Molti, tra cui Gennaro Gattuso, in questi giorni hanno paragonato per caratteristiche Patrick Cutrone a Filippo Inzaghi. Giustamente aggiungiamo, anche se lui stesso ha detto di non affrettarsi coi paragoni. Negli ultimi sedici metri infatti il centravanti di Parè sembra tarantolato proprio come Super Pippo (il quale gli ha augurato un giorno di poter vestire la maglia numero nove del Milan) e diventa spesso letale. “Sentire” la porta è una qualità fondamentale per un attaccante d’area di rigore, ma non per questo scontata. Cutrone ha la cattiveria giusta e raramente fallisce in prossimità della rete quando gli capita il pallone giusto.
Parlare di questo ragazzo nato il 13 gennaio del 1998 come di una sorpresa non è però corretto. Cutrone infatti ha segnato oltre cento gol nelle giovanili del Milan e ha giocato in tutte le Nazionali fino all’Under 21. Non stiamo quindi parlando di un giocatore sbucato dal nulla, ma dei uno dei migliori prodotti dei vivai italiani degli ultimi anni.
Sicuramente va dato il giusto merito a Vincenzo Montella per averlo fatto esordire nelle prime partite di questa stagione, e allo stesso Gattuso, che lo sta preferendo a Kalinić e André Silva esaltandone le caratteristiche nel 4-3-3. Anche se non è facile tenere fuori due giocatori costati complessivamente sessantatré milioni di euro quest’estate.
I numeri però non mentono: Cutrone ha segnato cinque gol in campionato con una media di una rete ogni centocinquantasei minuti. Nettamente meglio dei suoi due compagni di reparto, “costretti” a partire dalla panchina a Ferrara nell’ultima partita. In aggiunta a queste reti ci sono le cinque realizzate in Europa League e le due in Coppa Italia, tra cui quella pesantissima ai tempi supplementari nel derby di quarti di finale contro l’Inter.
Oltre alle statistiche però sono la fame di gol e la concretezza che convinceranno Gattuso a puntare su Cutrone nei mesi decisivi che rimangono da qui al termine dalla stagione. Premesso che deve migliorare ancora molto dal punto di vista tecnico, non ci sono dubbi però che in questo momento se si dovesse scegliere un giocatore su cui puntare per risolvere la partita più importante dell’anno chiunque sceglierebbe il numero 63. Questo è il motivo per cui lui è i terminale offensivo che serve ai rossoneri nella rincorsa all’Europa.
Il Milan ha tra le mani un papabile grande attaccante, costruito in casa visto che Patrick è entrato nel settore giovanile a sette anni. I rossoneri sono sicuramente tra i più coraggiosi club italiani nel lanciare ragazzi provenienti dal proprio settore giovanile, come dimostrato anche con Donnarumma, Calabria e Locatelli. Questo può sicuramente aiutare a creare un senso di appartenenza più grande che in altre squadre e avere in rosa un attaccante nato, cresciuto e tifoso del Milan fa sicuramente piacere ai tifosi.
Cutrone con la sua voglia di arrivare e di aiutare la squadra ha dato entusiasmo a un reparto che stava afflosciandosi lentamente in autunno. Il numero 63 si sta dimostrando un attaccante moderno, ciò dotato di un fisico importante e capace di essere pratico e intelligente nelle situazioni decisive. Essere pratici non è assolutamente scontato a quest’età in cui spesso si vedono giocatori che preferiscono “esibirsi” piuttosto che colpire il bersaglio. Cutrone invece non pensa troppo all’estetica, ma è sicuramente più incline a badare al sodo: spingere il pallone in fondo alla rete cercando di raggiungere la sfera fino a quando questa è raggiungibile.
Nel passaggio dalla Primavera alla prima squadra, a maggior ragione in un club come il Milan, non tutti riescono a mantenere la lucidità. Anzi molti q quest’età vanno a giocare in prestito. Patrick Cutrone però si è subito calato col piglio giusto nella realtà rossonera e sembra concentrato solo sul migliorarsi e sull’aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi. Le difficoltà, come ci sono per tutti, non mancheranno nella carriera di questo giovane attaccante della provincia di Como, ma siamo sicuri che Cutrone saprà sfruttare il tempo per andare sempre avanti a testa alta. Per ora intanto lui è uno dei simboli dell’ottimo inizio di 2018 dei Milan e chissà che non possa, passo dopo passo, provare a seguire la tradizione dei grandi numeri 9 rossoneri.