Russia 2018 – Messi si prende tutta l’Argentina e la porta ai Mondiali
Quando Ibarra ha portato in vantaggio il già eliminato Ecuador a Quito dopo meno di un minuto, tutto il popolo argentino ha pensato seriamente che l’incubo di restare fuori dai Mondiali per la prima volta dal 1970 potesse diventare realtà. Poi però l’extraterrestre Messi è planato sul campo dell’Estadio Olímpico Atahualpa scacciando le paure con una tripletta leggendaria.
La strada dell’Argentina per arrivare in Russia è stata lunga e piena di passi falsi. Praticamente in due sole partite la squadra ha veramente convinto: il 2-1 in casa del Cile il 25 marzo 2016 e il 3-0 rifilato alla Colombia il 16 novembre 2016. Per il resto tante delusioni, cominciate con la sconfitta casalinga contro l’Ecuador all’esordio e proseguite con il tracollo (3-0) in Brasile, l’altra sconfitta in casa contro il Paraguay, il doppio pareggio col Venezuela e il ko in Bolivia. Quest’ultimo risultato fu quello che costò la panchina a Bauza, subentrato al posto di Martino ma incapace di dare la svolta. Dopo un’estenuante trattativa a tre tra Sampaoli, l’Argentina e il Siviglia (squadra in cui stava allenando), è così arrivato l’ex Commissario Tecnico del Cile a guidare la Selección. I risultati non sono però comunque arrivati: tre pareggi contro Uruguay, Venezuela e Perù segnando appena una rete in tre partite. La sfida decisiva per prendere il biglietto per la Russia è così quella dell’ultima giornata, in cui la tripletta di Messi spazza via l’Ecuador dando la gioia tanto attesa al popolo albiceleste.
La mancanza di un progetto e di una continuità tecnica è stato il grande problema dell’Argentina, che ora, a prescindere da come andrà in Russia, dovrà dare il tempo a Sampaoli per costruire qualcosa di solido per il futuro. Inutile dire che la stella assoluta della squadra sia Messi, miglior marcatore della storia dell’Albiceleste con sessantun gol all’attivo. Spesso accusato di non essere decisivo, ha definitivamente spento le critiche con il capolavoro ai tremila metri di Quito. La storia delle finali perse (Mondiali 2014, Copa América 2015, Copa América 2016) per lui e per l’Argentina sembra una vera e propria maledizione. Sicuramente alcune volte non ha brillato lui, ma spesso non è stato aiutato neanche dai compagni, spariti nei momenti decisivi. L’Argentina resta una squadra formidabile in attacco, ma incapace di segnare molto. Per Sampaoli sarà fondamentale riuscire a costruire un tridente in cui possano convivere efficacemente tre tra Messi, Icardi, Dybala, Agüero e Benedetto. Quest’ultimo verrà infatti probabilmente preferito a Higuaín. Portiere, difensori e centrocampisti sono invece da squadra assolutamente “normale”, come dimostrato con tutti i limiti del caso durante le qualificazioni.