Qualcuno la definisce favola, qualcun altro considera questo termine inappropriato. In realtà, la situazione è a metà tra le due cose, perché Panama ai Mondiali 2018 è sicuramente una bella favola da raccontare ai bimbi; però è sicuramente anche il risultato di un lavoro meticoloso, nel tempo, che ha prodotto risultati importanti.
L’accesso a Russia 2018 all’ultimo respiro, contro la Costa Rica già qualificata, e con un gol fantasma a favore: come a dire, c’erano davvero tutte le premesse, quella sera, per fare in modo che la CONCACAF mandasse al mondiale una selezione che ha riversato cuore e polmoni ogni volta che è scesa in campo, nelle qualificazioni centroamericane. Una piccola, piccolissima realtà, che ha tra l’altro sgambettato una grande: con Panama ai mondiali, ne ha fatto le spese la nazionale a stelle e strisce. USA fuori da Russia 2018, cosa che sa di beffa soprattutto per quanto sta accadendo di questi tempi sul piano politico.
Eppure, il mondo era già qualche anno che si stava accorgendo di Panama. Squadra modesta, che ha saputo sfruttare al meglio risorse e tempistiche, cresciuta in un tempo piuttosto breve: il calcio, da quelle parti, lo hanno scoperto negli anni ’80, quando da noi c’erano in campo Falcao e Platini. E se in Italia il pallone era un’istituzione già da un secolo, in quegli anni a Panama un italiano pensò di fondare una squadra di calcio. Giancarlo Gronchi, imprenditore toscano trasferitosi in Centro America per far fortuna, fondò il Tauro Fútbol Club, con divise bianconere data la sua passione per la Juventus.
Tralasciando, comunque, i corsi e i ricorsi storici, importante sottolineare come negli anni recenti la federazione panamense abbia chiamato in causa personaggi noti del calcio europeo per far innamorare il Paese di questo sport che, quest’anno, è arrivato all’apice della sua, per ora, breve vita sportiva. Partecipare a un mondiale, per Panama, è qualcosa di straordinario: per dire, è stata istituita anche una giornata di festa nazionale per celebrare l’evento.
Di talento, in rosa, non è che ce ne sia a vagonate: c’è qualche elemento che milita in Europa, come Penedo (esperto portiere della Dinamo Bucarest), Gabriel Torres (attaccante del Losanna), o Escobar (difensore dello Sporting). Il classe ’87 Cooper è un altro che ha girato parecchio, tra Europa e Americhe, e adesso milita nel Toronto di Giovinco; Pérez è un attaccante esperto che ha un buon trascorso in MLS; il commissario tecnico, Hernán Darío Gómez Jaramillo, ha un trascorso come CT di Ecuador e Colombia. Insomma, nessun nome strepitoso, ma tanto cuore, una voglia di sfruttare la vetrina mondiale, e la dovuta sfacciataggine di chi sa che ha compiuto un’impresa e se la vuole godere fino alla fine. Buona fortuna, Panama: raccontaci come sarà Russia 2018.