Home » Russia 2018 – La migliore d’Asia è l’Iran

L’Asian Football Confederation (AFC) ha solo 4 posti certi alla fase finale del Mondiale, più uno per il play-off intercontinentale. Dopo una scrematura consistente rimangono a giocarsela in dodici nazioni, divise in due gironi. Così, nel girone denominato A, l’Iran conquista il primato con 22 punti qualificandosi già il 12 giugno 2017, a due turni dal termine. È la seconda in ordine di tempo a centrare la fase finale (dopo il Brasile e, ovviamente, dopo la Russia). Ma quanto sappiamo di questa Nazionale? Proviamo a delineare il percorso, a evidenziare punti di forza e punti deboli, andiamo a conoscere i volti più noti e le aspettative Mondiali di uno stato dalla tradizione calcistica importante e vincente.

La panchina è di lusso: Carlos Queiroz allena gli iraniani dal 2011, l’ex tecnico del Real Madrid ha conquistato già nel 2014 la qualificazione alla fase finale del Mondiale (in quel caso Brasile 2014), ma ha deluso nella Coppa d’Asia 2015, con la sua squadra eliminata ai rigori dall’Iraq ai quarti dai finali. Il percorso intrapreso è però ambizioso e lo conferma l’eccellente percorso di qualificazione a Russia 2018. Un misto di giovani ed esperti formano una squadra che può essere una bella sorpresa.

Nota subito importante: L’Iran non ne ha persa nemmeno una nel girone di qualificazione e si è presa la testa della classifica dalla 4ª giornata, con l’1-0 alla diretta concorrente Corea del Sud e grazie alla rete di Azmoun. È lui il gioiello iraniano, classe ’95 e 19 gol in 26 presenze con la sua Nazionale; lui che è già nella classifica dei migliori dieci marcatori della Tim Mellì dovrà provare a trascinare l’Iran in Russia. E ha segnato anche contro l’Uzbekistan nel giorno della qualificazione aritmetica, assieme a lui Taremi per il 2-0 definitivo.

Che squadra è, dunque, l’Iran? È una formazione che non segna tanto, nella maggior parte dei casi vince di misura, ma almeno un gol riesce sempre a farlo. Può d’altra parte contare su una difesa da sole 2 reti subite e guidata dall’inossidabile Hosseini dall’alto delle sue 111 presenze. Da tenere d’occhio Jahanbakhsh, giovane talento dell’AZ Alkmaar e ala d’attacco della Nazionale, nello scacchiere complessivo di Queiroz. È il 4-2-3-1 il modulo preferito, lo si era visto anche durante i Mondiali in Brasile, è un modulo che favorisce un unico attaccante centrale, anche se l’Iran ne avrebbe almeno tre validi, e punta forte sulle ali, tra cui c’è il capitano Dejagah.

Dejagah non è l’uomo con più presenze, ma è forse il più talentuoso. Attualmente non ha una squadra di club, ma ha giocato al Wolfsburg fino alla scorsa stagione. È un’ala sinistra dotata tecnicamente, come diversi altri compagni di Nazionale contrariamente a quanto si possa credere. Doppio passaporto, tedesco e iraniano, e uomo chiave nella formazione di Queiroz: su di lui, su Azmoun e su Reza Ghoochannejhad, l’uomo della nostra copertina e simbolo iraniano in Brasile 2014, punterà tutto questa Nazionale, per provare a superare i gironi della fase finale per la prima volta nella propria storia. Difficile, certo, ma l’Iran vuole continuare a sognare.