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Akragas, Di Napoli: “Non cerco alibi, venderemo cara la pelle fino alla fine”

Qualche settimana fa abbiamo raccontato a modo nostro delle vicissitudini dell’Akragas e di come il calciomercato invernale avesse riacceso un barlume di speranza tra i tifosi akragantini. Eppure, i risultati continuano a non arrivare e solo un punticino è stato racimolato senza cambiare, di fatto, la classifica. In un’annata nella quale non è prevista la retrocessione diretta, a meno di uno scarto di punti superiore a otto rispetto a chi sta davanti (la sedicesima), ogni momento può essere quello buono per dare una svolta decisiva all’intera stagione e riversare su un ipotetico playout tutte le frustrazioni e, allo stesso tempo, le aspettative di un’annata che, incredibilmente e forse inaspettatamente, si è rivelata più complicata di quella passata considerato anche l’handicap di non giocare mai tra le mura amiche.

Oggi, ad Agrigento c’è chi se la prende con la dirigenza, ma anche chi inizia a criticare il tecnico Raffaele Di Napoli chiedendogli le dimissioni (qualcuno parla persino di gestione dilettantistica). Naturalmente, riteniamo tutte le opinioni legittime. Però, a nostro parere, così come scrivemmo a suo tempo, c’è ben poco da rimproverare al mister.

E Di Napoli, uomo tutto d’un pezzo e come lo definimmo “padre della famiglia akragantina” ha ritenuto opportuno in queste ore rilasciare alcune dichiarazioni per raccontare ancora una volta la propria dedizione nei confronti del Gigante, nonostante tutto.

Riportiamo, quindi, di séguito le parole del tecnico: “In un anno e mezzo alla guida dell’Akragas non ho mai cercato alibi e mai li cercherò, nonostante si sia sempre lavorato tra mille difficoltà. Non abbandono la nave nel mezzo della tempesta. Non mi dimetto per dignità personale e professionalità. Non ho mai pensato di lasciare l’Akragas e mai lo farò. Alla gente e ai tifosi che rispetto tantissimo voglio ricordare che lo scorso 15 luglio è morta mia madre e tre giorni dopo sono subito corso a scegliere il materiale sportivo per l’Akragas, perché ritengo Agrigento la mia seconda casa. E ancora, voglio ricordare a quanti sponsorizzano altri allenatori, che il sottoscritto, in un anno e mezzo, ha lavorato in situazioni molto difficili e precarie e, nonostante tutte le avversità, è stata ottenuta una salvezza con una squadra imbottita di giovani. In questi mesi è stato fatto un lavoro straordinario e due dei tanti nostri giovani calciatori sono stati ingaggiati da club di Serie A, Leveque dal Torino e Tripoli dal Crotone. Per me e per il mio staff è motivo di grande orgoglio avere riconosciuto il lavoro svolto nella valorizzazione dei giovani da parte di società professionistiche. Nonostante le ristrettezze economiche del budget a disposizione, siamo una squadra che gode del rispetto di tutti e fa piacere ricevere, per il calcio profuso dalla mia squadra, i complimenti di club del calibro di Lecce, Catania, Siracusa, Catanzaro, Cosenza e Trapani per citarne alcune. Ancora una volta ci metto la faccia e continuerò a farlo sempre. Nel mercato di gennaio società di Serie B e C hanno preferito mandare i loro giocatori da noi, nonostante le note difficoltà, per valorizzarli ulteriormente. Tutto questo non fa altro che darmi uno stimolo in più per cercare di portare a termine il nostro obiettivo tra mille diffidenze e critiche, secondo me non costruttive. Posso dire a testa alta che sono un professionista serio ed un uomo che ha il Gigante nel cuore. Non sono come quella gente che ci ha criticato un intero anno e poi a maggio ha festeggiato con noi la salvezza. La nostra classifica è deficitaria ma posso assicurare che non molleremo di un centimetro e che venderemo cara la pelle contro qualsiasi avversario con l’obiettivo di centrare i play out e provare a salvare la categoria“.