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Russia 2018 – Una nuova Inghilterra per esorcizzare il demone di se stessa

Foto: Twitter @England

Imbattuta. Per l’ennesima volta. Il cammino dell’Inghilterra nelle qualificazioni ai Campionati Europei e alle Coppe del Mondo rimane immacolato per il quarto biennio consecutivo. La fase ai gironi è diventata ormai una formalità per l’Inghilterra: a Russia 2018 la formazione guidata da Gareth Southgate ci arriva con otto vittorie e due pareggi. Fin troppo facile a vederla così, ma i problemi dei Three Lions rimangono comunque latenti. Per venire poi a galla nel momento peggiore. Quello della verità.

L’incomprensibile inadeguatezza, la si potrebbe chiamare. Il rapporto da ‘separati in casa’ della nazionale inglese con la fasi finali continentali e planetarie è di quelli che mai ti aspetteresti dalla nazione che il gioco del calcio l’ha inventato. Un complesso di inferiorità che è il frutto della pressione spasmodica dei media britannici e dell’etichetta di eterna incompiuta. Partenogenetico, autoctono, ormai radicato; difficile da scrollarsi di dosso.

Mai come in questo momento, però, la nazionale inglese può usufruire di un bacino di giovani talenti da fare invidia al mondo: Stones, Keane, Sterling, Lingard, Barkley, Alli, Dyer, Rushford. Per non parlare poi di Harry Kane, neo capitano, trascinatore, macchina da gol prolifica sotto porta come poche altre. Butland e Pickford fra i pali possono garantire una certa profondità: il ‘dopo-Hart’ è alle porte e l’Inghilterra necessita fortemente di un numero uno finalmente all’altezza. Quella di Southgate è una nazionale dall’ottimo potenziale; sperimentale allo stato attuale, ma che ha tutte le carte per dimostrare in tempi brevi il proprio valore.

Il percorso che ha portato l’Inghilterra al mondiale in Russia si è basato molto sulla ricerca dell’identità tattica, piuttosto che sulla proposizione del bel gioco. Southgate ha enfatizzato più volte l’utilizzo della difesa a tre, facendo leva sulle qualità offensive del reparto avanzato e la propulsione degli esterni. Il modesto spessore degli avversari del raggruppamento ha nascosto le insicurezze che possono insorgere da una linea difensiva alta, statica e disabituata. Le prossime amichevoli di Wembley contro avversari di tutt’altro spessore (10 e 14 novembre contro Germania e Brasile) sapranno dipingere un quadro più nitido della situazione.

L’attaccamento dei tifosi inglesi verso la propria nazionale è sempre alto, ma le aspettative attuali sono al limite della soglia di pericolo. E potrebbe essere un bene. Sono in pochi infatti a credere che l’Inghilterra possa conquistare un piazzamento mondiale importante; così come sono pochi quelli che ritengono Southgate l’allenatore giusto per conseguirlo. Il lato positivo della nuvoletta di Fantozzi che non sente ragione di volersi allontanare dalla terra d’Albione sta nella consapevolezza di poter approcciare il prossimo campionato del mondo con minore pressione. Il tracollo di Euro 2016 contro l’Islanda rimane il punto più basso nella storia recente dei Three Lions; fare peggio di così sarebbe diabolico e risulta comunque impossibile anche al più scettico dei sostenitori.