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Foto: Twitter AS Roma

Col campionato che si ferma, il calciomercato si è preso tutta la scena.

Nonsolo nei notiziari ma, diciamocelo, nella testa di tifosi e addetti ai lavori: vuoi mettere l’XI immaginario (e immaginato) dell’Inter, con aggiunti i possibili/probabili nuovi acquisti? E Sarri, alla fine, questi nuovi li prende e li fa giocare?

È un periodo affascinante, negarlo è stupido. Perché tutti quanti abbiamo avuto la tentazione in autunno di bocciare un giocatore e ci siamo mangiati le unghie perché, diamine, almeno fino a gennaio ce saremmo dovuti tenere.
Il problema vero è che, in Italia, soldi non ne girano tanti. Diversi club poi li hanno spesi – a raffica! – in estate. Quelle stesse società costrette ora a fare le nozze coi fichi secchi: cercano un prestito con eventuale riscatto, vogliono un uovo oggi ma anche eventualmente (forse) la gallina domani.

Si aggiunge un dramma: gennaio, alla fine, ripara poco. O ricostruisce ciò che già è rotto, fuori tempo massimo (ce lo ricordiamo quell’Ancona?), o nuove tanto per muovere. Compra tanto per comprare. Il panchinaro del Benfica cercato dall’Inter (!). Art for art’s sake.

Lo spiraglio di luce, comunque, c’è. Doppio, pure: da un lato i dirigenti vanno al mercato col portafoglio meno gonfio e ragionano di più; dall’altro si sta iniziando a guardare a operazioni sull’immediato ma anche sul lungo termine. Prendo un calciatore, gli do una chance subito ma ci punto soprattutto in chiave futura. Lo fece Rodgers con Coutinho e guardare com’è andata a finire.
Gennaio non è poi così male. Oltre alle chiacchiere regala anche tanta concretezza.