Home » ESCLUSIVA – Nicole Peressotti: “Il mio futuro è su un terreno di gioco”

Continuiamo il nostro viaggio all’interno del calcio femminile e questa volta intervistiamo Nicole Peressotti, giovanissima giocatrice di difesa 19enne del Tavagnacco, già nel giro della Nazionale Under 17 e Under 19 Femminile ferma da tempo per alcuni infortuni.

Buongiorno Nicole. Parliamo in primis di te della tua carriera. Da quanto tempo giochi a calcio? Come è nata questa tua passione? Cosa trovi in questo sport di unico e eccezionale?

Gioco a calcio da un po’ di più di una decina di anni: ho incominciato quando ne avevo 8, ma già da prima mio fratello mi obbligava a giocare con lui e i suoi amici in giardino. Penso di aver capito che mi piacesse davvero giocare un giorno in spiaggia, quando facevamo una semplice partitella 1 contro 1: lui era rapidissimo con la palla tra i piedi e io mi divertivo a cercare di levargliela a suon di mazzate. È nata così questa mia passione, grazie a una semplice competitività fraterna. Non so cosa renda unico questo sport, forse il fatto che quando sei lì in mezzo al campo ti senti a casa, ti senti nel posto giusto e non riesci a pensare ad altro se non ai movimenti che devi fare e a dove è la palla. È un gioco di tanta intelligenza oltre che di tanta tecnica, prendi una decisione in una frazione di secondo e la devi subito mettere in pratica; poi non c’è solo il campo, c’è tutto il contorno, ci sono i compagni di squadra, l’adrenalina del prepartita, i festeggiamenti post-gara.

Quale è esattamente il tuo ruolo? Quali sono i tuoi punti forti e le tue caratteristiche principali?

Sono un difensore centrale, penso di vantare un buon senso della posizione e una grande forza fisica. Parlo tanto, mi piace guidare la difesa perché mi aiuta a memorizzare cosa devo fare e a trarre forza dalla mia personalità. Penso di puntare tanto sulla tattica: i piedi sono tutti da migliorare, ma mi piace giocare di intelligenza.

Sei stata una delle stelle della Nazionale Under 17 e sei nella rosa della Nazionale Under 19: cosa vuol dire questo per te? Come è stata come esperienza a livello tecnico ed umano? Come vedi le rappresentative maggiori attualmente? Cosa ne pensi dell’Italia di Bertolini?

La Nazionale giovanile mi ha permesso di crescere tanto a livello sia calcistico che umano. Mi piace pensare che alla prima convocazione ero una bambina che non sapeva nemmeno le basi del calcio e che poi è riuscita, grazie a una squadra fantastica, ad ottenere due bronzi storici. Ma al di là dei successi, è stato proprio un percorso che mi ha cambiata, mi ha formata e mi ha permesso di acquisire fiducia nei miei mezzi. Quando giochi a livello internazionale ti accorgi di quanta strada hai ancora da fare, e ciò mi ha permesso di non accontentarmi mai di me stessa e di mettermi sempre al lavoro. Per non parlare poi delle persone fantastiche che mi ha permesso di incontrare. Mi sono sentita parte di una famiglia, che mi ha dato forza per affrontare anche i momenti peggiori. L’Italia di Bertolini sembra convincere con questo punteggio pieno in tre partite e un mix che coniuga tecnica, individualità e determinazione. Inoltre l’inserimento di società maschili professionistiche nel nostro campionato fa presagire un buon margine di crescita, anche se la differenza con le altre nazionali è ancora netta.

Sei stata ferma molto tempo per alcuni infortuni, alcuni anche seri. Come procede la riabilitazione? Quando è previsto il rientro?

Purtroppo sì, questa è la terza stagione che non riesco a iniziare il campionato e non penso di rientrare nemmeno per la fine. Ho fatto riabilitazione tutta l’estate per poter riprendere a settembre, ma a quanto pare il legamento crociato anteriore non tiene e ho riportato danni sia alla cartilagine che al menisco. Dovranno rioperarmi a fine gennaio e poi dovrò ricominciare il percorso riabilitativo da capo. Ma non è mia intenzione mollare, sono giovane e non sono ancora arrivata a quel momento. Adesso sto facendo rinforzo muscolare, così conto di riprendere prima il tono dopo l’intervento.

Il Calcio Femminile in Italia in questo momento è in una fase di grande trasformazione e di potenziale crescita. Come la vedi “dall’interno”? Secondo te si sta facendo tutto il possibile o manca qualcosa?

Si sono compiuti grandi passi in avanti e, in prospettiva, giocare a calcio anche per noi donne un giorno potrebbe costituire una “carriera”. L’inserimento della Fiorentina la stagione scorsa e della Juventus quest’anno (oltre che Empoli, Sassuolo, Chievo e Atalanta) sono traguardi non da poco che hanno alzato di molto il livello del nostro campionato. Ovviamente siamo ancora lontani dal professionismo vero e proprio e la mentalità italiana deve ancora subire una grossa svolta.

Militi da sempre nel Tavagnacco, formazione storica del calcio femminile italiano. Quali sono, secondo te, i punti forti della squadra e quali i punti deboli?

È una squadra che soprattutto negli ultimi anni è cambiata molto. Oggi conta giocatrici che trasmettono esperienza e mentalità come Brumana, Tuttino, Martinelli e Camporese, individualità come Clelland e giovani che militano già nelle giovanili e che hanno un talento promettente. Penso sia una squadra che possa dare tanto se ben disposta e amalgamata. Il punto debole, ora come ora, ti direi che è la sfortuna: siamo funestate da numerosi infortuni e il Mister non ha mai la possibilità di disporre di una rosa completa.

L’ultima domanda è per te: cosa vede nel futuro per sé Nicole Peressotti?

A 19 anni è difficile rispondere a una domanda del genere. Ho appena preso il diploma e ho deciso di non intraprendere l’università almeno per quest’anno, così da guardarmi attorno e rendermi conto di cosa davvero volessi nella vita. Non ho ottenuto ancora una risposta, ovviamente. Penso che lo sport farà sempre parte di me. Quando mi hanno detto che dovevano sottopormi nuovamente a intervento non ho avuto dubbi sul fatto di voler ricominciare. Molti dopo tre anni avrebbero detto basta, io fuori dal campo non riesco ad immaginarmi, non ora almeno. Quindi sicuro il mio futuro mi vedrà lì.