Giornata tipicamente novembrina, con freddo e pioggia, nella città del Santo apparecchiata a ricevere l’amata Italrugby. È il turno del Sudafrica, che vuole vendicare la sconfitta dell’anno passato, in questa terza di quattro uscite europee: sabato prossimo gli uomini di Coetzee saranno a Cardiff col Galles, il che può giocare a nostro favore.Terzo incontro per gli Azzurri, cruciale in quanto ultima e decisiva indicazione sulla campagna d’autunno dopo l’onorevole sconfitta contro l’Argentina: bissare la storica vittoria sugli Springboks dello scorso anno a Firenze sarebbe un sogno, forse proibiito, ma, com’è giusto, sarà il campo a giudicare.
Siamo in quarta fila di una tribuna coperta che coperta non è: praticamente un parterre con sbarra a tagliare una significativa parte di visuale e nessuna connessione reperibile (hotspot incluso). All’Antonio di cui sopra, dovremmo affidarci nella speranza che non piova (troppo): tutto vano, e risaliamo le file mendicando un posto quasi asciutto. C’est la vie, ma anche no: il livello d’una federazione anche da questo potrebbe misurarsi.
Rispediti a casa Negri, Ruzza, Sarto e Padovani (i primi due al Benetton, il terzo ai Glasgow Warriors, l’estremo a Toulon), Conor O’Shea sceglie Esposito e Licata, ala e terza linea, per rinnovare il XV chiamato a ben figurare nell’ultimo appuntamento prima del Sei Nazioni 2018. Confermati gli altri: una menzione per prima linea che, grazie alla buona forma di Bigi, è tornata a dare qualche certezza, ma pure per l’accoppiata Canna-Violi in mediana, dopo la prova incoraggiante fornita pure contro i Pumas.
Terzo appuntamento europeo su quattro, invece, per gli uomini di Coetzee, che deve rinunciare a Malcom Marx e a Kolisi, due pezzi grossi del pack: spazio a Bongi Mbonambi e du Toit. Invariate le altre posizioni rispetto alla vittoria di sabato a Saint Denis (17-18, la quarta contro i francesi nel solo 2017): Pollard all’apertura, Cronje mediano di mischia e un esperto Mtawarira in prima linea, che mette nel mirino la 100 presenze (quella di oggi è la numero 98). In panchina, interesse per la presenza del classe 1995 Warrick Gelant, al probabile debutto.
S’inizia e sono subito sportellate: il XV azzurro è vivace e mena le danze, ma il Sudafrica è solido in ripiegamento. C’è voglia di giocarsela, benché l’intraprendenza iniziale sia elemento quasi dovuto, data la situazione: di diverso c’è una certa costanza nei sostegni ai portatori di palla e una spinta che si concretizza in un dominio territoriale di per sé non decisivo, ma senz’altro notevole. Ed è così che, al 9’, dopo una serie di fasi concitate e in parte caotiche, Bellini, libero sulla sinistra, schiaccia in meta: Poite annulla per un’irregolarità precedente e il piede di Canna non perdona, per il primo vantaggio azzurro.
Si svegliano i Bokke e, alla prima puntata in avanti, stampano una meta con la terza linea François Louw in posizione centrale; Pollard non perdona. Azzurri che soffrono nell’1 contro 1, sia quando attaccano sia quando si tratta di contenere, ma sembrano ben seguire i dettami di O’Shea nel voler giocare di e da squadra: manca sempre un quid per la marcatura importante, ma un altro calcio di Canna ci tiene in partita.
Il problema, oggi, è la difesa: secondo affondo afrikaner e seconda meta: questa volta è il tallonatore Mbonambi a coronare nel migliore dei modi il debutto dal primo minuto dopo 12 subentri. Ci salviamo poco più tardi, perché un avanti sudafricano impedisce di concretizzare un mezzo buco della difesa italiana. Si continua, ma sembra esaurito il sacro fuoco dei nostri, che prendono una terza meta, questa volta con l’intervento del TMO. I Bokke chiudono in difesa, con Canna fallisce malamente, sullo scadere, un terzo calcio che, comunque, avrebbe lenito poco il doloroso primo tempo azzurro. Italia durata 10′, e troppo, troppo molle dietro.
