Editoriali

Giocano tutte, vince la Juventus

“Il calcio è quello sport in cui ventidue giocatori rincorrono un pallone per novanta minuti e alla fine vince sempre la Germania”. Questa celebre frase di Gary Lineker potrebbe tranquillamente essere trasformata inserendo come soggetto la Juventus al posto dei tedeschi per quanto riguarda la Serie A.

La sfida al vertice tra il Napoli e i bianconeri di venerdì ha infatti evidenziato come ma anche quest’anno sarà la Juventus a vincere il titolo probabilmente. Nel primo vero scontro diretto, la Juventus ha giocato una partita di attenzione tattica superlativa, non lasciando praticamente alcuna occasione realmente pericolosa all’undici partenopeo. Mai come venerdì sera la fase difensiva bianconera era stata così performance in questa stagione.

A fare la differenza nel corso dell’anno è però la rosa e da questo punto di vista la squadra di Allegri ha una marcia in più. Paragonata al Napoli, la scelta dell’allenatore livornese è a tratti imbarazzante. Basti pensare che al posto di Mandžukić ha giocato Douglas Costa, acquisto costato circa quaranta milioni di euro quest’estate e spesso usato come riserva finora. Nel Napoli quando sì è fatto male Insigne è entrato in campo Ounas, non esattamente la stessa cosa con tutto il rispetto per l’esterno algerino.

Szczęsny, Pinsoglio, Barzagli, Marchisio, Alex Sandro, Rugani, Sturaro, Cuadrado, Bentancur e Bernardeschi i cambi a disposzione di Allegri venerdì sera; con Mandžukić e Lichtsteiner infortunati. Il fatto di avere tutte queste scelte permette all’allenatore bianconero di cambiare volto alla sua squadra a seconda delle necessità, cosa che si rivelerà come sempre molto efficace in primavera.

Il Napoli è sembrato stanco venerdì sera e, per stessa ammissione di Sarri, i tre attaccanti stanno vivendo un momento di forma di scarsa brillantezza rispetto alla prima parte di stagione. Fatto inevitabile visto che non ci sono ricambi all’altezza e le rotazioni sono per forza di cose limitate tra campionato e Champions League (soprattutto in attacco dopo l’infortunio di Milik). Questo fattore sul lungo periodo potrebbe pesare parecchio se la società non interverrà nel calciomercato invernale per allungare leggermente la rosa. Sarri sta infatti facendo il massimo, e probabilmente anche di più, con gli uomini che ha a disposizione non può praticamente permettersi cambi se non a centrocampo.

Fin dall’inizio della partita la Juventus ha provato a giocare il pallone sempre dal basso attirando il pressing avversario in avanti per avere così spazi alle spalle della linea di centrocampo partenopea. Questa strategia ha sorpreso il Napoli, che proprio in una di queste occasioni. Col passare dei minuti i padroni di casa hanno accorciato il tempo di recupero del pallone,prendendo in mano il possesso del gioco. Questo però non ha portato al classico demonio degli spazi partenopeo, visto che i giocatori del Napoli hanno trovato sempre un muro centrale davanti a loro. Allegri ha scelto infatti di difendere con due linee molto strette tra loro, in modo da non lasciare passaggi liberi in verticale agli avversari, che infatti non sono praticamente mai riusciti a trovare le loro classiche combinazioni nello stretto.

La Juventus non ha così lasciato spazi alle spalle dei propri uomini scegliendo piuttosto di lasciare liberi gli esterni del Napoli. La non perfetta forma di Insigne e Callejón, insieme anche all’inedito ripiegamento difensivo di Dybala, ha fatto sì che la manovra napoletana risultasse compassata e priva di spunti capisco di sorprendere l’attentissimo undici bianconero. Tutti gli attacchi finivano infatti con lo spegnersi nella zona di maggior densità di giocatori juventini: quella centrale.

Sarri sapeva che Allegri avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedite al Napoli di costruire il proprio gioco offensivo e l’allenatore livornese ha fatto sì che la gara seguisse l’andamento voluto da lui portando il Napoli al di fuori del suo habitat naturale. Questo unito al fatto che il lavoro difensivo di Higuaí, Dybala e Douglas Costa ha limitato moltissimo il lavoro in impostazione di Jorginho, solitamente il calciatore del Napoli che effettua più passaggi in una partita.

Aggiungendoci il fatto che Benatia e Chiellini hanno fatto una partita perfetta in difesa, senza mai soffrire dal punto di vista fisico, si può affermare che la partita sia stata dominata dalla Juventus. Non bisogna infatti farsi ingannare dalle statistiche: è vero che il Napoli ha effettuato ventun tiri, ma di questo solo sei sono stati verso lo specchio della porta. Oltre al gol poi, le due occasioni più grandi state sempre per la Juventus, entrambe sventate da due miracoli di Reina prima su Higuaín e poi su Matuidi.

Ancora una volta la Juventus ha alzato l’asticella per la vittoria dello Scudetto, titolo per cui rimane la grande favorita nonostante tutti i discorsi. Per il Napoli nulla è perduto, ma Sarri dovrà essere capace di far reagire psicologicamente e fisicamente i suoi.

E così, quasi all’improvviso, dopo aver vissuto uno strepitoso inizio di stagione, l’asticella per lo Scudetto sembra messa più in alto per il Napoli. Nulla è perduto e, anzi, psicologicamente c’è ancora un punto a fare da cuscinetto, ma adesso tocca a Sarri e ai suoi uomini dimostrare di saper reagire da grande squadra.

Sabato sera la Juventus ospiterà l’Inter nuova capolista all’Allianz Stadium e sinceramente se dovessimo scommettere dei soldi su una delle due squadre punteremmo sulla vittoria di quella di Allegri. La capacità dei campioni d’Italia di svuotare l’entusiasmo delle dirette concorrenti e di vincere tutti gli scontri diretti quanto contavano è stata infatti formidabile in questi sei anni di trionfi. Alla squadra di Spalletti, nonostante l’ottimo momento di forma e il vantaggio di non giocare coppe europee, servirà un’impresa per uscire indenne da Torino conservando la propria imbattibilità.

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Riccardo Bozzano