Home » Holan, Barco, Meza e il ritorno del “Re di Coppe”

Fonte immagine: pagina Facebook ufficiale Club Atlético Independiente (@Independiente)

Alianza Lima, Deportes Iquique, Atlético Tucumán, Nacional Asunción, Libertad e Flamengo. Queste sono in ordine temporale le sei squadre battute dall’Independiente per vincere la Copa Sudamericana 2017.

Un percorso partito dal Perù nel primo turno, in cui il Rojo dopo aver pareggiato in trasferta 0-0 contro l’Alianza vinse poi di misura in casa grazie alla rete di Rigoni. Proprio Rigoni, stella della squadra, giocherà come ultima partita il ritorno nella facile vittoria complessiva sul Deportes Iquique al secondo turno.

Perso il suo giocatore più forte, ora allo Zenit, l’Independiente ha fronteggiato il turno più rischioso negli ottavi di finale. La sfida tutta argentina contro l’Atlético Tucumán (capace già di eliminare l’Independiente in Copa Argentina) non è stata infatti per deboli di cuore. Dopo che il Decano si era imposto per 1-0 al Monumental e che Fernández aveva rimesso le cose in parità alla Doble Visera, ecco l’episodio che può segnare una stagione. L’arbitro concede un calcio di rigore all’Atlético. Rodríguez segna, ma arbitro fa ripetere e nella seconda occasione Campaña para la conclusione dell’attaccante biancoceleste. In caso di 1-1 al Rojo sarebbero servite due reti per passare il turno, invece basterà quella del 2-0 di Benítez all’83’.

Ai quarti di finale tutto facile dopo il 4-1 in trasferta nella partita di andata contro la matricola Nacional Asunción. Svanita la possibilità di giocare la semifinale contro il Racing in quello che sarebbe stato un Clásico da urlo, la squadra di Holan affronta il Libertad, un’altra paraguaiana, per trovare l’accesso all’ultimo atto.

Se finora l’attaccante più decisivo dell’Independiente era stato Fernández, da questo momento in poi arriva il riscatto di Gigliotti. Il Diablos rojos infatti perdono 1-0 al Defensores del Chaco e devono quindi ribaltare il risultato, cosa per esempio non riuscita al Racing, nella sfida di ritorno. Ed è qua che diventa fondamentale il Puma. Criticato nei mesi passati con l’accusa di avere una forma fisica approssimativa, Gigliotti reagisce sul campo segnando la doppietta decisiva nel 3-1 finale che manda gli argentini a giocarsi il titolo col Flamengo.

Non abbiamo finora parlato dei due talenti più puri della squadra, Ezequiel Barco e Maximiliano Meza. Il primo ha deciso la finale di ritorno al Maracaná segnando a diciotto anni un calcio di rigore dal peso specifico immenso per il gol dell’1-1 davanti a 75000 tifosi avversari. Il secondo era stato l’uomo copertina della finale di andata realizzando, su assist proprio di Barco, la rete del 2-1 finale con un tiro stupendo dal limite dell’area.

L’Independiente ha così conquistato il diciassettesimo titolo internazionale della sua gloriosa storia (dietro solo a Real Madrid, Boca Juniors, Al Ahly, Milan e Barcellona), confermano ancora una volta perché si è conquistato io soprannome di “Rey de Copas”: tra Copa Libertadores e Copa Sudamericana nove vittorie su nove finali giocate.

Vediamo ora i protagonisti principali della cavalcata del Rojo.

Il migliore – Senza alcun dubbio Maximiliano Meza. Voti altissimi in ogni prestazione per l’ex giocatore del Gimnasia, arrivato ad Avellaneda tra lo scetticismo generale e capace subito di far ricredere tutti. Devastante tra andata e ritorno nella finale e uscito tra gli applausi scroscianti dei tantissimi tifosi dell’Independiente arrivati a Rio de Janeiro. Per il ragazzo nato a Caá Catí, piccolo paese al confine con Paraguay e Brasile una soddisfazione enorme. Lui che venne scartato dal River Plate a dodici anni e iniziò a deliziare i tifosi con le sue giocate a La Plata. Al Libertadores de América pensavano che fosse impossibile sostituire Rigoni e invece, con questa continuità, Meza può far sognare il Rojo anche in Copa Libertadores.

La rivelazione – A dire la verità già dall’esordio di Ezequiel Barco in Primera División targato settembre 2016 ci si era accorti di essere di fronte a un giocatore fuori dall’ordinario. Che però in un anno potesse diventare protagonista con questa personalità era difficile pensarlo. Perché un conto è mostrare la tecnica, e su questo c’è poco da dire visto che siamo di fronte a un fuoriclasse, un altro è a diciotto anni avere la testa per calciare il rigore che può far tornare la tua squadra a vincere qualcosa dopo una retrocessione e anni di digiuno. È un peccato che da gennaio il Turri sarà un giocatore dell’Atlanta United perché sarebbe stato bello vederlo in Copa Libertadores e poi da settembre in Europa magari. Però dodici milioni sono troppi per essere rifiutati in questo momento da una società argentina. Dal Gálvez, città vicina a Rosario, alla MLS; con la speranza che sia solo per qualche stagione.

Il riscatto – Una prima fase di stagione deludente e un infortunio avevano tagliato fuori Emmanuel Gigliotti dal giro dei titolari. Quando Leandro Fernández poi ha iniziato a segnare con continuità decidendo tra l’altro il Clásico contro il Racing sembrava utopistico pensare che il Puma sarebbe stato protagonista nel finale di questa Copa Sudamericana. Invece Gigliotti ha fatto vedere di essersi ripreso alla grande dimostrando uno strapotere fisico impressionante contro Libertad (doppietta) e Flamengo (gol del pareggio ad Avellaneda). Emblematica in tal senso un’azione in contropiede contro i brasiliani al Maracaná.

Il capitanoNicolás Tagliafico ha fatto vedere cosa vuol dire essere il leader dell’Independiente. Guerriero nell’atteggiamento (è restato in campo anche dopo aver preso un calcio in testa) e attento nella fase difensiva, Tagliafico si candida per un posto ai Mondiali. Visto il livello dei difensori argentini almeno come riserva siamo sicuri che Sampaoli potrebbe portarlo in Russia.

L’allenatore – Ex allenatore di hockey, un giorno Ariel Holan per passione decise di passare al calcio. Dopo aver fatto benissimo col Defensa y Justicia, passa all’Independiente, squadra di cui è tifoso da sempre. A questa decisione sono contrari idoli come Bertoni e Burruchaga, che si ricrederanno ammettendo di essersi sbagliati. Questo perché il lavoro fatto da Holan in appena un anno (a dicembre 2016 prese il posto di Gabriel Milito) è stato ottimo, tanto da meritarsi un rinnovo di contratto per quattro anni (deve però ancora decidere se restare o prendersi una pausa, questo per un episodio di tensione avuto alcuni mesi fa con qualche tifoso). Da sempre i tifosi dell’Independiente chiedono anche il bel gioco oltre alle vittorie e Holan gli ha accontentati facendo sempre vedere un atteggiamento offensivo e veloce. Il riconoscimento più bello in tal senso è stato quello di Bochini, che ha detto che gli sarebbe piaciuto essere allenato da Holan. Oltre a privilegiare la tecnica come dimostra la scelta di far scendere sempre in campo giocatori com Barco e Meza. Proprio Barco è stato lanciato da lui in prima squadra (e l’Independiente guadagnerà dodici milioni per questo), insieme a Franco e Bustos. Da non sottovalutare poi la compagna acquisti, con giocatori sempre funzionali al progetto.