Home » Le migliori squadre del 2017

Copyright MondoSportivo.it / Antonio Ioppolo

Fare una selezione annuale quando si parla di calcio è sempre complicato. Questo perché bisogna conciliare la fine di una stagione con l’inizio della successiva. Per forza di cose nella nostra lista abbiamo così un mix tra squadre che hanno già vinto (o raggiunto il loro obiettivo) e squadre che stanno lavorando per farlo nella seconda parte della stagione in corso. Un consiglio per la lettura: fate come se aveste appena comprato il Greatest Hits musicale del vostro cantante preferito e iniziate a scoprire le migliori squadre del 2017 come se iniziaste ad ascoltare una selezione dei suoi migliori brani.

 Lazio

Il luna park biancoceleste gira che è una meraviglia. E così è stato praticamente per tutto il 2017. Conquistato il quinto posto e la finale di Coppa Italia (persa poi contro la Juventus), la squadra di Simone Inzaghi ha iniziato alla grande la nuova stagione prendensosi la Supercoppa e giocando un calcio spettacolare che sta portando la squadra a lottare per un posto nella prossima Champions League. Tra le altre cose la Lazio è stata l’unica squadra a battere la Juventus a Torino (replicando così la vittoria in Supercoppa). Ciro Immobile sta vivendo un momento di forma strepitoso, forse il migliore della sua carriera e l’orchestra offensiva laziale ha altri magnifici interpreti come Luis Alberto e Milinković-Savić. Il centrocampista è ormai uno dei migliori d’Europa e sarà difficile trattenerlo quest’estate. La consolazione sarà però che nelle casse biancocelesti entreranno sicuramente più di cento milioni di euro viste le quotazioni attuali. Simone Inzaghi ha saputo trasmettere idee chiare ai suoi giocatori, che sanno attaccare gli spazi con una qualità e una rapidità veramente fuori dal comune. Milinković-Savić, Parolo e Lucas Leiva formano uno dei centrocampi più forti e meglio assortiti della Serie A, mentre veder dialogare Luis Alberto e Immobile è sempre una gioia per gli occhi. Il tutto senza dimenticare le alternative importanti a disposizione di Inzaghi, su tutte Nani, Lukaku e Felipe Anderson. Osservare la Lazio è spesso e volentieri spettacolare e per questo i capitolini meritano decisamente di essere tra le migliori squadre viste all’opera nel 2017.

Atalanta

La miglior stagione della storia dell’Atalanta. Record di punti (72) e di vittorie (21) nel passato campionato (72) e miglior piazzamento di sempre (quarto posto). Il 2017 dei sogni è stato poi completato con il primo posto in un giorno di Europa League in cui tutti davano per spacciata la “Dea”. Invece i bergamaschi si sono messi alle spalle Olympique Lione d Everton togliendosi lo sfizio di umiliare gli inglesi a Goodison Park. Gasperini ha dato una chiara impronta alla squadra, che gioca ormai con una sua consapevolezza e diverte affrontando le gare con entusiasmo e personalità a prescndere da quel sia l’avversario. L’ ex allenatore del Genoa ha valorizzato già una miriade di giocatori (già venduti a peso d’oro Gagliardini, Conti, Kessié e Caldara) e così farà con altri. I ricavi sono stati investiti ottimamente, anche per l’acquisto dello stadio. Il tutto culmina con un Papu Gómez arrivato al punto più alto della sua carriera. E tra le perle, anche se arrivata già nel 2018, mettiamoci anche la semifinale di Coppa Italia appena raggiunta.

Napoli

Sarri all’ennesima potenza. Questo è stato il 23017 del Napoli, capace di chiudere col record di punti (96) nell’anno solare. L’undici titolare dei partenopei ha suonato una sinfonia meravigliosa, con Insigne diventato il miglior talento italiano, Martens ormai un goleador implacabile in area di rigore e Callejón un esterno di affidabilità assoluta. La catene sulle fasce (e qua peserà l’assenza di Ghoulam) sono un meccanismo perfetto e la solidità difensiva è ormai un punto di forza di questo Napoli. Vero è che la squadra di Sarri non ha ancora vinto nulla, ma già arrivare a lottare con la Juventus (vista la rosa enormemente più forte e ampia dei bianconeri) è un risultato pazzesco.

