Campioni d’inverno?
Se c’è qualcosa che il girone d’andata ci ha insegnato, è che la Juventus non muore mai. Può aver faticato, è vero, in certe fasi della stagione, ma ha vinto gli scontri diretti portando via punti e certezze agli avversari.
Al Napoli queste cose le ha portate via anche l’Europa, col suo dispendio di energie e la rosa corta (per scelta); non parliamo poi del piano mentale: una mazzata l’eliminazione dalla coppa che conta, immane il flop dopo le tanti lodi al gioco brillante, il più bello d’Europa e via discorrendo
Ma adesso? Gli azzurri si sono ripresi, ma resta da capire se l’esaltazione di cui sopra la dovessimo alla mediocrità del nostro meglio le momento storico o all’effettivo gioco di Sarri, passato per un maestro ancora prima di vincere un trofeo che fosse uno.
Proprio per questo, anche se di trofeo vero e proprio non si tratta, ci vorrebbe questo titolo di campione d’inverno. Vorrebbe dire restituire a squadra e città fiducia nei propri mezzi e nel proprio talento. Oltre che in quel gioco che non sarà il migliore d’Europa ma l’Italia tutta l’ha incantata: ne parliamo stasera a Crotone, prima di poter promuovere o rimandare chi ha le carte in regola (forse) per rompere il monopolio della Juventus.