Editoriali

Rieccoci

Rieccoci con la Serie A, dopo la nostra pausa invernale. Sintagma che descrive ma solo parzialmente la sosta vissuta di recente dal campionato; ha fatto una strana impressione: le leghe estere in campo e in tv, noi a riposare. Da un certo punto di vista, serviva; da un altro, è stato suggestivo: si è parlato davvero solamente di mercato, con lo scaldarsi e il raffreddarsi della pista Verdi al Napoli, altri affari di piccolo o grande impatto.


Le big, alla fine, si ritrovano.
Vi avevano venduto fumo, parlando della solita lotta a 4: Roma e Inter si sono liquefatte sino a buttare punti a destra e a manca e francamente solo il Napoli, delle varie, ha verve e XI titolare per impedire alla Juventus il settimo scudetto di fila.
Parliamoci chiaro, sarebbe un imbarazzo: 7 scudetti consecutivi non si sono mai visti. Come la vendi, questa Serie A, al resto del mondo?

Maurizio Sarri ha 1 punto di vantaggio e ha incantato tanti con gioco, numeri e gol. Un attacco super, come anche la difesa e forse questo non ce l’aspettavamo. Togliamo il forse: la nave azzurra è affondata in Champions League – nonostante le lodi, o forse proprio per l’ubriachezza figlia dei tanti complimenti ricevuti… – ma in campionato ha tenuto benissimo. La miglior difesa del torneo ha certamente garantito un discreto surplus di punti e Reina ha chiuso una prima metà di stagione con pochi gol sul groppone.


Non che i numeri della Juventus, difensivamente parlando, siano di molto inferiori. Il portiere (i portieri) della Juventus ha (hanno) dovuto raccogliere il pallone oltre la linea di porta soltanto una volta in più (15), nonostante i timori alimentati in estate dalla cessione di Bonucci.
Anche qui, maturità e solidità societaria che pochi hanno, all’interno dei nostri confini: la soluzione (Benatia) era già in rosa, un lusso come riserva un po’ come Szczęsny.

Mi sia concessa, qui, una parentesi.
Serve sempre quella cosa lì: sapere andare oltre il proprio naso, valutare da più angolazioni e prospettive. All’Arsenal lo prendevamo in giro, questo portiere: chi non si spiegava, dopo certe papere, che facesse fare panchina a Vito Mannone (!), chi storceva il naso al momento della firma con la Roma. E in effetti gli inizi non avevano incoraggiato, sino alla svolta e alla consacrazione capitolina, sui livelli dell’Arsenal e ben oltre.
Non è che Szczęsny sia improvvisamente diventato bravo, anzi: giocava in un altro campionato, tutto qui. Giocava in una Premier League che va a mille – spesso in modo scriteriato – e i portieri li bombarda un’azione sì e l’altra pure. Nella bloccata, compassata e serrata partita a scacchi che è una gara di Serie A il buon Wojciech si trova da Dio: la maturazione è stata mentale e anche noi, come commentatori, siamo chiamati a valutazioni più lucide.

Ci siamo, comunque.
Torna la Serie A ed è sempre Napoli v Juventus il duello. A distanza ma non nella polemica sul Video Assistant Referee (#mertensacrotone, #cagliarijuve, ecc.), in casa di un’Atalanta che proverà a sgambettare la capolista, per dare continuità a una stagione sinora stupenda.
Che il duello continui, allora.

Published by
Matteo Portoghese