Hoffenheim

Quando alla fine del 2016 Julian Nagelsmann riuscì in pochi mesi a trascinare fuori dalla zona retrocessione un Hoffenheim allo sbando, sembrava che il giovane allenatore avesse già compiuto un’impresa titanica. Nagelsmann però è riuscito a fare ancora meglio nel 2017, portando la sua squadra a raggiungere un incredibile quarto posto valido per la qualificazione ai preliminari di Champions League. Tanto ambizioso quanto bravo a far capire ai giocatori la propria visione calcistica, Nagelsmann riesce sempre a mettere in campo una squadra in grado di giocarsela con chiunque, come dimostra la vittoria sul Bayern Monaco in questa stagione. Proprio in estate i bavaresi hanno fatto man bassa tra le fila dell’Hoffenheim prendendosi Süle e Rudy. Non paghi però, la settimana scorsa hanno acquistato anche Wagner. L’Hoffenheim gioca un calcio quasi presuntuoso, nel senso che va sempre a cercare la profondità assiduamente. Una delle genialità di Nagelsmann è quella di saper cambiare modulo (soprattuto in difesa) continuamente a seconda del contesto, sempre però facendo girare il pallone in maniera precisa. Il giovane allenatore tedesco può sicuramente essere definito un perfezionista e l’obiettivo per l’anno che viene sarà quello di qualificarsi per l’Europa League. Risultato che sarebbe ancora una volta straordinario considerando il piccolo contesta chiamato Hoffenheim e le partenze illustri del calciomercato. L’unica pecca di questo 2017 è quella di non aver superato un girone di Europa League abbordabile.

RB Lipsia

I sassoni sono stati la vera sorpresa della Bundesliga, riuscendo ad arrivare secondi alla loro prima storica partecipazione alla massima serie tedesca. La politica della squadra di proprietà della Red Bull di acquistare solo giocatori Under 23 si è rivelata vincente, con i vari Forsberg, Werner, e Keita che si sono resi protagonisti di una stagione da urlo. Gestire il doppio impegno è stato più complicato in questa seconda parte del 2017, ma il Lipsia è comunque riuscito a chiudere terzo il proprio girone di Champions League ed è in pena lotta per arrivare tra le prime quattro in campionato.

Monaco

Vincere un campionato in cui una squadra ha speso dieci volte il tuo budget è già una cosa sensazionale. Se poi in più arrivi anche in semifinale di Champions League vuol dire che sei praticamente in Paradiso. La prima parte di 2017 del Monaco è stata semplicemente fantastica. Jardim ha messo in campo la squadra con un 4-4-2 capace di fare male a qualsiasi avversaria grazie al lavoro sugli esterni di Mendy e Sidibé (terzini) e Bernardo Silva e Lemar (fascia). Il lavoro offensivo veniva poi completato dalla coppia formata dall’esperto Falcao e dal giocane fenomeno Mbappé, quest’ultimo letteralmente esploso nell’ultima parte di stagione. Il Monaco ha chiuso davanti al Paris Saint-Germain in Ligue 1 restando imbattuto nel girone di ritorno e in Champions League si è arreso solo alla solidissima Juventus. In estate le partenze dei migliori hanno ridimensionato inevitabilmente la squadra, il cui anno però resta assolutamente da incorniciare.

Grêmio

Con la squadra di Porto Alegre iniziamo ad analizzare la prima delle tre squadre sudamericani presenti nella nostra selezione. La consapevolezza dei propri mezzi ha portato il Tricolor a vincere la sua terza Copa Libertadores. Superato l’ostacolo Botafogo in uno dei sempre insidiosi derby brasiliani infatti, il Grêmio sapeva di essere la squadra più forte tra le quattro rimaste in corsa. E l’ha ampiamente dimostrato in semifinale contro il Barcelona e in finale contro il Lanús. Renato Portaluppi si è dimostrato allenatore intelligente e capace di gestire le situazioni. I grandi protagonisti del 2017 tricolor sono stati Marcelo Grohe e Luan: il primo decisivo con le sue parate; il secondo pettacolare nella finale col Granate e miglior giocatore dell’anno in Sud America. Pecato non aver fatto l’impresa contro il Real Madrid nel Mondiale per Club, ma Portaluppi sarà comunque orgoglioso della sua squadra.

