È una delle “voci” del rugby italiano. Valerio Amodeo ha commentato su Nuvolari il Top 14 francese e l’allora Pro 12 (ora Pro 14).
Una delle menti che mandano avanti il noto sito NPR – Non Professional Rugby, lo abbiamo contattato per un’intervista sui temi del 6 Nazioni 2018, sulla stagione di Zebre e Benetton Treviso a livello di club e il ricambio generazione dell’ovale azzurra.
Ciao Valerio. L’Italrugby ha raccolto 2 ko in altrettanti turni del 6 Nazioni. Come leggere la situazione?
L’Italia sta mostrando a mio parere dei miglioramenti in attacco, in fase offensiva siamo ora più in grado di gestire il pallone nei 22 metri avversari. Prima invece ci perdevamo. In queste due gare siamo stati in grado di mettere in difficoltà le due squadre avversarie e lo dimostra l’essere andati in meta sia contro l’Inghilterra che contro l’Irlanda. Ahimè, al contrario stiamo avendo seri problemi in difesa, perché spesso non siamo efficaci e abbiamo avuto problemi nell’1vs1; sono stati concessi dagli azzurri poi troppi calci di punizione evitabili, quelle che vengono definite soft penalties per capirci. Tutto ciò ci ha portato a concedere molti punti in entrambe le partite.
Su questo possiamo lavorare, o c’è da rassegnarsi?
Mah, io non credo ci si debba rassegnare. Il ct O’Shea sta lavorando. Certo quelli che sono i punti deboli difensivi dell’Italia sono gli stessi delle Zebre, pur in crescita. Abbiamo avuto dei problemi in alcuni settori ma ci stiamo lavorando. Gli altri sono sempre avanti a noi quanto a livello ed efficacia. Per esempio, se rivedo la partita con l’Inghilterra, abbiamo preso una meta in prima fase e questo può essere in parte imputabile alle difficoltà difensive dell’Italia ma anche all’ottimo gioco degli inglesi.
È arrivato il tanto atteso ricambio generazionale?
Il ricambio generazionale c’è, si stanno venendo diversi giovani interessanti. Peccato ovviamente per l’infortunio di Licata, ma segnalo anche Minozzi che a 21 anni ha esordito all’Olimpico contro l’Inghilterra, giocando bene, così come con l’Irlanda. C’è da aspettare, il lavoro dell’Accademia finalmente un minimo si inizia a vedere. Forse ci si sarebbe aspettato qualcosa di più ma ecco che iniziamo a raccogliere quanto seminato. Lo dimostra l’Under 20 che, nonostante le sconfitte, sta dando del filo da torcere agli avversari esprimendo un netto salto di qualità. Nell’ultimo match ha messo in difficoltà enorme l’Irlanda, per dire.
Dalle franchigie italiane passa tanto del possibile progresso azzurro…
Al momento le vedo entrambe in crescita. Le Zebre nell’ultimo turno del Pro 14 hanno vinto per la prima volta in Irlanda, battendo il Connacht per 11-19, un risultato prestigioso e ben augurante. Storico direi. Treviso è alla quinta vittoria consecutiva, consolida il quinto posto e conferma il suo ottimo stato di forma. Che fosse all’altezza della competizione si sapeva già, ma è un traguardo importante ed è segno che si sta crescendo come club e movimento. C’è necessità naturalmente di continuare questa crescita.
Venendo al torneo in generale, chi hai visto meglio in questo inizio?
Al momento, personalmente vedo l’Inghilterra come la squadra da battere. Scherzando ma non troppo dico che deve fare di tutto per perdere questo 6 Nazioni. La spiegazione è semplice: dal punto di vista della rosa e del gioco espresso, è la più forte. Sta facendo meglio delle altre, non a caso contro un ottimo Galles è comunque riuscita a vincere. Impressiona l’Irlanda, mentre mi aspettavo qualcosa di meno dai gallesi. La Scozia s’è ripresa con una splendida partita con la Francia, anche se continua ad avere qualche problema di troppo tra le prime linee. La Francia invece poi è in uno stato particolare, molto delicato.
Che succede alla Francia?
Cambio dell’allenatore poco prima del 6 Nazioni, l’arrivo di Jacques Brunel, convocazioni che hanno “fatto discutere”. L’ex tecnico dell’Italia ha chiamato diversi giovani; inoltre dopo i fatti di Edimburgo sono stati allontanati dalla rosa diversi giocatori. Non saranno presenti nella partita di venerdì e questo per una nazione che vive di rugby e che ne è stata sempre ai vertici, è una situazione complessa.
Veniamo a venerdì. Si gioca a Marsiglia.
Che si giochi al Vélodrome è relativo. Il passaggio da Parigi a Marsiglia lo senti, sì, ma a mio parere si sarebbe sentito di più, come effetti sulla partita, che so passare da Roma a un’altra sede italiana. Certo ci sarà un clima “caldo” ma cambia poco; saremo sempre in trasferta come lo saremmo stati anche allo Stade de France.
Chi meglio di te, che lo hai commentato, può dirci qualcosa sul Top 14.
Le difficoltà in cui si trova la Francia riflettono, diciamo, quelli che sono la realtà e i paradossi del Top 14, il campionato di punta oltralpe. Ci giocano tantissimi stranieri, spesso in posizioni chiave; chiudono lo spazio ai francesi convocabili. Penso alle tante aperture e ai centri stranieri. Tutto ciò si ripercuote sulla nazionale, che incredibilmente stenta ad avere ricambi nei ruoli chiave nonostante la grande tradizione.
Sfrutteremo queste difficoltà dei francesi?
Diciamo che è una partita che l’Italia si può e si deve giocare. A livello di pressione, è tutta sulla Francia perché deve fare risultato. Arrivare a secco di vittorie dopo 3 turni sarebbe per loro clamoroso. Una vittoria serve anche a Brunel e ai giocatori, che devono riscattare le prestazioni non brillanti o comunque altalenanti fornite sinora. Tutto questo gli azzurri lo possono sfruttare.