Provate a chiudere gli occhi e a immaginarvi il calcio di dieci, venti, trent’anni fa. A quell’epoca chi lo avrebbe mai detto che l’Islanda, la piccola e fredda Islanda, sarebbe riuscita a qualificarsi per un Campionato Mondiale? I Strákarnir okkar, “i nostri ragazzi”, come li chiamano in patria, sono riusciti a coronare un sogno che sembrava irraggiungibile, facendosi apprezzare per il bel calcio messo in atto in questo biennio.
La qualificazione all’Europeo 2016 sembrava la classica goccia nell’oceano. E così nessuno scommetteva un euro sul bis pre-Mondiale. In un girone molto difficile, con la Croazia che recitava il ruolo di indiscussa favorita, ma con Ucraina, Turchia e Finlandia nelle vesti di clienti scomodi, l’Islanda ha saputo ribaltare il pronostico e ha ottenuto un primo posto a dir poco sorprendente. Gli scandinavi hanno cominciato con un pareggio in Ucraina, poi hanno vinto due gare di fila (contro Finlandia e Turchia) prima di cedere ai croati in trasferta. Neppure la sconfitta in Finlandia li ha scalfiti: hanno costruito la qualificazione in casa, vincendo tutte e cinque le partite giocate tra le mura amiche.
La rosa è composta da elementi che hanno trovato fortuna nei campionati esteri. Basti pensare che della rosa attuale nessuno gioca in patria: l’esplosione del calcio islandese si deve, in primis, proprio a questo. Ma anche all’abilità del commissario tecnico Hallgrímsson, che ha saputo plasmare questi talenti grezzi e li ha trasformati in protagonisti del calcio europeo. La squadra non possiede una vera e propria star, ma un gruppo unito, coriaceo, che è cresciuto nel tempo. Tra i giocatori che conosciamo meglio ci sono gli “italiani” Bjarnason e Hallfreðsson, che nel nostro paese hanno trovato la loro dimensione. Bjarnason attualmente gioca in Svizzera, nel Basilea, ma è in Serie A che si è fatto conoscere al grande pubblico.
Naturalmente quella che sarà la sua prima partecipazione a un Campionato del Mondo è per l’Islanda motivo di orgoglio ma anche di gioia. La spensieratezza di esordire può essere un’arma vincente nelle mani degli scandinavi, che mirano innanzitutto a superare la prima fase di qualificazione. Molto dipenderà dal sorteggio, ma sappiamo bene come nei Mondiali (vedi Costa Rica nel 2014) ci possano essere molte sorprese. La formazione si schiererà con lo schema più classico, il 4-4-2, divenuto ormai marchio di fabbrica.