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HNL croata alla sosta invernale: il bilancio

Con la conclusione della 20esima giornata disputata lo scorso week-end, anche l’Hrvatska Nogometna Liga è arrivata al momento della consueta e assai lunga pausa invernale, che durerà fino al 9 febbraio. In attesa anche dell’inizio del calciomercato invernale, è arrivato allora il momento di fare un primo bilancio, a 18 gare dalla fine.

Lotta titolo 

Dopo il clamoroso successo del Rijeka la scorsa stagione, il campionato croato è ormai tornato saldamente nelle mani della Dinamo Zagabria, attualmente capolista con 50 punti: 12 di vantaggio sull’Hajduk Spalato e 15 sui fiumani campioni in carica. Un dominio totale che si riflette anche nei numeri di questa prima parte di stagione: squadra ancora imbattuta, miglior difesa del torneo con appena 13 reti subite e miglior attacco con 45 reti realizzate, soprattutto grazie alle 11 messe a segno dall’attuale capocannoniere Soudani. Difficile, insomma, immaginare che i ragazzi di Cvitanović possano lasciarsi sfuggire dalle mani il diciannovesimo titolo della loro storia senza alcun impegno europeo e con una continuità di risultati che le avversarie di inizio stagione non hanno mai trovato.

Lotta per l’Europa

Se la Dinamo Zagabria si avvia alla vittoria del campionato con la conseguente qualificazione in Champions League, resta invece apertissima la lotta per i preliminari di Europa League. Al momento, sarebbero Hajduk Spalato e Osijek a qualificarsi con certezza, mentre il destino del Rijeka sarebbe in parte dipendente anche da chi vincerà la Coppa nazionale. È stata una prima parte di campionato deludente e con molti alti e bassi per tutte e tre. Con Carrillo in panchina, l’Hajduk ha faticato a trovare continuità, confermandosi una squadra buona in attacco (Erceg è il secondo miglior marcatore del torneo con 9 reti, Said e Ohandza sono poco dietro rispettivamente a quota 7 e 6), ma troppo fragile in difesa e così oggi rimane il grande rammarico di tanti punti persi. Soprattutto perché l’esonero dello spagnolo e la sua sostituzione con Kopić hanno fatto rinascere i biancorossi, forse i più tristi per l’arrivo di questa pausa invernale che arriva proprio nel momento migliore della loro stagione (13 punti nelle ultime 5 gare).

Tanta discontinuità anche per l’Osijek, che però riesce a tenere il passo delle sue avversarie e a poter sperare di avere una possibilità di entrare in Europa League anche il prossimo anno. Come nei casi di Dinamo e Hajduk, pesa parecchio sul piano psicologico la mancata qualificazione alla fase a gironi dell’Europa League ad agosto, ma per quanto visto finora in campionato il tecnico Zekić può ritenersi soddisfatto. Anche perché, a differenza di Rijeka e Hajduk più decise a puntare per il titolo, l’obiettivo di inizio stagione era quello di provare a migliorare quanto visto lo scorso anno e finora i risultati sono stati in linea.

La grande delusione di questa prima parte di stagione resta senza ombra di dubbio il Rijeka, passato in pochi mesi da vincitore del campionato croato a squadra mediocre e discontinua. I ragazzi di Kek pagano sicuramente l’impegno in Europa League, che ha tolto parecchie energie fisiche e mentali pur non riuscendo a ottenere risultati confortanti: l’eliminazione alla fase a gironi del torneo ha un gusto particolarmente amaro per la tifoseria fiumana, soprattutto perché la conquista del secondo posto non era affatto un obiettivo impossibile, ma i punti persi in malo modo (dalla clamorosa rimonta del Milan a San Siro negli ultimi minuti fino alle sconfitte casalinghe contro Austria Vienna e AEK Atene) sono stati troppi. Ma nemmeno in campionato è andata meglio: il Rijeka ha dovuto affrontare periodi complicati, soprattutto tra ottobre e novembre, rimanendo lontano dalla vittoria per diverse settimane e la classifica rispecchia questa crisi. Giusto attendersi un deciso cambio di marcia nella seconda parte della stagione, con i fiumani che dovranno riuscire a conquistare la qualificazione ai preliminari di Europa League e, magari, tentare di vincere anche la Coppa nazionale contro le ultime tre rivali rimaste in corsa per le semifinali (Dinamo Zagabria, Hajudk Spalato e Inter Zaprešić).

Lotta salvezza

Ancora più imprevedibile è quello che potrà accadere nella lotta salvezza, soprattutto perché in questo caso i risultati sul campo si intrecciano con questioni extracalcistiche, a partire dalle drammatiche crisi societarie che stanno mettendo in ginocchio Istra 1961 e Cibalia. La squadra di Pula, addirittura, rischia di non riuscire nemmeno a concludere il campionato, con giocatori e staff che non ricevono gli stipendi dalla scorsa estate, tanto da aver portato diversi membri della rosa a svincolarsi nel corso della stagione (tra cui Mitrevski, Ivušić, Bertoša, Kitanovski, Ofosua). I giocatori della Dinamo Zagabria hanno recentemente organizzato una colletta per pagare parte degli stipendi mancanti, ma la situazione potrà essere risolta solo con l’arrivo di un nuovo investitore: una possibilità che, al momento, sembra essere ben poco probabile, mettendo a serio rischio il futuro degli istriani.

In campionato, però, la squadra di Raić-Sudar si è comportata in maniera eccezionale, chiudendo la prima parte di stagione addirittura in zona salvezza dopo aver battuto il Rijeka e fermato sul pareggio l’Osijek (per due volte) e la Dinamo Zagabria. Quella contro l’Osijek, però, potrebbe anche essere l’ultima partita degli istriani in HNL: a febbraio la situazione potrebbe essere già decisa e la pista del fallimento sembra essere quella più probabile. In zona play-out, dunque, troviamo attualmente un Cibalia fin qui assai deludente, ma anch’esso fortemente condizionato dalla sua difficile situazione economica. I ragazzi di Pernar, dopo aver perso tutte le prime quattro gare dell’inizio del campionato, avevano attraversato un periodo di decisa ripresa, prima di crollare nuovamente con una serie di risultati deludenti e spesso anche pesanti (42 le reti subite, la seconda peggior difesa del campionato). E la classifica riflette queste difficoltà, con il penultimo posto a quota 17 punti.

A chiusura del campionato, in zona retrocessione diretta, troviamo il Rudeš, fin qui assai deludente nella sua prima esperienza nella massima serie croata. Fatto salvo qualche lampo nei primi mesi, la squadra di Alonso ha finito per pagare l’inesperienza in un campionato ben più complicato, affrontato con una rosa probabilmente non all’altezza. Persino la scelta del tecnico spagnolo, arrivato in Croazia la scorsa estate, sta lasciando perplessi molti esperti, più a favore di una soluzione in panchina di un tecnico locale. La situazione non è ancora irrecuperabile, visto che i punti di distacco dalla zona salvezza sono soltanto cinque e il futuro di Istra e Cibalia sarà ancora tutto da decidere. Ma Alonso dovrà dare assolutamente una svolta ai numeri fin qui ottenuti: terzo peggior attacco del campionato (18 reti segnate, di cui 7 firmate da uno dei pochi a salvarsi finora, il centravanti Budimir), ma soprattutto peggior difesa con addirittura 44 reti subite. Troppe per sperare di ottenere la salvezza, almeno sul campo: il mercato di gennaio potrebbe essere un crocevia fondamentale per cercare di costruire una squadra capace di rimanere un altro anno in massima serie.