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Russia 2018 – Il Perù torna ai Mondiali dopo trentasei anni di assenza

Quando il 22 giugno del 1982 a La Coruña il Perù perse 5-1 contro la Polonia venendo eliminato dal Mondiale spagnolo (chiuse all’ultimo posto il girone in cui vi erano anche Italia e Camerun), i tifosi della Blanquirroja non pensavano che sarebbero dovuti passare trentasei anni per rivedere le propria squadra alla fase finale del torneo. Invece è stato proprio così, anni e anni di delusioni tra Mondiali e Copa América per i peruviani. Nel 2015 però la svolta, con la dirigenza che decide di affidare la guida tecnica della squadra all’argentino Ricardo Gareca, capace di ottenere ottimi risultati alla guida del Vélez.

Dopo aver raggiunto un sorprendente terzo posto nella Copa América 2015, il Perù inizia però male il cammino nelle qualificazioni perdendo quattro delle prime sei partita giocate (tra cui il sentito Clásico del Pacifico contro il Cile in un rocambolesco 4-3 a Lima). La Blanquirroja sembra avviata al solito biennio triste, ma invece Gareca riesce nel cambio di rotta da settembre 2016 in poi. Il Perù batte Bolivia, Ecuador e Paraguay e pareggia 2-2 in casa contro l’Argentina rilanciando le proprie ambizioni. È nel 2017 però che l’allenatore argentino fa il capolavoro: gli andini non perdono neanche una partita di quelle in programma e i due incontri decisivi che abbiamo scelto sono quelli del 5 settembre e del 6 ottobre. Nel primo arriva la prima vittoria nella storia delle qualificazioni in casa dell’Ecuador: 2-1 con reti di Flores e Hurtado a metà del secondo tempo. La partita seguente è ancora più decisiva e sembra un ostacolo insormontabile. Il Perù deve infatti strappare un pareggio alla Bombonera contro un’Argentina ani crisi e costretta a vincere a tutti i costi. Greca ingarbuglia il gioco dell’Albiceleste senza rischiare praticamente nulla e porta a casa un preziosissimo 0-0. L’ultimo incontro in casa contro la Colombia sancisce il passaggio dei peruviani allo spareggio contro la Nuova Zelanda: grazie al pareggio di Guerrero finisce infatti 1-1, risultato che basta per raggiungere l’obiettivo vista la contemporanea sconfitta del Cile in Brasile.

Arriviamo così allo spareggio. Partiamo dalla partita di andata giocata a Wellington, dove il Perù impatta 0-0 contro i padroni di casa nella classica partita in cui è prevalsa la paura di perdere piuttosto che la voglia di rischiare qualcosa e vincere. Tutto si è deciso così a Lima, dove la Blanquirroja ha staccato il pass per la Russia vincendo meritatamente 2-0 grazie alle reti dell’eterno Farfán (bel tiro di prima intenzione su assist di Cueva, il miglior in campo) e di Ramos. Al triplice fischio grande festa di tutto il popolo peruviano, che aspettava questo momento da troppo tempo e aveva bisogno di essere portato all’obiettivo da uno straordinario uomo e allenatore come Gareca.

Potete aver intuito che già tornare a esserci per il Perù sarà motivo d’orgoglio. Gareca ha saputo dare carattere alla sua squadra, che fa scendere in campo principalmente con un 4-2-3-1. I perni dei biancorossi sono il portiere Gallese (che potrebbe andare a breve in Premier League), i due centrocampisti Tapia e Yotún e il trio Farfán-Cueva-Flores (con Carrillo prima riserva) dietro a Guerrero. A chi vi scrive piace molto Cueva, classe 1991 genio e sregolatezza ora al São Paulo. Impossibile però non soffermarsi sull’attaccante del Flamengo, massimo goleador di sempre della nazionale con trentadue reti segnate. Lui e Flores (giocatore molto interessante del 1994 che gioca nell’Aalborg in Danimarca) sono stati i capocannonieri del Perù nelle qualificazioni con cinque gol a testa e non è un caso che sia stato proprio Guerrero a segnare la rete decisiva contro la Colombia per andare allo spareggio. Contro la Nuova Zelanda però Guerrero non ha giocato; in compenso però Farfán ha esultato mostrando la maglia numero 9 del compagno. L’attaccante infatti è stato sospeso per non avere superato il test antidoping a cui si era sottoposto dopo la partita contro l’Argentina. Il 3 dicembre si saprà la decisione della FIFA in merito.