ESCLUSIVA – I nuovi talenti: Santo “Sonny” D’Angelo
Torna la nostra rubrica dedicata ai giovani e promettenti talenti della Serie C. Dopo le interviste con Stefano Antezza e Giuseppe Ponsat, oggi è il turno di Santo “Sonny” D’Angelo, centrocampista della Sicula Leonzio, ex Matera e Fondi. Sonny, nato a Palermo il 5 ottobre 1995 e alto 184 cm, ha mosso i suoi primi passi nelle giovanili rosanero, per poi approdare in Eccellenza con l’Atletico Campofranco ed esordire dopo in Serie D con il Noto. È stata, però, l’esperienza nel Matera a farlo entrare a tutti gli effetti nel calcio dei grandi, facendosi notare anche a Fondi, dove ha giocato una stagione intensa. Oggi è nella neopromossa Leonzio, più vicino a casa e agli affetti e con tanta voglia di far bene.
Ciao Sonny, innanzitutto raccontaci un po’ di te e della tua passione per il calcio. Come e dove è nata? Come ha vissuto la tua famiglia la tua decisione di entrare a far parte del mondo calcistico?
La mia passione per il calcio è nata all’età di sei-sette anni, quando a Palermo giocavo per strada con gli amici. La mia famiglia mi ha sempre supportato, standomi accanto e aiutandomi a raggiungere il mio sogno, sebbene mia madre soffrisse per questa mia decisione, poiché sapeva che mi avrebbe portato lontano da lei e, essendo figlio unico, era difficile da accettare. Nonostante questo, però, mi ha sostenuto nella mia scelta, perché sapeva quanto ci tenessi e quanto fosse importante per me.
Dopo le giovanili in rosanero, approdi in Eccellenza con l’Atletico Campofranco e lì ti fai notare immediatamente per le tue ottime qualità, realizzando 20 presenze e 2 gol. Cosa ti ricordi maggiormente di quella stagione?
L’anno con l’Atletico Campofranco è stato molto importante per me, perché mi ha permesso di muovere i primi passi nel mondo dei grandi, essendo appena uscito dagli Allievi del Palermo. Ho affrontato bene questa sfida e con i ragazzi abbiamo giocato un ottimo campionato, arrivando addirittura secondi; poi abbiamo perso nella finale play-off per andare in Serie D. Ho collezionato 20 presenze in quella stagione; è stato un anno che mi ha dato veramente tanto per la mia formazione calcistica.
Nel luglio del 2013 giungi poi a Noto, esordendo così in Serie D e totalizzando ben 25 presenze e 2 gol. Come hai vissuto quel periodo?
Noto è rimasta nel mio cuore e mi dispiace immensamente che lì sia finito il calcio. Quell’anno sono stato davvero benissimo, sia con la città sia con i tifosi, avevamo un gruppo fantastico e sono cresciuto molto insieme a loro. Abbiamo giocato un ottimo campionato e siamo arrivati sesti, però purtroppo l’anno dopo è finito tutto.
Nel 2014 arrivi al Matera in Serie C e lì rimani per due anni, per poi passare al Fondi, dove giochi una stagione intensa e collezioni ben 30 presenze. Cosa ci racconti di queste due prime esperienze in Lega Pro?
All’inizio, il passaggio in Lega Pro è stato un po’ duro, perché ero abituato al calcio di un’altra categoria e avevo alcune cose da imparare e da perfezionare. Il primo anno al Matera, infatti, è stato un anno di formazione, in cui ho appreso tantissimo e ho acquisito le competenze giuste per giocare in questa categoria, riuscendo poi a far bene sin dal secondo anno. Poi al Fondi ero già più maturo e ho giocato un campionato ricco di presenze, in cui ho avuto la possibilità di farmi notare.
Adesso sei invece giunto nella Sicula Leonzio, squadra con la quale hai già totalizzato 11 presenze e realizzato 2 gol, come hai vissuto il ritorno in patria? Raccontaci anche i gol realizzati contro l’Akragas e contro il Matera.
