Quinta qualificazione anche per l’Australia (sarà il Mondiale della quinta partecipazione pure per Arabia Saudita, Iran, Costa Rica, Marocco, Tunisia, Croazia, Danimarca e Perù). Un percorso difficile, a tratti drammatico, risoltosi nello spareggio intercontinentale con l’Honduras e maturato dopo la terza posizione nel Gruppo B dell’AFC (la Confederazione Asiatica).
È una serratissima corsa a tre verso la prima posizione, se la giocano Giappone, Arabia Saudita e Australia. Ha un esito incredibile maturato solo all’ultima giornata. Gli australiani raccolgono 19 punti in 10 partite, con 5 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta, ma gli stessi punti li fanno anche gli arabi. Nonostante gli scontri diretti a favore, però, i socceroos devono arrendersi alla miglior differenza reti, primo criterio di classificazione in caso di parità di punti.
L’Arabia Saudita, clamorosamente vincitrice all’ultima giornata con la capolista Giappone, si piazza seconda e, per soli due punti in differenza reti, l’Australia deve giocarsi con la terza del Gruppo A il Mondiale di Russia 2018. L’andata in Malesia del 5 ottobre 2017 (la Siria è off-limits per la guerra civile) si chiude 1-1, con il siriano Al Soma che risponde su rigore al gol di Kruse. Il ritorno di Sydney è però la fine del sogno della Siria e un nuovo passo verso il Mondiale per l’Australia: 2-1. Vantaggio ospite ancora di Al Soma, ma poi vige la legge dell’eterno Tim Cahill, prima a raddrizzare il punteggio, ai supplementari a portare la sua Nazionale allo spareggio.
San Pedro Sula, 10 novembre 2017, lo 0-0 fra Honduras e Australia rimanda tutto, ancora una volta, a Sydney. Basta Jedinak e Russia 2018 è guadagnata: una punizione deviata e due rigori, forse la più brutta tripletta della storia, ma intanto l’Australia va al Mondiale. 3-1 il risultato finale.
Un percorso logorante e forse centra anche questo nelle recenti dimissioni dell’allenatore Ange Postecoglou: “Ho speso troppo a livello nervoso“, ha detto dopo aver fatto un passo indietro e aver lasciato ad altri il compito di guidare i socceroos al Mondiale.
Non sappiamo se vi siano state altre pressioni oltre a quelle del campo sulla testa del CT australiano, ma certamente portare questa squadra al Mondiale non dev’essere stato semplice, perché seppur continui a stupirci (grazie anche a gol fuori dal comune calcistico di Cahill, tipo quello al Mondiale 2014 contro l’Olanda) questa squadra è anni che non riesce a partorire nomi importanti.
La maggior parte dei giocatori dell’Australia gioca in campionati minori, talvolta anche nelle seconde serie, eppure succede qualcosa di strano quando questi indossano la maglia nazionale. Anche questo ha permesso ai socceroos di vincere la Coppa d’Asia casalinga del 2015, guidati proprio da Postecoglou.
Un buon centrocampo, composta da Jedinak, Irvine e Mooy, ma gli altri reparti sono assolutamente deboli e il genio di Cahill si appresta a giocare il suo ultimo Mondiale (credo). Magari poi, per l’ennesima volta, nascerà un ragazzo in Australia che si prenderà un numero totalmente illogico per le logiche del calcio e giocherà in un ruolo non suo, pur di mandare un’altra volta questa squadra al Mondiale. E pensate se Grosso non si fosse lasciato andare quel giorno del 2006.