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Oggi MondoSportivo porta gli appassionati lettori dentro le mura di uno stadio di calcio che un tempo ha ospitato sfide emozionanti e personaggi leggendari del mondo calcistico. Stiamo parlando del “Moccagatta” di Alessandria. La società piemontese, un tempo militante in Serie A, è attualmente relegata in Serie C e ieri sera ha inaugurato lo storico stadio “Giuseppe Moccagatta“, rinnovato di recente anche nella speranza di un salto di categoria, sfiorato nella passata stagione ma che quest’anno appare oramai impronosticabile visti i soli 12 punti racimolati in 15 partite e l’attuale terzultimo posto in classifica.
Nonostante la difficile stagione, ad Alessandria la sera del 29 novembre si è respirato clima di festa, e non era per la prossimità del Natale ma per l’inaugurazione ufficiale del nuovo “Moccagatta”, stadio che ospita le partite interne dell’Alessandria dal lontano 1929.
A dare il via alla serata, nel buio dello stadio, è stata una sfera luminosa che si è levata in volo con una ragazza e ha percorso l’intero perimetro dell’impianto. Poi la gradinata nord, curva dei tifosi di casa, è diventata uno schermo su cui venivano proiettate immagini e filmati del glorioso passato e della storia recente dell’Alessandria. A presentare l’evento è stato Fabio Caressa che ha elogiato il valore delle tradizioni a cui bisogna sempre fare riferimento. Il “Moccagatta” prende vita grazie alla voce di Nicola Roggero e narra i suoi 88 anni ricordando gli incontri che ha ospitato e i personaggi che hanno calcato il suo campo.
Nel 1929, l’Alessandria abbandona il “Campo degli Orti“, soprannominato “pollaio” per via del massiccio utilizzo del legno nella costruzione di spogliatoi e tribune e ostico agli avversari a causa del fondo fangoso sul quale i grigi si muovevano agilmente.
L’anno della “nascita” dell’allora “Stadio del Littorio“, il 1929, coincide con il primo campionato di Serie A, cui anche l’Alessandria prese parte. Il primo incontro ufficiale ospitato dallo stadio si svolse il 6 ottobre e vide affrontarsi Alessandria e Roma, il debutto per i padroni di casa è positivo in quanto la sfida terminò 3-1. L’inaugurazione dell’impianto si svolse però più tardi, il 28 ottobre, in occasione di Alessandria-Torino terminata 3-3.
La narrazione viene interrotta da un’esibizione di freestyle eseguita sulle note di una musica brasiliana e tra i fasci di luce gialli e verdi che ricordano il 12 giugno 1968, data in cui il “Moccagatta” ospitò l’amichevole tra l’Alessandria e il Santos di Pelé che in quell’occasione segnò una delle due reti con cui i brasiliani si imposero sui grigi.
Il “Moccagatta” prosegue il suo racconto ricordando la sua gioventù, quando nel 1946, terminata la guerra tornò a ospitare incontri di Serie A ma cambiando nome. La denominazione di stampo fascista viene infatti abbandonata e lo stadio è intitolato a Giuseppe Moccagatta, presidente dell’Alessandria e sindaco del capoluogo scomparso nello stesso anno. Quasi ventenne, lo stadio fu teatro di due prestigiose vittorie dell’Alessandria ai danni del Grande Torino e della Juventus che vengono sconfitte per 2-0 su un campo reso fangoso per favorire i grigi. In quel periodo lo stadio dell’Alessandria ha anche l’onore di ospitare campioni del mondo come Giuseppe Meazza e Silvio Piola. La voce narrante ricorda poi anche il debutto in Europa con la Mitropa Cup e la Coppa delle Alpi.
Come nella vita di tutti, anche in quella del “Moccagatta” ci sono stati brutti ricordi, e sulle note di una triste canzone accompagnata da una coreografia creata da bambini con palloncini bianchi, lo stadio ripercorre il drammatico 6 novembre 1994, giorno dell’alluvione che colpì Alessandria causando vittime. Anche lo stadio non viene risparmiato tornando a ospitare incontri di calcio solo il 22 gennaio 1995.
Lo stadio 88enne si lascia nuovamente andare ai ricordi di un glorioso passato, in particolare al ritorno nella massima serie, nel 1957/1958, e all’esordio in Serie A di un 15enne nato fuori città ma cresciuto “in” Alessandria, il futuro pallone d’oro e protagonista della “partita del secolo” Gianni Rivera che calca i primi passi nel calcio che conta contro l’Inter nella penultima partita di campionato. Per la prima marcatura del “Golden Boy” in Serie A si deve invece aspettare la stagione successiva, quando l’Alessandria ospita la Sampdoria e Rivera evita la sconfitta quasi allo scadere siglando la rete del 2-2. Il 5 giugno 1960 lo stadio dice addio alla Serie A ospitando Alessandria-Lazio terminata 0-0.
Arrivando ai giorni nostri, il “Moccagatta” ripercorre la cavalcata dell’Alessandria nella Coppa Italia 2015/2016, quando ospitò la festa dopo la vittoria sul Genoa che ha permesso ai grigi di giungere in semifinale. La sera del 15 dicembre 2015 infatti i tifosi si riversano allo stadio per accogliere la squadra in arrivo da Genova. La capienza e la struttura dello stadio impediscono però al “Moccagatta” di ospitare la semifinale di andata contro il Milan poi disputata all’Olimpico di Torino. Proprio ricordando l’evento negato al “Moccagatta” e ad Alessandria, Caressa, a nome della società grida ai tifosi: “Vogliamo creare serate da sogno, qua, a casa nostra!” ribadendo il progetto ambizioso.
Conclusa la narrazione del “Moccagatta”, vengono ricordati i giocatori illustri di Alessandria e dell’Alessandria come Adolfo Baloncieri, emigrato in Argentina da piccolissimo con la famiglia, tornato a casa nel 1914, scampato alla morte in guerra e diventato campione d’Italia con il Torino nel 1928. Viene ricordato anche Giovanni Ferrari, venduto all’Internaples, riacquistato a caro prezzo e ceduto alla Juventus vincendo poi 8 scudetti consecutivi (5 con la Juventus, 2 con l’Inter e 1 con il Bologna).
Infine viene raccontata una curiosità: nel film “Gli eroi della domenica” di Mario Camerini del 1953, si narra di una squadra provinciale che deve affrontare il Milan in trasferta, il nome della squadra non viene mai menzionato, ma dalle maglie e dal fatto che i tifosi incitino i calciatori chiamandoli “grigi” si può dedurre che quella squadra fosse l’Alessandria.
Il vecchio “Moccagatta“, dunque, ormai 88enne, non smette di emozionare e invece di invecchiare ha deciso di ringiovanire regalandosi un restauro nella speranza di poter ospitare incontri illustri e grandi calciatori come era solito fare in gioventù.