Nessun cambio al rientro e ospiti che tornano subito a premere, con due touche a destra, dalle parti dei 5 metri azzurri. Basta poco, ed ecco la quarta meta: è Kitshoff a castigarci, e Pollard completa. O’Shea inserisce forze fresche: Zani, il padovano Ghiraldini, Giammarioli e Gori, nella speranza d’invertire la pessima tendenza. S’intravede qualcosa, ma gli azzurri non capitalizzano un pallone vagante sui 22, e poco dopo commettono un avanti. Prendiamo coraggio: al 56’, Castello s’invola nella difesa sudafricana, ma viene fermato a pochi metri dalla linea. Siamo sempre lì col conto: ci affidiamo alle invenzione, pure buone, ma un uomo solo, senza sostegno, non può far niente. Il predominio azzurro si protrae, con la mischia verde che, tignosa, non si sposta di un millimetro, vanificando una buona occasione sulla destra al 64’.
Girandola di cambi anche per Coetzee, spartito invariato: si giochicchia nella loro metà a mo’ di tergicristallo, cercando, ora destra ora a sinistra, un varco che non si apre mai. Di buono, rispetto a sabato scorso, c’è che proviamo a ragionare e non buttiamo via il pallone dopo poche fasi: ma la pazienza priva d’un gioco chiaro o del dovuto supporto fisico, non basta.
Entrano pure Minozzi (altro indigeno, assieme a Bellini) e Minto, ma è il Sudafrica che colpisce di nuovo: al 75’, il subentrato Mostert chiude tra i pali, nel migliore dei modi, l’ennesima avanzata dei suoi. Interviene il TMO, e Gauzins decreta la quinta meta, che il subentrato Jantjies converte per il definitivo +29 dei Bokke.
Chiudiamo l’autunno con un bilancio di una vittoria e due sconfitte: a preoccupare, dopo la prestazione di oggi, l’incapacità di rendersi realmente pericolosi davanti, posto che i sudafricani, come scuola di gioco e attitudine, sono tra gli avversari più rognosi per il nostro ovale. Una sola meta in tre match è bottino scarso, che rischia di minimizzare i buoni progressi registrati in difesa tra Fiji e Argentina, con l’eccezione della partita di oggi.
ITALIA-SUDAFRICA 6-35 (6-21)
Italia: Hayward, Esposito, Boni, Castello (71’ Minozzi), Bellini, Canna (55’ McKinley), Violi (47’ Gori), Parisse (c), Steyn (47’ Giammarioli), Licata, Budd, Fuser (69’ Minto), Ferrari (61’ Pasquali), Bigi (47’ Ghiraldini), Lovotti (47’ Zani). A disp.: Ghiraldini, Zani, Pasquali, Minto, Giammarioli, Gori, McKinley, Minozzi . CT: Conor O’Shea.
Sudafrica: Andries Coetzee, Leyds, Kriel, Venter, Skosan (60’ Gelant), Pollard (60’ Jantjies), Cronje (55’ Paige), Vermeulen, du Toit (74’ du Preez), F. Louw, de Jager, Etzebeth (60’ Mostert), W. Louw (65’ Nyakane), Mbonambi (60’ Ralepelle), Mtawarira (32’ Kitshoff). A disp.: Ralepelle, Kitshoff, Nyakane, Mostert, du Preez, Paige, Jantjies, Gelant. All.: Allister Coetzee.
Arbitro: Romain Poite (Francia). Giudici di linea: JP Doyle (Irlanda), Ben Whitehouse (Galles). TMO: Éric Gauzins (Francia).
Marcatori: 10’, 19’ calcio piazzato Canna (I); 15′ meta F. Louw (S), trasformazione Pollard (S); 24′ meta Mbonambi (S), trasformazione Pollard (S); 32′ meta Venter (S), trasformazione Pollard (S); 44′ meta Kitshoff (S), trasformazione Pollard (S); 44′ meta Mostert (S), trasformazione Jantjies (S).