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Fonte immagine: pagina Facebook ufficiale Philadelphia Eagles (@philadelphiaeagles)

È passato un po’ di tempo dal Superbowl, dalla magnifica vittoria degli Eagles, su ben più quotati Patriots. Il funble all’ultimo quarto, la ripartenza di Philly, New England che si è piegata alla grande voglia di un collettivo che ha riversato sul campo ben più delle risorse fisiche che aveva.

Emozionante, l’immagine in cui l’intera rosa si inginocchia a pregare, e significativa: fidatevi che non è un caso. Non è un semplice ringraziamento, ma è solo la parte finale di un processo di fede lungo, che va di pari passo con gli allenamenti.

A Philadelphia, nel quartier generale degli Eagles, c’è una stanza di preghiera in cui la domenica la squadra è chiamata a raccolta per ‘elevare lo spirito’, cosa fondamentale per gran parte di quella gente, anche al di fuori del mondo dello sport. Un’elevazione che spesso viene affossata dalla critica qui da noi, ma che invece troverebbe la propria realizzazione massima nell’abitudine a considerare la spiritualità parte fondamentale della vita, e dello sport. Da Gabriel a Castan, da Alisson a Cuadrado, da Kaka a Laura Giombini, da Hernanes a Rômulo, fino al ‘nostro’ Legrottaglie.

Loro, atleti che hanno scelto di unire fisico e spirito, così come tantissime persone comuni, che hanno capito che non è la pura forza, il semplice allenamento, a farti dare quel qualcosa in più che, proprio come nella meravigliosa Philly, ti consente di vincere quelle battaglie che sembravano già perse. Ricordate Davide contro Golia?