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Primi in patria, i ferrovieri sono stati gli unici russi a vincere anche nell’andata dei sedicesimi di Europa League, confermando anche a livello internazionale l’attuale status di miglior squadra del paese. Un risultato quasi impensabile poche mesi fa, ma largamente meritato sul campo.

Una è già fuori, una è (quasi) passata. Le altre due dovranno sfruttare il fattore campo per ribaltare una prima sfida tutt’altro che convincente. L’analisi del ritorno europeo delle quattro squadre russe.

GRUPPO UNITO E CARATTERE-Non ha investito molto sul mercato, non hanno una rosa così competitiva come ad esempio quella dello Zenit e dello Spartak e ha sempre pagato la discontinuità di risultati. Come ha fatto allora la Lokomotiv a risolvere i propri problemi, sovvertendo gerarchie per molti irremovibili? La gara di Nizza, conclusa con una splendida rimonta che in pochi minuti ha scombussolato il discorso qualificazione, esemplifica le ragioni di quest’annata fino ad ora strabiliante. Una stagione memorabile per qualità delle prestazioni, avversari battuti e obiettivi concretamente ipotizzabili. Sotto di due gol, a causa di alcuni errori difensivi evitabili, i moscoviti hanno avuto il merito di non demoralizzarsi, restando concentrati per provare a tornare in Russia con un punteggio rimediabile. Questa combattività, unita a tattiche offensive consolidate e ad un Manuel Fernandes in stato di grazia, ha posto le basi per un’inattesa rimonta. Una nuova visione un po’ in controtendenza con l’abitudine delle compagini russe, spesso incapaci di reagire di fronte alla minima difficoltà, che la Lokomotiv non solo ha voluto intraprendere, ma che è pure riuscita a mettere in pratica. Nemmeno la pausa, a quanto pare, ha bloccato gli ingranaggi di un meccanismo ben oliato, il quale non deve assolutamente vedere l’Europa come un impedimento: lo storico successo in campionato è alla portata (+8 sullo Spartak, da affrontare subito il primo fine settimana di Marzo) e quando si tornerà a fare sul serio in Russia la competizione internazionale sarà già a livello di quarti. La Lokomotiv non è la squadra più forte in senso stretto, ma fa paura, perché sembra quasi che nulla possa scalfirla più di tanto. Nemmeno un rapido doppio vantaggio. E il movimento calcistico russo prova ad avanzare trasportato nei suoi vagoni.

LO SPARTAK SALUTA- Dopo il 7-0 di Anfield ci si aspettava un riscatto, proprio come accaduto nella sfida successiva (e ultima del 2018) nel derby contro il CSKA. I biancorossi invece sono sprofondati in casa con l’Athletic Bilbao, squadra più esperta ma difficilmente in grado di disimpegnarsi in modo convincente fuori casa. Lo Spartak non ha giocato una brutta partita, ma all’intervallo era già sotto 3-0. Segnale eloquente della caratura, al momento inadeguata, di una rosa troppo sbilanciata in attacco. In Europa League gli errori non sono ammessi e le pecche difensive degli uomini di Carrera sono una zavorra con la quale è complesso cercare di crescere. Non si chiedeva il passaggio del turno, ma era lecito attendersi un po’ più di lotta.

DELUSIONE ZENIT-Dovesse essere eliminato, lo Zenit sarebbe già fuori da ogni trofeo a febbraio, conseguendo il peggior risultato dell’ultimo decennio. Uno scenario che stride con i proclami di inizio stagione fatti dalla società e dal tecnico Mancini, il quale ha avuto carta bianca sul mercato ma non è ancora riuscito a dare un’impronta concreta a una squadra ricca di buone individualità (e di giocatori mediocri figli di scelte incomprensibili). Anzi, l’impressione è quella che continui a capirci sempre meno, visto che i risultati stanno via via peggiorando: eliminato al debutto in coppa di Russia, lo Zenit ha perso le speranze in campionato e dovrà stare attento a non mancare ancora una volta la qualificazione alla Champions League. Perdere il doppio confronto col Celtic sarebbe inaccettabile, così come lo è stato l’approccio alla gara in Scozia, inadeguato per una squadra che vuole vincere la competizione. La rimonta è alla portata, ma tutt’altro che scontata, come testimonia il faticoso successo sull’Utrecht di qualche mese fa. Il mercato ha portato con sé gli arrivi di Nabiullin e Ozdoev, dopo il deleterio compromesso che ha visto le partenze di Dzyuba e Shatov per il non irreprensibile Zabolotny. La sensazione è, però, che non sia la qualità dei giocatori il problema e continuare ad aggiungerne non rappresenta di certo una soluzione logica a spegnere una tendenza negativa quasi preoccupante.

PAREGGIO AGRODOLCE- Tutto rinviato al ritorno anche per quanto riguarda il CSKA, uscito indenne dalla trasferta di Belgrado. Uno 0-0 nonostante ciò più negativo che positivo, perché costringe i ragazzi di Goncharenko a vincere a Mosca: ogni gol subito costringerà il CSKA a realizzarne almeno due. Non sarà una passeggiata, considerando l’atavica sterilità offensiva, ma la qualificazione rimane comunque alla portata. Se la difesa rappresenta comunque un punto di forza, bisognerà fare qualcosa di più in attacco, reparto che in Serbia è stato quasi nullo e che mercoledì sarà privo di Golovin. Tante insidie, dunque, ma il CSKA dovrà sottolineare in campo il proprio valore e venire a capo di una squadra scorbutica e tenace, che di certo non regalerà nulla ai suoi avversari.