Independiente

L’anno del Rojo. Dopo anni di delusioni (su tutte la retrocessone in B Nacional) e nessun titolo, l’Independiente è tornato a festeggiare conquistando la diciassettesima coppa internazionale della sua gloriosa storia. Merito di Ariel Holan, arrivato a fine 2016 dal Defensa y Justicia e capace di ridare un’identità e un gioco all’undici di Avellaneda. La finale di Copa Sudamericana vinta contro il Flamengo è stata il simbolo della rinascita della squadra, con Meza, Barco, Gigliotti e Tagliafico che hanno fatto vedere cosa vuol dire giocare ed essere protagonisti nell’Independiente. La conferma di Holan è il segnale più importante per il 2018, anno in cui il Rojo tornerà a giocare la Copa Libertadores. E quando l’Independiente scende in campo nella massima competizione continentale non è mai solo per partecipare, come dimostrano le sette coppe in bacheca (record assoluto).

Boca Juniors

Rimanere in testa a un campionato per dodici mesi non è cosa da poco. Il Boca Juniors di Garros Schelotto ha monopolizzato il campionato argentino, mettendosi davanti a tutti e salutando il resto della compagnia. Dopo un leggero calo di rendimento che ha fatto temere ai tifosi una clamorosa rimonta dei rivali del River Plate, gli Xeneizes hanno ripreso a correre vincendo il campionato a maggio. L’inizio della nuova stagione è stato ancora più folgorante, con otto vittorie nelle prime otto partite e un solco lasciato tra sé e le inseguitrici. Vuoto poi colmato dal San Lorenzo, bravo ad approfittare di due sconfitte consecutive del Boca per riportarsi a tre punti dalla capolista. Pavón e Benedetto sono stati gli uomini chiave del successo gialloblù. Il fortissimo attaccante si è rotto il crociato e starà fuori per ancora qualche mese, ma il Boca ha già pensato a come sostituirlo: alla Bombonera sono infatti già arrivati Abila e Tévez. Per l’ex juventino si tratta del terzo ciclo al Boca dopo la triste esperienza in Cina. Buffarini e Mas completano una rosa ultra competitiva, che punta a chiudere prima possibile i conti in Argentina per poi concentrarsi sul grande obiettivo del 2018: la Copa Libertadores.

Chelsea

Antonio Conte è arrivato in Premier League imparando tutto velocemente e portandosi a casa la Premier League sorprendendo tutte le avversarie. Dopo la fuga iniziale infatti, nessuna delle concorrenti è stata più in grado di riprendere il Chelsea. In un campionato sulla carta equilibrato, Conte ha portato una rosa che l’anno precedente era arrivata decima a ipotecare il titolo già a marzo. Più complicata invece questa stagione, con la rottura del rapporto con Diego Costa e le difficoltà sul mercato nonostante gli arrivi di Morata e Bakayoko. Il Manchester City poi veleggia a ritmi insostenibile, altro motivo che fa sembrare questa stagione del Chelsea inferiore a quella passata. I blues però hanno ripreso la marcia e il 2018 può regalare altri obiettivi importanti (il secondo posto in campionato, la FA Cup e gli ottavi di finale di Champions League contro il Barcellona).

