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Svezia, un girone mondiale che offre delle prospettive

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Diciamolo: in Svezia il Miracolo a Milano” (così, in italiano, è stato annunciata, da più parti, la clamorosa qualificazione della nazionale Blågul alla fase finale dei Mondiali, in Russia) continua a dispensare, sull’opinione pubblica e sui commentatori, i suoi benefici effetti.

Il pessimismo con il quale era stato salutato, un paio d’anni fa, il sorteggio per il girone di qualificazione a Russia2018, è stato sostituito da un cauto ottimismo riguardo alle possibilità, per i ragazzi di Andersson, di ben figurare nella competizione estiva. Come ben sappiamo, quel pessimismo era mal riposto: vedremo cosa accadrà, questa volta.

Per intanto, la decisione di premiare la prestazione ai mondiali di nuoto di Budapest da parte di Sarah Sjöström (tre medaglie d’oro, una d’argento e un record mondiale) come evento sportivo svedese più importante dell’anno, da parte della giuria di Svenska Dagbladet, ha suscitato molte polemiche.

Olof Lundh, autorevole commentatore calcistico svedese (conosciuto per le sue discussioni con Ibrahimović), che voleva che il premio andasse alla nazionale di calcio, per protesta ha lasciato la giuria, dividendo in due l’opinione pubblica. La vicenda Karlsson, capo degli arbitri svedesi (arbitrava lui il famoso Marsiglia-Milan del 1991), che ha lasciato per uno scandalo sessuale emerso negli ultimi giorni, ha poi completato il quadro delle polemiche tra i sostenitori del Fotboll e quelli degli altri sport.

Tornando a parlare di calcio, durante la pausa invernale, Janne volerà ad Abu Dhabi con una rappresentativa di giovani, militanti in Allsvenskan o, comunque, nei campionati scandinavi, per fare uno stage e un paio di amichevoli (con Estonia e Danimarca).

Citando solo chi gioca nel massimo campionato svedese, ci saranno Dahlberg (classe 1999, portiere del Göteborg), Brorsson (1996, difensore del Malmö), Andersson (1996, difensore dell’Häcken), Wahlqvist (1996, terzino del Norrköping), Rakip (1996, centrocampista offensivo del Malmö), Strandberg (1996, attaccante del Malmö, una promessa), oltre a Mrabti (1994, centrocampista offensivo del Djurgården, con doppio passaporto svedese e tunisino). Tutto in prospettiva futura, ovviamente: ma non è detto che il tecnico non faccia altre considerazioni, più attuali.

Rispatto al mondiale, gli svedesi giocheranno subito una partita fondamentale, per le loro ambizioni: quella con la Corea del Sud, a Nizhny Novogorod, il 18 giugno. Una mancata vittoria metterebbe chiaramente a repentaglio il cammino degli scandinavi, che se la dovranno vedere in seguito con la Germania campione in carica a Sochi (23 giugno), per poi chiudere con la sfida (probabilmente decisiva) contro il Messico a Ekaterinburg, 4 giorni più tardi. Arrivare secondi significherebbe poi incontare la prima del girone della Svizzera (con Brasile, Serbia e Costarica): ma sono discorsi molto, molto futuribili.

L’avversaria più tignosa, in questa nostra sede di pronostico, dovrebbe essere, appunto, il Messico: sulla carta, la compagine del Chicharito è, infatti, superiore. Tuttavia, non si può non ricordare (tesi, peraltro, sostenuta dai maggiori commentatori svedesi) le non esaltanti imprese dei centroamericani nelle ultime edizioni di Mondiali e Coppa America. A marzo, gli scandinavi incontreranno il Cile in amichevole a Stoccolma, e sarà un buon banco di prova. Nel frattempo, si cercherà di sciogliere il nodo Ibrahimović, pensiero centrale di stampa e opinione pubblica svedese, in questa marcia d’avvicinamento ai mondiali di Russia.

Il fuoriclasse del Manchester non può attendere troppo: più tempo passa, e più diventa difficile inserirlo in un ingranaggio che, non dimentichiamolo, sta facendo a meno di lui da un anno e mezzo. La nostra sensazione e che ZlatanJanne si parleranno, sicuramente. Il problema, naturalmente, sarà trovare un punto d’incontro: perché appare sempre più evidente che, per lui, ci sarà un ruolo differente da quello ricoperto sino agli Europei di Francia. Così com’è altrettanto lampante che la situazione sarà comunque difficile da gestire, per entrambi.

Due, però, sono le certezze: il grande amore di Ibrahimović per la maglia Blågul, e l’abilità di Janne nel saper gestire i rapporti con la stampa e con i suoi giocatori, che sanno di dovergli molto, e che si fidano moltissimo di lui. La nostra sensazione è che Zlatan, in Russia (se starà bene), ci andrà, con un ruolo, magari, da vecchio saggio, per aiutare e non per imporre. La speranza, in Svezia, è che si scriva una bella pagina di calcio, al netto di polemiche e rivalità: ovviamente, ce lo auguriamo tutti.