La mia famiglia era felicissima del mio riavvicinamento e anche io ho accolto con gioia la decisione, sposando pienamente il progetto della Leonzio, una società importante e con un gruppo forte di ragazzi. Fortunatamente, ho iniziato subito bene il campionato, realizzando anche già due gol. La rete con il Matera, nella seconda giornata, è stata una grande emozione; segnare contro un’ex è sempre bello e poi al Matera devo molto, perché è stata la squadra che mi ha lanciato tra i professionisti. Anche il gol contro l’Akragas è stato importante, era un derby ed è stata una soddisfazione per me.
In questo momento la neopromossa Leonzio si trova nella seconda metà della classifica, con una gara ancora da recuperare e con 13 punti fino a ora totalizzati: 3 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte. Come state affrontando questa situazione? Quali obiettivi vi siete momentaneamente prefissati?
Il nostro obiettivo principale è la salvezza, dobbiamo giocare sempre bene e riuscire a salvarci il prima possibile. Siamo un gruppo carico e motivato e vogliamo mantenere a tutti i costi la categoria anche per la prossima stagione. Si vince e si perde, l’importante è non mollare mai e dare sempre il massimo.
Quale allenatore ha contribuito maggiormente alla tua crescita calcistica?
Nel settore giovanile, Giovanni Tedesco ha contribuito maggiormente alla mia formazione calcistica, facendomi crescere moltissimo; mi ha dato veramente tanto, aiutandomi anche a livello motivazionale.
Tra le squadre del Girone C incontrate fin qui, quale ti ha impressionato maggiormente e perché?
Senza dubbio il Lecce, è una squadra davvero forte, con giocatori importanti, ma noi non abbiamo mollato durante lo scontro al Via del Mare e abbiamo giocato un’ottima partita, a prescindere dal risultato finale. Il Lecce vincerà sicuramente il campionato e il suo punto di forza sono i giocatori di qualità, davvero fortissimi, di un’altra categoria.
Qual è invece il giocatore più forte che hai affrontato in questa stagione?
Sicuramente De Martino del Fondi, è un vero leader, il primo a dare una mano nei momenti di difficoltà sia in campo sia fuori dal campo. Inoltre, è un giocatore che sa far bene sia nella fase offensiva sia in quella difensiva; possono ritenermi davvero fortunato per aver giocato un anno insieme a lui, mi ha dato veramente molto e lo ringrazierò sempre.
Quale pensi sia stata la tua partita migliore o più bella con la maglia della Leonzio?
Secondo me quella contro il Catania, perché ho dato del mio meglio, motivato dall’importanza della squadra, ma anche dallo stadio sempre pieno di tifosi. Siamo stati bravi a sopportare la pressione avversaria e abbiamo fatto tutti bene, è stata una bella gara. Quando giochi contro giocatori forti e riesci a tenergli testa, è sempre una grande soddisfazione.
Quale ritieni sia il tuo punto forte e quale l’aspetto sul quale devi ancora lavorare?
Il mio punto forte penso sia l’inserimento, mi ritrovo sempre vicino alla porta per far gol. Si può migliorare e lavorare invece su tutto, anche nell’inserimento stesso, sebbene sia il mio punto forte si può sempre far meglio.
A quali giocatori del passato e del presente ti ispiri?
A me ha sempre colpito tanto Pastore. Ai tempi del Palermo, mi faceva davvero emozionare e andai a fare il raccattapalle solo per lui. Mi piaceva tantissimo ed è un giocatore a cui ancora adesso mi ispiro molto.
Cosa avresti fatto, invece, se non avessi intrapreso questa strada?
È una domanda difficile, in realtà non lo so, ho sempre voluto far questo nella vita e non ho mai pensato seriamente a qualche alternativa. Non credo che sarei andato all’università, se non avessi intrapreso questa strada, non ho mai avuto molta passione per lo studio.
Infine, qual è il tuo sogno nel cassetto? Che maglia vorresti indossare un giorno?
Senza dubbio la maglia della mia città. Ho sempre seguito il Palermo e lo seguo anche adesso, sarebbe davvero un onore e un orgoglio per me indossare un giorno quella maglia.