Notti magiche. Le note di una canzone possono far riaffiorare i ricordi e portarti indietro nel tempo, facendoti rivivere, anche per un solo istante, emozioni sopite. Notti magiche. Quelle che sogni di poter vivere fin da piccolo, quando il pallone ti entra nel cuore e diventa una passione viscerale. Notti magiche. Quelle vissute nelle notti palpitanti di Italia ’90, con l’impressione di poter toccare da vicino quel sogno cullato per anni.
Per quelli della mia generazione Italia ’90 è stato il Mondiale con la M maiuscola. Non solo per il luogo di svolgimento, ma perché lo abbiamo visto con gli occhi dei bambini che eravamo. E il calcio, quando sei un bambino, lo vedi in maniera diversa. Lontano dalle polemiche, scorporato dagli isterismi. È vero che quell’edizione non finì in maniera trionfale: l’Italia, pur rimanendo imbattuta, perse ai rigori in semifinale contro l’Argentina e dovette dire addio ai suoi sogni di gloria. Ma le emozioni vissute in quelle settimane furono davvero tante, forse irripetibili.
Oggi, purtroppo, se ne è andato un pezzo importante di quella storia. All’età di 85 anni è morto Azeglio Vicini, il commissario tecnico della Nazionale che faceva sognare tutta la nazione. Vicini faceva parte di quel nucleo di tecnici considerati “selezionatori”: in sostanza, allenatori che avevano trascorso quasi tutta la loro carriera nei ranghi federali e che, partendo dalle Nazionali giovanili, avevano scalato la scala gerarchica. Cominciò infatti allenando il Brescia – nel lontano 1967 a soli 34 anni – ma l’anno successivo entrò a far parte del settore tecnico della FIGC. Il primo vero incarico fu la Nazionale Under 23, guidata nel 1975-76 e culminata con la disputa del campionato europeo di categoria. Con il mutamento in Under 21 impartito dalla FIFA, guidò per ben dieci anni la Nazionale giovanile conquistando due quarti di finale, una semifinale e una finale agli Europei.
Nel 1986, dopo i fallimentari Mondiali messicani, prese il posto di Enzo Bearzot sulla panchina della nazionale maggiore. L’intento era quello di rivoluzionare la squadra, e infatti Vicini portò con sé tanti calciatori lanciati nella Under 21, tra i quali spiccavano Zenga, Donadoni, Mancini e Vialli. L’opera di rinnovamento fu imponente ma soprattutto gettò le basi per l’Italia del futuro, quella che nel 1988 partecipò al campionato europeo raggiungendo la semifinale contro l’Unione Sovietica (persa poi 2-0). Come detto, il ct fu confermato anche per il biennio successivo, che ebbe conclusione con i Mondiali del ’90.
Al di là della comprensibile delusione per la sconfitta in semifinale contro l’Argentina, quell’Italia rimarrà una delle migliori Nazionali della storia. Quella Nazionale seppe suscitare emozioni crescenti, a partire dalla gara di esordio contro l’Austria per finire alla finale per il 3°/4° posto contro l’Inghilterra. E gran parte del merito è da attribuire al ct Vicini. E allora ciao, Azeglio. Le notti magiche rimarranno sempre nel nostro cuore. Anche grazie a te.