La forza delle motivazioni
La sintesi di un pomeriggio di non ordinaria amministrazione è tutta nella foto del tweet del Pordenone dopo l’impresa di ieri alla Sardegna Arena: i ragazzi di Colucci sotto lo spicchio di tribuna che ospitava gli irriducibili neroverdi, alle loro spalle il pubblico della Sardegna Arena che, dopo aver fischiato i rossoblù, dedicava agli ospiti un meritato quanto doveroso applauso. Trattasi di vera e propria impresa, nel senso sportivo del termine: una società di Serie C che fa la voce grossa a casa dei più quotati colleghi e realizza un sogno. Già, perché giocarsi un ottavo di finale a San Siro contro l’Inter era un’occasione più unica che rara per i ramarri.
Il calcio del Pordenone non è quello dei milioni e delle pay-tv, a questi ragazzi non capita tutti i giorni di mettere piede nella Scala del calcio, al cospetto di una delle squadre più forti del nostro campionato. Poi se il prossimo 12 dicembre il freddo di San Siro sarà cosa per pochi intimi poco importa. Loro ci saranno e se la giocheranno con la dovuta carica di agonismo, corsa, cuore, passione e organizzazione. Proprio come hanno fatto ieri pomeriggio a Cagliari. Poi chissà, in questo sport non c’è nulla di scritto a priori.
Dall’altro lato della medaglia, un Cagliari fresco di figuraccia, reo di aver sottovalutato l’impegno o, forse, privo delle motivazioni necessarie per affrontare una squadra di un’altra categoria. Perché se tecnicamente sei superiore, a certi livelli devi comunque far valere tale superiorità, abbinandola alla corsa e alla determinazione. Nel post partita, López ha ammesso che i suoi arrivavano puntualmente in ritardo sulle palle vaganti e pure capitan Dessena, con grande sincerità, ha riconosciuto che i friulani avevano una marcia in più, ci credevano di più, in poche parole.
Se a un’effettiva mancanza di stimoli (riconosciamo che sia difficile predisporsi mentalmente ad affrontare una squadra di due categorie sotto la tua e, probabilmente, una trasferta off limits a San Siro per il Cagliari, in questo momento, è una seccatura) aggiungiamo l’eccessivo turnover fatto dal tecnico cagliaritano, il patatràc è fatto. Rispetto alla buona prestazione di sabato contro l’Inter, infatti, López ha confermato due soli effettivi (Romagna e João Pedro), gettando nella mischia altri nove giocatori che sono stati impiegati poco e niente in questo avvio di campionato. Aggiungiamo che alcuni sono reduci da infortuni (van der Wiel e Melchiorri su tutti) e altri sono sulla via del tramonto (Cossu e, in parte, Dessena).
Questo chiaramente non sminuisce il colpaccio di un Pordenone che ci ricorda la favola dell’Alessandria di due stagioni fa. Ai ragazzi di Colucci, dunque, va il nostro sincero grazie e i nostri complimenti. Guarderemo Inter-Pordenone con un pizzico di interesse in più.
#GRAZIE a tutti i tifosi che ci hanno sostenuto in questa partita storica, e soprattutto agli irriducibili presenti a Cagliari 🖤💚#CAGPOR #forzaramarri pic.twitter.com/upySNJLQL8
— Pordenone Calcio (@PordenoneCalcio) November 28, 2017