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ESCLUSIVA – I nuovi talenti: Stefano Antezza

Dopo Cotali dell’Olbia, De Grazia del Teramo e Danese dell’Akragas e Ponsat del Monza, l’elenco dei nuovi talenti da scoprire della Serie C trova un nuovo tassello nel girone B. Un tassello che corrisponde al centrocampista classe 1996 del Renate Stefano Antezza.

Antezza è un incontrista puro, un mediano che fa del dinamismo e dell’aggressività le sue armi vincenti. Il centrocampista è senz’ombra di dubbio uno dei protagonisti della magnifica stagione che stanno vivendo le Pantere lombarde. Ha collezionato finora 10 presenze segnando una rete al suo esordio in nerazzurro contro il Padova. Quella di Renate è la seconda vera esperienza in una prima squadra per Antezza. Lo scorso anno, il mediano materano era in forza al Como, sempre in Serie C, dove ha collezionato 17 presenze e mettendo a referto 1 rete e 1 assist.

Ciao Stefano. Innanzitutto presentati. Riassumi brevemente la tua carriera fin dai primi calci e descriviti tatticamente e tecnicamente.
Ciao. Io sono nato il 13 gennaio 1996 a Bari, ma sono assolutamente materano. E con il Matera muovo i miei primi passi all’interno del mondo del calcio. A 14 anni la Juventus mi nota e mi tessera. Resto in bianconero per tre anni e nel frattempo compio tutta la trafila delle Nazionali giovanili. Poi dopo vado in prestito per una stagione a Carpi e subito dopo allo Spezia. La società ligure mi riscatta dalla Juventus e nell’estate del 2015 vado in ritiro con la prima squadra. Purtroppo vengo frenato da alcuni problemi fisici in quella stagione. Lo scorso anno sono in prestito al Como e in questa stagione sono, sempre in prestito dallo Spezia, al Renate. Come calciatore, beh, mi ritengo un centrocampista bravo nella fase di interdizione e che in campo è molto fisico e aggressivo.

A che calciatore ti ispiri?
Il mio modello di calciatore è Daniele De Rossi. Anche se io ammiro tutti i giocatori che fanno dell’impegno e della dedizione le loro armi vincenti, come ad esempio Alessandro Florenzi.

Quali allenatori sono stati importanti per la tua crescita?
Ho avuto tanti allenatori e tutti importanti. Premettendo che non voglio fare torto a nessuno di questi, sicuramente sono stati formativi per me Cosimo Matera e Michele Fontana ai tempi del Matera, Claudio Gabetta nelle giovanili della Juventus e Fabio Gallo, tecnico che ho avuto allo Spezia Primavera e a Como lo scorso anno.

E il tuo attuale allenatore Roberto Cevoli? Che rapporto hai con lui?
Mister Cevoli è un ottimo allenatore e ci sta dando una mano da tutti i punti di vista, soprattutto per quanto riguarda la compattezza del gruppo.

Sei soddisfatto della scelta di Renate?
Assolutamente sì. L’ambiente di Renate è l’ideale per fare calcio e per la crescita di un giovane. La società è organizzata e ci aiuta a far sì che noi siamo concentrati solo sul campo. E vi è una grande coesione tra società e squadra. Una compattezza che è l’arma in più per andare avanti e far bene.

Hai parlato di società organizzata. Tu vieni da una stagione a Como nella quale tutto si può dire tranne che avevi a che fare con una società organizzata. Quanto hanno influito i problemi societari del Como nella scorsa stagione?
A Como, nonostante tanti problemi, aiutati dal direttore sportivo (Gianluca Andrissi, ndr) e dal tecnico Fabio Gallo, abbiamo cercato di concentrarci solo sul campo. E penso che ci siamo riusciti, perché credo che la squadra abbia disputato un buon campionato.

Torniamo al presente e al Renate vera rivelazione di questo campionato. Dove volete arrivare?
Noi dobbiamo mantenere i piedi per terra. L’obiettivo resta comunque la salvezza. Una volta raggiunta, vedremo di fare qualcosa di meglio.

Pesa non poter giocare a Renate (lo stadio «Mario Riboldi» non è a norma per ospitare incontri di Serie C, ndr) e dover per forza di cose giocare a Meda?
No, non pesa. Anche perché, diciamoci la verità, la tifoseria del Renate non è molto numerosa. Ma quei pochi che ci sostengono non fanno mancare il loro calore e il loro supporto. Quel che si dice: pochi, ma buoni.

Quali sono le partite più belle finora disputate in questa stagione? Sia dal punto di vista personale che di squadra.
Dal punto di vista personale, senz’ombra di dubbio la partita col Padova, dove sono subentrato esordendo col Renate e siglando anche una rete. Dal punto di vista di squadra, cito le sfide con Feralpisalò e Sambenedettese.

Hai citato il gol che hai segnato col Padova. Si tratta del più bello di quelli che hai segnato in carriera?
Il gol col Padova è stato bello, ma in assoluto il più bello è quello che siglai lo scorso anno a Como contro la Racing Roma. Rete che valse la vittoria e che è stato votato su SportTube come uno dei più belli in assoluto.

A proposito di gol, nel Renate avete la fortuna di avere in squadra uno che di gol se ne intende come Guido Gomez. Un vero e proprio valore aggiunto per la vostra squadra, non trovi?
Guido prima di tutto è una grandissima persona e un ragazzo umile. Poi come calciatore ha qualità che non si discutono. Fa gol e aiuta tantissimo la squadra. Un attaccante completo che arriverà in alto.

E l’obiettivo personale per la carriera di Stefano Antezza?
Non faccio ragionamenti a lungo termine. Penso solo a quest’anno e a fare bene. Poi a giugno tornerò per fine prestito allo Spezia, dove ho il contratto in scadenza a giugno 2019.

Come numero di maglia hai il 6? Lo hai scelto per un motivo particolare?
L’ho scelto semplicemente perché era libero, come era libero anche a Como. Io preferirei il 4, perché è il numero che ho portato fin dalle giovanili.

In conclusione, nel caso in cui le cose per il Renate si mettessero B..ene, hai già qualche “voto” in programma?
No, niente in programma. Ripeto, l’obiettivo è la salvezza. Poi, man mano che andiamo avanti, vedremo.