Europa League – Napoli-Lipsia 1-3: Ounas illude, poi il Lipsia mette le ali. Il nostro Luciano Savarese ce l’ha raccontata ieri la partita: un Napoli rinunciatario, formazione alla mano, sconfitto in casa dalla seconda forza del campionato tedesco.
Intendiamoci: la Bundesliga è un torneo nobile e di altissimo profilo.
Chi scrive non è tra coloro che la considerano povera di livello per via della supremazia del Bayern (18 punti sulla seconda, appunto il RasenBallsport Leipzig). Ma resta effettivamente la sensazione che i partenopei non ci abbiano creduto mai, sin dall’inizio. A parte le ironie sul più bel gioco d’Europa (avete visto l’attacco di Klopp martedì sera?), il Napoli visto ieri sera al San Paolo è solo un lontano parente di quello che ammiriamo in campionato una settimana sì e l’altra pure. Fuori pure dalla Coppa Italia, eliminato dalla Champions League nonostante le lodi di Guardiola, la squadra rischia di veder sfumato un altro obiettivo. L’Europa League, se obiettivo è mai stato.
Qui sta il paradosso, a ben vedere. Un club che ha vinto solo una volta nel football continentale, si permette di snobbare una coppa europea. È passata una vita da quel 1988-1989, da quando Diego Armando Maradona sollevò al cielo l’allora Coppa Uefa. Autorizza la formazione di ieri il palmarès della Società Sportiva Calcio Napoli? Ovviamente no è la risposta, ma c’è un ma. C’è l’urgenza/assillo campionato, il sentore che – scaramanzia a parte – questo sia davvero l’anno buono. In fondo è passata un’eternità da quel 4-2 a Bologna, dal secondo scudetto. Sarebbe quindi una scelta giustificata, una questione di priorità. Pragmatici, sinceri, concreti come il loro tecnico Sarri, l’uomo di provincia che bada al sodo. Così sarebbero i napoletani.
Finisce 3-1 per i tedeschi l’andata dei sedicesimi di Europa League. Il Napoli sperimentale e distratto disegnato da Sarri non brilla come in campionato, ma c’era da aspettarselo da una squadra che vede l’europa minore più come un intralcio al sogno scudetto che come un’opportunità per aggiornare la bacheca.
Resto sul condizionale, però. XI titolare di ieri alla mano, emerge un limite di questo Napoli. Il limite, evidentemente: le sue “seconde linee” (sintagma orrendo, ma tant’è) non valgono quelle della Juventus. Tocca buttarsi sulla Serie A e snobbare l’Europa League. Ma il problema è che gli investimenti sulle seconde linee sono stati fatti, i Tonelli e i Rog ci sono stati presentati come calciatori in grado di allargare la rosa, dare qualità e profondità.
Cosa succede? La società non ha offerto all’allenatore i giocatori adeguati a reggere i 3 fronti? L’allenatore non crede neanche un po’ in certi giocatori, li cestina per tutta la stagione e poi si stupisce che non rendano quando, tolti dalla naftalina, si trovano davanti la seconda in classifica della Bundesliga?
Questi i problemi e le contraddizioni della serata di ieri. Ed è ora che il Napoli sta facendo all-in sul campionato che la Juventus potrebbe colpire. Con un colpo di quelli che ti mandano ko.