Nazionali

La Svizzera va in Russia: ma bisognerà lavorare sodo

Quarto mondiale di fila, per la Svizzera: i rossocrociati ripetono un’impresa loro riuscita solo nel secolo scorso, tra il 1930 e il 1954. Tuttavia, tifosi e commentatori hanno preso anche atto delle difficoltà della Nati per sbarazzarsi dei modesti nordirlandesi, superati 0-1 in trasferta. La partita ha mostrato la Svizzera degli ultimi tempi: buona in palleggio, nel possesso palla, con qualche elemento capace di fare qualche buona giocata, ma deficitaria in fase di finalizzazione.

La compagine britannica, lungi dal farsi intimidire dai 35.000 del St Jacob-Park, ha iniziato di gran carriera, con Sommer costretto alla paratona su tiro di Brunt al 3′, con la sfera diretta all’incrocio dei pali. Con avversari molto aggressivi, i rossocrociati hanno avuto qualche difficoltà a fare la solita gestione di palla; tuttavia, i nord irlandesi hanno confermato la loro scarsa tecnica, non creando particolari problemi ai padroni di casa, che sono invece andati vicino al vantaggio, nella prima frazione, con Zuber e Shaqiri.

Nella ripresa, la Svizzera ha preso in mano l’incontro, complice il calo degli avversari, ma senza mai trovare la rete della tranquillità. Nonostante il vantaggio, garantito dalla vittoria in trasferta, i rossocrociati, col passare dei minuti, hanno un po’ sofferto della sindrome da braccino”: grave, nei minuti finali dell’incontro, l’errore di Seferović, che avrebbe potuto chiudere il discorso. Invece, c’è stato ancora da soffrire, con i nordirlandesi che si sono riversati nella metacampo avversaria. Nel recupero, l’incubo è sembrato avverarsi: uscita a vuoto di Sommer, tocco di testa di Evans nella porta vuota, e salvataggio di Rodríguez sulla linea.

A fine partita, la pur legittima soddisfazione è stata un po’ attenuata dalle osservazioni di tifosi e addetti ai lavori relative alla prestazione dei rossocrociati. Vlado Petković, nella conferenza stampa, davanti ai giornalisti, ha parlato chiaramente: (Fonte: RSI) “Non dobbiamo dimenticare che abbiamo una rosa pittosto ampia: non sarà facile essere uno dei 23 che andranno in Russia. Sarà ancora più difficile far parte dell’undici che scenderà in campo al primo minuto.” L’ex tecnico della Lazio ha quindi chi, nel gruppo, dovrà, a gennaio, fare delle scelte in seno al proprio attuale club di appartenenza (Dzemaili e Mehmedi, soprattutto): “Spero davvero che giochino più di quanto fatto finora. Non so cos’hanno in mente di fare, ma credo che le loro scelte, nella campagna trasferimenti invernale, incideranno parecchio sul loro futuro in nazionale.”

“Il nostro è un ciclo appena iniziato, non siamo a neppure un terzo del percorso” ha proseguito il tecnico“Non so ancora dove potremo arrivare, ma so dove possiamo fare meglio. Ovviamente, questo vale anche l’allenatore. Nel nostro bagagli, abbiamo tutto il lavoro fatto finora: due anni positivi, un percorso importante, un gruppo che è cresciuto. Mi pongo comne obbiattivo l’inserimento di alcune cose sul piano tecnico, per rimanere in partita tutti i novanta minuti, senza pause. Prendo atto del fatto che la fase di finalizzazione è effettivamente un problema, e non escludo un cambiamento di sistema di gioco, per venire a capo di questo nostro limite.”

Vlado, ovviamente, nell’approfondire questo aspetto non ha potuto evitare di parlare di Seferović“Non capisco quei fischi. Credo siano stati ingiustificati, persono l’allenatore avversario ha ammesso che abbiamo fatto tutti una grande partita. Haris negli spogliatoi era triste e deluso. La festa con la squadra lo ha rinfrancato”. Infine, il mister ha dedicato qualche pensiero a Ricardo Rodríguez, fondamentale in questo spareggio: “Ricardo è arrivato con la testa giusta. Molto merito lo deve al lavoro che sta facendo col Milan. Lui ha qualità, e quando un giocatore di qualità si applica nel modo giusto, tutta la squadra riceve benefici.”

 

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Silvano Pulga