Alla vigilia di Francia-Italia under 19 e femminile, conosciamo Simone Leotta, uno dei talenti a disposizione di coach Salvatore Pezzano.
Simone non ha ancora compiuto 20 anni ma ha le idee chiare: crescere come giocatore e come uomo. In un ruolo delicato nel rugby league, quello di mediano di mischia (n. 7).
Tante le analogie, a ben guardare, con la storia recente del league italiano. Da Monza, la sua città, che ha ospitato un anno e mezzo fa la storica sfida di qualificazione mondiale fra Italia e Galles, alla militanza di club nei Brianza Tigers, stessa squadra di Giuseppe Pagani, veterano azzurro protagonista in diversi Test Match e amichevoli in Australia lo scorso autunno.
Ciao Simone, ti va di presentarti a lettori e appassionati?
Sono Simone Leotta, ho 19 anni, sono nato a Segrate e vivo a Monza.
All’età di 12 anni ho iniziato a giocare a Rugby Union a Monza; la stessa società nel 2016 mi ha contattato per partecipare ad un progetto di Rugby League, da cui è nata la squadra dai Tigers.
Reputi conciliabili i due codici del rugby?
Rugby Union e Rugby League sono due metodi di gioco similari tranne che per alcune situazioni di gioco.
Qual è il tuo ruolo in campo?
Nel rugby a 15 l’ allenatore mi reputa un “jolly”, il mio ruolo principale è il mediano di mischia ma spesso durante le partite mi sposta anche a flanker, centro o ala; mentre nel rugby a 13 gioco come mediano di mischia.
A quali eventi di rugby league hai partecipato di recente?
Quest anno ho partecipato a due incontri, uno a Monza e l’altro a Piacenza, nei quali sono stato selezionato per giocare nella Nazionale di Rugby League con mio grande stupore.
Cosa ti aspetti da Francia-Italia?
Come prima partita in Nazionale sarà un’esperienza bellissima a prescindere dal risultato, che mi farà crescere sia come giocatore, sia come persona.
In futuro mi piacerebbe essere convocato nuovamente per poter partecipare alle varie partite in programma ed arrivare agli Europei di Belgrado