Come dice il presidente Renzetti, è giunto il momento di tirare la riga sotto la prima parte di stagione del Lugano. Domenica, infatti, si è chiuso il giorne d’andata della Raiffeisen Super League svizzera (anche se il calcio elvetico andrà in letargo dal prossimo fine settimana, anticipando la prima giornata di ritorno, per esigenze legate ai campionati del mondo in Russia), così come è terminata la fase a giorni di Europa League, che ha visto i bianconeri chiudere in bellezza con un bel successo in Romania contro la Steaua Bucarest.
La prima cosa che salta all’occhio è, ovviamente, il punteggio in classifica. 18 punti conquistati l’anno scorso da Manzo, 19 quest’anno, come nell’anno di Zeman. Il bilancio, quindi, è in linea con quanto fatto nelle due precedenti stagioni: e indica, senza ombra di dubbio, come aveva detto Tami in tempi non sospetti, che il primo obbiettivo della squadra dovrà essere una salvezza il più possibile tranquilla.
Gli altri numeri, al netto dei discorsi legati ai rigori dati e non dati (ma ci sono stati anche errori arbitrali a favore dei ticinesi, a voler bene vedere) non sono esaltanti: il Lugano ha messo a segno 18 reti (una per partita, peggior attacco della Super League). La difesa, con 28 gol incassati, è migliore anche rispetto a quella di compagini meglio piazzate in classifica (il San Gallo, quinto, ne ha subite 35), e di tutte le dirette rivali nella lotta per non retrocedere: e questo, è un dato di fatto interessante.
Il vero problema, quest’anno, nella parte bassa della classifica, è la fluidità. In sede di pronostico, avevamo indicato Thun e Losanna come possibili candidate alla retrocessione. Alle due “piccole” si sono aggiunte (per ora) due compagini attrezzate per ben altri traguardi come Lucerna e, soprattutto, Sion (addirittura in coda alla classifica). Tuttavia, i ticinesi dovranno prestare attenzione ai vallesani, e considerarli in crisi momentanea: se il nuovo tecnico Gabri troverà le chiavi per far girare la squadra al massimo delle sue possibilità, difficilmente i biancorossi resteranno sul fondo della classifica. E, come abbiamo visto, in Svizzera bastano un mese e mezzo di risultati positivi per arrivare alla parte sinistra della graduatoria (vedi Grasshopper). Vero anche che, due anni fa, ci fu il caso Zurigo: ma meglio considerarlo un’eccezione.
Tornando al Lugano, la squadra ha una qualità media: centrocampo e difesa (Rouiller, a nostro parere, la migliore sorpresa, anche se non ha fatto bene domenica) hanno fatto bene in fase di contenimento (ne sono prova il numero di gol subiti, e le buone prestazioni anche in Europa, soprattutto nella seconda fase, quando il gruppo ha appreso un po’ di mestiere) ma i problemi sono davanti. Avevamo scritto, in fase di presentazione della stagione, che i ticinesi avrebbero sofferto la mancanza di due cecchini come Alioski e Sadiku (non è per attribuirci meriti speciali, ovviamente, visto che si trattava di fatto ampiamente prevedibile).
Tuttavia, ci aspettavamo qualcosa in più dai sostituti. Junior ha offerto qualche buona prestazione, ma senza dare la necessaria continuità; Gerndt fa tantissimo movimento, crea spazi, tiene alta la squadra ma è, appunto, un attaccante di supporto. Marzouk, per ora, non ha dimostrato di avere raggiunto il livello di maturità necessario per giocare in Super League; non ha avuto fortuna finora e magari, nella seconda parte della stagione, se dovesse trovare la via del gol con un minimo di continuità, potrebbe sbocciare.
Riguardo alle seconde linee, Čulina è un’incognita: ha grandi mezzi, che ha fatto vedere due stagioni fa, ma a volte sembra, come diceva Zeman, che abbia dei problemi caratteriali a uscire dagli infortuni. Bottani (nella foto) ha piedi buoni e cervello, ma non è neppure lui una prima punta. Si parla benissimo di Manicone, figlio d’arte (suo padre, ex giocatore dell’Inter, è oggi il secondo di Vlado Petković in nazionale): in allenamento, fa vedere delle cose davvero notevoli. Tuttavia, finora, Tami non ha voluto rischiarlo. E, considerata la grande abilità del tecnico a lavorare coi giovani, avrà sicuramente le sue buone ragioni.
In conclusione, la lotta per la salvezza sarà decisa, anche, dal mercato invernale. Il Lugano, sicuramente, alleggerirà la rosa di 5/6 elementi, visto che ormai la squadra sarà impegnata solo in campionato. Resta da capire se arriverà un attaccante, magari sacrificando qualche elemento in rosa con valide alternative (si parlava di Čulina, per esempio). Molto dipenderà da quanto si potrà ricavare piazzando gli elementi in sovrannumero, e alla disponibilità effettiva di un colpo che possa davvero essere valido. Lo scorso anno, il Pres s’inventò il capolavoro Sadiku: ma c’erano altre condizioni. Quest’anno, vedremo cosa accadrà, fermo restando che Tami, in più occasioni, si è detto soddisfatto della propria rosa. Staremo a vedere.