Manchester City

C’erano tanti dubbi sul Manchester City di Guardiola alla fine della scorsa stagione. La squadra, incapace di conquistare alcun titolo, sembrava non trovare continuità di rendimento. Il mercato estivo ha coperto però le due lacune più grandi: il portiere (Ederson) e i terzini (Walker, Mendy e Danilo). Messa a posta la rosa, il lavoro di Guardiola ha fatto il resto. Ora il City è la squadra più in forma d’Europa, ha appena messo a segno il record di diciotto vittorie consecutive in Premier League, e nessuna sa come fermarlo. La squadra di casa all’Etihad Stadium infatti primeggia in ogni classifica sia offensiva che difensiva e ha sconfitto tutte le altre grandi d’Inghilterra (Manchester United, Chelsea, Liverpool, Tottenham e Arsenal) con un dominio a tratti imbarazzante. I quindici punti di vantaggio sulla seconda della classe sono un bottino più che rassicurante, mentre in Champions League l’avversaria agli ottavi di finale sarà il Basilea. Il rendimento si è impennato grazie alla partenza del gioco dai piedi (buoni) di Ederson e dalla libertà concessa in regia a David Silva. La gestione dell’alternanza in attacco tra Agüero e Gabriel Jesus e l’essere riuscito a far diventare Sterling un giocatore capace anche di fare tante reti sono tra i meriti del catalano. Il giocatore simbolo però di questa seconda parte del 2017 è sicuramente Kevin De Bruyne. Il belga infatti è arrivato a livelli da Pallone d’Oro, abbinando a una tecnica da fuoriclasse una comprensione del gioco intelligentissima in ogni momento della partita.

Real Madrid

I campionati e le coppe si vincono in primavera e il Real Madrid sembra averlo capito molto bene. Zidane e i suoi giocatori sono entrati nella storia per essere diventati la prima squadra nella cstoria della Champions League ad aver vinto la competizione due volte di fila. Il Real Madrid non vince grazie al gioco, ma grazie alla forza tecnica e mentale dei suoi giocatori. Il centrocampo ha una qualità sopraffina, con un Modrić in versione stellare durante tutta la stagione. Davanti inutile aggiungere aggettivi alle prestazioni di Cristiano Rinaldo, capace di rimpinguare ulteriormente il suo già clamoroso record di gol in Champions League. La flessione di questo inizio di stagione, Mondiale per Club a parte, non intacca quanto fatto in quella precedente anche perché, data ormai per persa la Liga, il territorio di caccia dei blancos resta la Champions League.

Barcellona

Se Monaco, Chelsea e Real Madrid entrano in questa “lista” per quanto fatto nella prima metà del 2017, il Barcellona lo fa per quanto fatto vedere da settembre in poi. Dopo aver perso la Supercoppa di Spagna nettamente contro il Real Madrid, tutti davano poco credito a Valverde. L’ex allenatore dell’Athletic Bilbao ha lavorato con umiltà e da quel momento non ha più sbagliato nulla. Il Barcellona infatti è ancora imbattuto in questa stagione e sta facendo vedere una solidità per certi versi inedita. La perdita di Neymar ha fatto si che scendesse lo spettacolo, ma i puristi se ne faranno una ragione. Paulinho per esempio ha dato geometria al centrocampo, che ora riesce anche a schermare gli attacchi avversari. Migliorata nettamente anche la fase difensiva (super anche il rendimento di Ter Stegen, che chi vi scrive riteneva già fortissimo ai tempi del Borussia Mönchengladbach), mentre Messi riesce a incidere di più davanti alla porta della scorsa stagione. Il 2017 blaugrana è culminato col roboante 3-0 ottenuto contro il Real Madrid al Bernabeu, risultato che di fatto porta già più di mezza Liga in Catalogna. Il tutto in attesa di vedere all’opera Coutinho, appena arrivato dal Liverpool per centosessanta milioni di euro.

Juventus

I bianconeri sono stati protagonisti del record di sei campionati vinti consecutivamente e di una prima parte di nuova stagione nettamente migliore di quella della squadra di Zidane. Dopo una seconda parte di stagione straordinaria, Allegri ha saputo dare nuova linfa alla sua squadra trovando nel 4-3-3 il modulo ideale. Fondamentale in questa direzione l’inserimento di Matuidi, per distacco il miglior acquisto dell’estate dei campioni d’Italia. A dicembre la Juventus è stata praticamente perfetta, vincendo lo scontro diretto in casa del Napoli e portandosi a un solo punto di distanza dai partenopei col vantaggio di poter giocare la decisiva partita di ritorno all’Allianz Stadium. Il grande obiettivo di questo 2018 deve essere però la Champions League, obiettivo assolutamente alla portata della Juventus, che, se arriverà a Kiev, dovrà riuscire una volta per tutte a scacciare la paura delle finali.