Tami pompiere, ma è un Lugano bellissimo

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La caserma dei pompieri, a Lugano, si trova proprio di fronte allo stadio di Cornaredo. Meno male, avrà pensato Pierluigi Tami. Il tecnico originario di Clusone, in Val Seriana, avrà il suo bel daffare, in settimana, a tenere l’ambiente sul pezzo, in attesa dell’arrivo, sabato sera in Ticino, del Sion, ultimo e a caccia disperata di punti salvezza.
A dargli man forte ci sarà il presidente Renzetti che ieri, con gli occhi rossi per l’emozione, ai microfoni di Nicolò Casolini della RSI, ha detto che “Un po’ di storia l’abbiamo fatta, oggi, abbiamo vinto una partita importante con il gioco, e con la forza del gruppo. Però, sabato abbiamo una partita importante con il Sion, che ci permetterebbe di mettere un bel margine sull’ultima in classifica. Il mio sguardo è a 360 gradi: i sogni ce li siamo comperati, perché oggi questa società è in grado di farlo (si riferisce a Janko – ndr). Vedremo se diventeranno realtà. Noi dobbiamo imparare dal passato, continuare a migliorare, perché hanno vinto anche Lucerna e Thun. Janko dovremmo presentarlo in conferenza stampa martedì.”
Tami, sempre parlando con la RSI, è apparso ovviamente soddisfatto a fine partita, pur essendo consapevole (ma si sapeva) che la squadra non è ancora al 100%: “Ho visto che c’era stato qualche calo di tensione negli ultimi minuti del primo tempo: qualche pallone perso di troppo, il gioco senza palla fatto senza la necessaria determinazione. Nell’intervallo, ho detto ai ragazzi che se volevamo uscire con un risultato positivo dovevamo metterci la grinta dei primi minuti. Ho spiegato loro che il Basilea avrebbe cambiato marcia, facendo intensità in avanti, e che ci sarebbe stato da soffrire. Negli ultimi 20′ le forze fisiche di qualche elemento sono mancate, ho dovuto togliere Bottani e Piccinocchi per questo motivo. Anche Daprelà sentiva il peso della fatica, ma ha stretto i denti sino al termine.”
“Noi manteniamo i nostri obbiettivi. Per raggiungerli, dobbiamo riuscire a imporre il nostro gioco su qualsiasi campo e contro qualsiasi avversario, cosa che non sempre siamo riusciti a fare, soprattutto a Cornaredo. La prestazione odierna è un bel passo avanti, che però andrà confermato anche nelle prossime partite, dove dobbiamo dimostrare di essere migliorati e maturati.”
Insomma, una gran bella pagina di calcio, che ha regalato gioia ed emozioni ad appassionati e addetti ai lavori. Le pagine dei tifosi erano un fiorire di commenti entusiasti, dopo i mugugni, in alcuni casi, dei mesi scorsi (con qualche intervento, anche, del presidente, che legge i forum e le pagine social dei tiifosi e, avendo la tastiera facile, a volte scrive per rispondere).
La squadra ha mostrato un atteggiamento aggressivo e una disposizione tattica adeguata, frutto di una preparazione della partita non banale: difesa a tre, con Piccinocchi davanti alla retroguardia e centrocampo con gli esterni (Daprelà e Črnigoj) a limitare le scorribande di Lang e Petretta sulle fasce, i due centrali difensivi (Sulmoni ieri ha giocato una partita di grandissimo spessore e personalità) a bloccare l’insidioso Ajeti, e con Mariani e Sabbatini che hanno duellato in mezzo, senza usare il fioretto, con Stocker e compagni.
Vicky, che ha tenuto fuori Serey Die, dovendo fare anche a meno di Zuffi (infortunato), non è riuscito a trovare delle contromisure tattiche idonee per contrastare la vitalità e l’intensità degli aversari, che avrebbero anche potuto andare in rete in altre occasioni, soprattutto con Bottani, al quale manca l’ultimo tiro per esplodere definitivamente. Nella ripresa ha buttato nella mischia il nuovo arrivato Campo e il giovane e brillante Oberlin; ha trovato, nel finale, la supremazia fisica, visto il calo dei ticinesi, ma senza fortuna. I renani sono apparsi (così come aveva previsto Tami) ancora in ritardo di preparazione, e questo a una manciata di giorni dalla sfida di Champions con il Manchester di Pep Guardiola: vedremo cosa s’inventerà il tecnico elvetico per porre rimedio.
Tornando in Ticino, un gran bel Lugano. Dal ritorno nella massima serie del 2015, pensiamo che questa sia l’edizione più bella della squadra bianconera, a livello di qualità del gioco espresso. Certo, il livello tecnico individuale dei protagonisti è più elevato rispetto all’era Zeman; tuttavia, al di là dei risultati, questa squadra ha un gioco tecnicamente anche migliore di quello della compagine guidata da Tramezzani, che fece la differenza in virtù di un tandem d’attacco dietro solo (secondo noi) a quello del Basilea e dello Young Boys, ed estremamente concreto soprattutto nelle ripartenze. La squadra di Tami, invece, tende a occupare il campo e imporre il proprio gioco.
L’arrivo di Janko, se l’austriaco sarà nelle condizioni di Basilea, potrà regalare ai sottocenerini delle alternative offensive: il centravanti è forte fisicamente, nel gioco di testa, ed è un ottimo finalizzatore. Potrebbe convivere bene con Gerndt (che dà profondità e crea spazi), oltre a sfruttare i suggerimenti di Mariani e Sabbatini (dallo stato di forma dell’uruguagio dipende molto del potenziale offensivo del Lugano: quando gioca bene lui, la squadra fa bene, e viceversa). In definitiva, c’è ottimismo. Però, Tami e Renzetti sono già pronti ad attraversare via Trevano per farsi prestare un’autopompa e i caschi dai vicini: concretezza e piedi per terra saranno la base per mantenere la concentrazione necessaria a fare bene.