gollini; Palomino, Gosens, Castagne, Melegoni, Haas. All.: Gasperini
Arbitro: Fabbri della sez. di Ravenna
Marcatori: 74′ Rig. Pjanić
Note-Ammoniti: Chiellini, Pjanić, Matuidi, Alex Sandro, Mandžukić (J); Gómez, Masiello (A)